SOLIDARIETA’ DI CATEGORIA CON BERLUSCONI

Gli uomini di bassa statura sono (siamo) un po’ ridicoli. Bisogna dunque riderne? Nient’affatto. Non siamo più nella savana primigenia e l’essere più alti e più forti conta poco. Per giunta i piccoletti, inconsciamente convinti di dover compensare quello che un tempo fu uno svantaggio, sono più aggressivi e vendicativi dei giganti. Mai prendere in giro un uomo per la sua statura insufficiente: un paio su dieci si metteranno a ridere, ma gli altri otto ve la faranno pagare, se appena possono.
E questo vale anche per le donne. È vero che sono meno muscolose degli uomini ed è anche vero che, normalmente, sono meno ambiziose di noi, perché un tempo, nella savana, avevano già abbastanza da fare con i figli e il resto. Ma anche in questo campo le cose sono cambiate. Ci saranno ancora le madri di famiglia, ma le donne non hanno un cervello inferiore e se decidono di scendere in campo non sono meno temibili degli uomini. Anzi, lo sono di più. Perché, come gli uomini di piccola statura, sanno di partire con l’handicap. E dunque sono stati dei pazzi quelli che hanno osato sfidare Golda Meir o Margaret Thatcher. Ed anche senza andare a cercare questi esempi illustri, si può star certi che una preside o una giudice non sono meno autoritari ed autorevoli dei loro colleghi maschi.
Un’ultima categoria da rispettare sono i vecchi. Non per ragioni morali, o per il naturale ossequio da tributare ai capelli bianchi. Più semplicemente perché accanto ai molti vecchi deboli, malati, decaduti dal punto di vista intellettivo (cioè inferiori) ci sono quelli in buona salute mentale, i quali ovviamente non si sentono vecchi intimamente e sono capaci di reazioni più violente e vendicative del previsto. Come se non bastasse, i più saggi di loro si rendono conto perfettamente di non avere molto da vivere e dunque sanno anche di non avere il tempo di aspettare che la corrente del fiume gli faccia passare sotto gli occhi il cadavere del loro nemico. Il loro nemico, se possono, lo gettano nel fiume loro stessi. Oltre tutto, che cosa possono temere, se sono comunque condannati a morte?
La conclusione generale è che è meglio rispettare tutti e non presumere mai che la vittoria sarà facile. È una regola di morale, di buona educazione ed anche di prudenza. Hai visto mai che quel piccoletto sia anche mentalmente cintura nera di karate?
Al riguardo, c’è una nota particolare, riguardante Silvio Berlusconi. Il quale ormai rientra in almeno due delle citate categorie. È reputato (a torto) di piccola statura, ed è reputato (a ragione) vecchio. Né è reso più giovane dal fatto di avere tanti capelli e nessuno bianco. Per temperamento – lo sanno tutti – è sempre stato un piacione, uno che ha il vizio e la debolezza di voler piacere a tutti. Ma non è prudente scambiare la bonomia per debolezza. Anche il buono, se morsicato, può morsicare a sua volta, magari dimostrando d’avere denti più lunghi dell’aggressore.
Lo abbiamo visto in questi giorni. Degli ingenui come Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno potuto pensare che non contasse più, che dovesse comunque seguire ciò che loro, giovani, avrebbero deciso, e non si sono privati di farglielo notare a muso duro. Il risultato è che si sono ritrovati ambedue col sedere per terra. Salvini addirittura pubblicamente sbertucciato, come non lo sono mai stati Massimo D’Alema o Romano Prodi, che pure al Cavaliere hanno mosso guerre ben più efficaci. Di Maio reso quasi ridicolo dalle sue pretese, smentite dalla realtà.
Berlusconi, proprio perché è vecchio, può esercitare le sue vendette anche senza tenere conto dell’interesse del Paese. Che ne sarà dell’Italia fra dieci anni, o forse fra cinque, non è cosa che lo riguardi. I novantenni sono molto meno numerosi degli ottantenni. Ma soprattutto, come detto, la corrente dei fiumi non è affidabile. Meglio fare da sé.
Il Cavaliere risponde all’attacco persino con lo stesso stile. Nel senso che gioca le sue ultime partite all’insegna del sarcasmo: “Visto che siete tutti più bravi di me, vediamo come ve la cavate se non vi aiuto. Visto che disprezzate così disinvoltamente il prossimo, vediamo che faccia fate, quando qualcuno vi risponde per le rime”.
Sarà che sono basso e vecchio, ma non riesco a dissociarmi da Berlusconi.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
19 aprile 2018

SOLIDARIETA’ DI CATEGORIA CON BERLUSCONIultima modifica: 2018-04-19T07:49:07+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “SOLIDARIETA’ DI CATEGORIA CON BERLUSCONI

  1. Vede, Lei ha descritto bene e abbastanza dettagliatamente quello che io ho di recente sintetizzato, replicando a un Commissario della “DIGOS” il quale mi aveva ammonito a [ non fare “colpi di testa”….. ] (veramente colui si era espresso usando una sola parola…..) riferendosi a certi miei atteggiamenti ed iniziative sul tema della lotta alla islamizzazione d’Italia. La sintesi è : un “rivoluzionario” che abbia età fino a circa trent’anni, il più delle volte è soltanto un patetico rompiscatole destinato a tornare ben presto nei ranghi della più statica società, senza averne cambiato alcunché. Invece, un “rivoluzionario” coi capelli bianchi, che sia arrivato alla sessantina ancora nel pieno delle proprie facoltà, e che sia ben dotato di sagacia, cultura, esperienza, ebbene : quello può diventare un tipetto decisamente “pericoloso”. Si badi a non sottovalutare e a non contraddire troppo certi tipetti del genere, anche per tutte le ragioni che Lei ha debitamente esposto qui. Giancarlo Matta

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