LE ELEZIONI SICILIANE SONO IMPORTANTI

Le elezioni siciliane sono importanti perché la Sicilia è la più grande regione italiana, perché i siciliani sono molti e soprattutto perché sono particolari. Lo certificò molti anni fa un francese, Dominique Fernandez, l’autore di “Mère Méditerranée” quando definì la Sicilia “l’Italia al quadrato”.
La Sicilia è l’Italia al quadrato in ciò che l’Italia ha di negativo. Gli italiani sono realisti? I siciliani sono cinici. Gli italiani non soffrono di scrupoli? I siciliani a volte non si accorgono neppure di star violando la legge. In tutte le direzioni, questi isolani sono soltanto degli individui: non hanno il senso dello Stato, non coltivano sogni di gloria, non hanno ideologie e, se c’è modo di approfittare dei difetti del mondo, battono tutti gli altri, perché questa è la loro specialità: la lotta per la sopravvivenza. Se conoscessero il latino, non sarebbe sorpresi dalla massima “homo homini lupus”. Una delle conseguenze di questa mentalità è che la Sicilia ha sfruttato la sua qualità di regione autonoma per mettere in atto un sistema di corruzione così perfetto, così ramificato, così grandioso, da costare un mare di soldi all’Italia e nel frattempo da accumulare, lo stesso, un debito colossale.
La spiegazione che personalmente mi do, per queste caratteristiche (a parte l’essere cugini dei greci) è la storia dell’isola. Costantemente governata da estranei, costantemente disprezzata e trattata da colonia (salvo che da Federico II) si è sempre sentita orfana. Il risultato è che per i siciliani lo Stato non conta nulla. È considerato più o meno un ladro e un nemico. Le istituzioni non contano nulla, né quelle che si incontrano per strada, come la polizia, né quelle astratte, come le leggi. L’unica cosa che conta, per ognuno, è lui stesso e la sua famiglia. Il massimo di collettività dei siciliani è il gruppo degli amici, inteso come società di mutuo soccorso. E infatti quando si deve raccomandare qualcuno si dice di lui che è “cosa nostra”. Uno di noi, della nostra consorteria e – occasionalmente, della nostra cosca. Ecco perché, nel mondo, “Cosa Nostra” è sinonimo di mafia.
Rimane da dire perché queste caratteristiche divengono importanti in materia di politica. Prendiamo la Toscana, l’Umbria e l’Emilia. Per decenni e decenni queste regioni sono state comuniste. E ancora oggi sono risolutamente di sinistra. Se dovessero essere tentate di abbandonare il Partito Democratico, sarebbe per spostarsi più a sinistra. O per imprecare votando M5s. La Sicilia invece è stata a lungo democristiana, perché la Democrazia Cristiana era il partito che poteva offrire più vantaggi. E coloro che non erano democristiani erano comunisti: infatti anche i comunisti pesavano molto, soprattutto erano i monopolisti del successo in campo intellettuale ed artistico. Ma possiamo dire che erano queste, le ideologie dei siciliani? Assolutamente no. A loro interessavano i vantaggi che quei partiti potevano offrire. Se un’altra formazione fosse apparsa più utile, avrebbero cambiato bandiera. In un momento in cui comunisti e anticomunisti erano come cani e gatti, in Sicilia si fu capaci di oltrepassare questi steccati in nome dell’interesse: “Il 30 ottobre 1958 (il 1958, si badi) il deputato regionale Silvio Milazzo della DC venne eletto presidente della Regione siciliana con i voti, all’Assemblea regionale siciliana, dei partiti di destra e di sinistra, contro il candidato ufficiale del suo partito, Giuseppe La Loggia, indicato dai vertici nazionali della DC ”. Il fenomeno fece epoca e nacque il termine “milazzismo”.
In un altro momento – ma non ricordo l’anno – quando ancora il Msi era stramaledetto da tutti, Catania fu capace, in una occasione, di dargli una valanga di voti. I catanesi erano scontenti, avrebbero votato per il diavolo, e il diavolo in quel momento era il Msi. Come si vede, nessuna fedeltà, nessuna ideologia, nessuna “appartenenza”. Tutti sono disposti a cambiare partito e bandiera, e recentemente hanno votato in buona misura per il M5s, perché diceva “vaffanculo” a tutti. L’unica vera appartenenza, a ovest dello Stretto di Messina, è la famiglia.
Le elezioni siciliane potrebbero confermare le tendenze, i partiti e perfino le percentuali precedenti, come potrebbero sconvolgere il quadro politico. L’elettorato siciliano non ha padroni, non ha inerzia, non ha superego. L’unica costante è la diffidenza nei confronti della politica e il disprezzo per coloro che la praticano. Col suo voto, la Sicilia potrebbe esprimere il sentimento di fondo dell’Italia, anche quello che essa non osa confessare a sé stessa.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
30 ottobre 2017

LE ELEZIONI SICILIANE SONO IMPORTANTIultima modifica: 2017-10-30T07:03:40+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LE ELEZIONI SICILIANE SONO IMPORTANTI

  1. “La Sicilia è l’Italia al quadrato in ciò che l’Italia ha di negativo.”
    Ne consegue che politicamente premia i peggiori.

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