PROBLEMI DI SCUOLA ELEMENTARE

l reddito di cittadinanza, a sentire Luigi Di Maio, abolirà la povertà. Peccato, non ho preso nota dell’occasione in cui ha sparato questa affermazione. Infatti l’ho trovata memorabile e mi sono mentalmente congratulato con lui: poche persone hanno dimostrato tanta fiducia nella mancanza di senso critico del prossimo. La povertà infatti non è un dato assoluto, è la condizione di colui che, in una data società, ha meno della media degli altri cittadini. Ci sarebbero poveri anche in una società di miliardari: sarebbero i miliardari che hanno molti meno miliardi di altri.
Ma questa è letteratura. Andiamo ai numeri. Se non ho capito male, nella legge di stabilità al reddito di cittadinanza saranno dedicati nove miliardi, e dovrebbero beneficiarne cinque milioni di italiani. Naturalmente può anche darsi che quei nove miliardi non siano disponibili, ma facciamo che lo siano. E facciamo pure che i destinatari siano cinque milioni, anche se nemmeno questo è sicuro; quei numeri sono stati talmente ballerini, che non solo io, ma gente ben più avvertita di me non ha le idee chiare. Comunque, per il mio calcolo, queste cifre sono un buon punto di partenza. Nove miliardi diviso cinque milioni fa 1.800€, che diviso per dodici mesi fa 150€.
Dunque ogni singolo beneficiario dovrebbe avere centocinquanta euro al mese. Ma dai nove miliardi vanno sottratti i soldi necessari ad ampliare e riorganizzare gli uffici di collocamento oltre che a pagare i nuovi impiegati: e questo per un totale – se non ricordo male – di un miliardo e mezzo. Sempre che basti. E allora non partiamo da nove miliardi ma da sette miliardi e mezzo che, diviso cinque dà 1.500, che diviso dodici dà 125€. Domanda: dove sono finiti i 780€ di cui sento parlare da mesi? Soprattutto ora che, dopo avere eviscerato il condono, il suo gettito diminuirà?
Si tenga presenta che, se i miliardi fossero dieci, il sussidio mensile sarebbe di 167€. E se i miliardi, invece di dieci fossero venti, sarebbero ancora 333 al mese . Dove sono i 780€? Lo stesso se i miliardi fossero la metà e i beneficiari il doppio. Ma perfino se i miliardi fossero venti e i beneficiari due milioni e mezzo, si arriverebbe a 666€ mensili: dove sono i 780€?
Per dare 780€ a cinque milioni di persone, per dodici mesi, occorrono quasi quarantasette miliardi. 780 x 12 x 5.000.000 = 46.800.000.000€
Gli amici mi dicono sempre che ho difficoltà con l’aritmetica. Dunque ci dev’essere qualcosa che non ho capito. Ma sono certo che qualche anima caritatevole me la spiegherà.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
21 ottobre 2018

PROBLEMI DI SCUOLA ELEMENTAREultima modifica: 2018-10-21T10:45:12+02:00da gianni.pardo
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5 pensieri su “PROBLEMI DI SCUOLA ELEMENTARE

  1. Da una veloce ricerca, qualche dato da cui risulta che con quei soldi probabilmente non si riesce nemmeno a integrare le pensioni gia’ sotto quell’importo:

    https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-03-30/inps-181-milioni-pensioni-oltre-63percento-sotto-750-euro–104109.shtml?uuid=ACOnwtwC&refresh_ce=1

    Che riporta:

    “All’inizio del 2016 risultavano in essere 18,1 milioni di pensioni con «una forte concentrazione nelle classi basse» di importo. Lo rileva l’Inps nelle statistiche in breve dell’Osservatorio delle pensioni, che non considera però i trattamenti pubblici ed ex Enpals, spiegando che il 63,4% degli assegni (11,5 mln) è inferiore a 750 euro. Per le donne gli assegni inferiori a 750 euro sono oltre i tre quarti del totale (il 77,1%). È solo una misura indicativa della povertà, dato che molti pensionati hanno più di una prestazione e altri redditi. L’importo complessivo annuo risulta pari a 192,6 miliardi di euro di cui 173,0 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali.”

    Il problema e’ che mettere mano ai diritti acquisiti e’ praticamente impossibile in un’economia che non sia in rapida crescita (impossibile, “hanno gia’ tutto”, come dice l’imprenditore finto tonto del nordest di Balasso: il periodo di rapida crescita l’abbiamo gia’ avuto negli anni del “miracolo”, che non e’ ripetibile senza prima eventualmente distruggere tutto) oppure con una notevole dose di inflazione che permetta di falcidiare i redditi fissi in modo “automatico” (e automatico pero’ non vuol dire indolore, negli anni dell’inflazione a due cifre avevamo enormi tensioni sociali, compreso il terrorismo estremista, con lotte fra classi sociali e scioperi continui nel tentativo di mantenere il “potere di acquisto”).

    Comunque cosa stiamo a ragionare, e’ ormai evidente che la politica e’ da decenni che ci propina elisir miracolosi in un crescendo rossiniano, a cui forse non e’ neanche che la gente creda piu’ di tanto, chi vince non vince per le promesse mirabolanti e incredibili che fa, vince per la voglia dell’elettorato di mandare a casa a calci nel sedere i governanti precedenti. Non e’ il governo attuale che vince, e’ quello precedente che perde. Ogni volta. Se ci pensate, e’ da lustri, anzi fin da quando e’ stato possibile per la prima volta, dal 1989, con il venir meno del fattore K ( =Kommunizm, di Ronchey, 1979, per chi ha memoria, e con l’aiuto della bisogna ammettere meravigliosa wikipedia).

  2. Notare che le pensioni sono piu’ o meno quante i lavoratori che pagano contributi… il che implica che se si volesse che i pensionati guadagnassero ogni mese quanto un lavoratore, i soli contributi pensionistici dovrebbero essere il 50 per cento del reddito di chi lavora (e giu’ a scalare). Piu’ le altre tasse per pagare tutto il resto dei servizi e delle spese dello stato. Chiaramente insostenibile, per quanti giochi dei tre bussolotti, e moltiplicazioni dei pani e dei pesci, ci propinino gli scienziati economisti dei vari partiti. Questo tenendo conto che qualsiasi sistema pensionistico, a meno che non riesca a riversare i costi all’esterno del sistema, cioe’ del paese, con qualche forma di imperialismo, e’ di fatto a ripartizione.

  3. E’ ovvio che cio’ costituisce un incentivo formidabile a non lavorare oppure a farlo in nero, il che seleziona darwinianamente un sistema economico parallelo a quello ufficiale, a cui e’ patetico anzi controproducente opporsi, come ha cercato di fare lo Stato negli ultimi lustri, con la repressione fiscale-poliziesca. Serve solo a caricare la molla e farsi odiare sempre di piu’, e a porre i presupposti della futura guerra civile “calda” ed esplicita, al posto di quella “fredda” e implicita attuale. La fase di tregua armata che stiamo vivendo, usando come valvola di sfogo capri espiatori immaginifici, e’ solo temporanea.

  4. Per quanto riguarda i condoni di cui si parla tanto, puo’ essere utile ricordare qualcosa che oggi manca completamente nel dibattito pubblico, e che descrive la quotidianita’ dell’economia reale divenuta a forza di spallate e di botte marginale, da cui si evince che sia la politica che l’elettorato che chiacchera e la vota, non sa ormai nemmeno piu’ che esista.
    Mettetevi nei “preferiti” questi, e riascoltateli a mo’ di memento ogni tanto, la realta’ dell’economia, rimossa per alcuni, del tutto sconosciuta ai piu’ che vivono nella loro bolla virtuale, e’ questa:

    https://www.youtube.com/watch?v=IprqtgALXuo
    https://www.youtube.com/watch?v=DEqoWxITgXw

    Il resto sono chiacchere diversive di ignoranti che non sanno ne’ quello che dicono, ne’ di cosa stanno parlando.

    NB: il soggetto che parla nei video sopra, Dissegna, invece sa eccome quello che dice, e’ l’ex direttore, pentito, dell’agenzia delle entrate di schio e montebelluna, in due delle provincie italiane dove un tempo si produceva ed esportava una non trascurabile fetta del pil nazionale (per dire che a montebelluna, un paesotto, col sistema dei distretti delle PMI che lavoravano in sincronia, si fabbricava il 70 per cento degli scarponi da sci del mondo, e molto altro).

    Detto questo, lascio a voi dedurre la futilita’ delle chiacchere che vanno per la maggiore, e un po’ anche delle nostre.

    Notare i numeri di visualizzazioni dei due brevi video citati sopra, bastano da soli per dire tutto sul futuro di questo paese dannato.

  5. Dove sono finiti ? Suvvia Pardo, possibile non l’abbia ancora capito ? E’ sempre la solita “manina” di quei pezzi di m…. del Mef che fa sparire i miliardi del popolo !

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