750 MILIARDI, SUBITO, ALL’ITALIA

Il turista deve stare molto attento, quando effettua degli acquisti, e in particolare non dovrebbe comprare MAI nei negozi per turisti. La ragione è semplice. Il commerciante che opera in una cittadina ha tutto l’interesse a trattare bene i suoi clienti perché spera di farne degli acquirenti stabili. Viceversa chi vende qualcosa al turista sa che non lo rivedrà mai più. Dunque, se riuscirà a fargli pagare la merce il doppio del prezzo normale, non per questo il turista tornerà da un altro Paese a reclamare. Nello stesso modo, se i politici abbondano in promesse irrealizzabili, nel corso della campagna elettorale, è perché, una volta eletti, anche se mancano alla parola data sono inamovibili per cinque anni. Ma la situazione cambia quando sono al governo e la “scadenza” della promessa è ravvicinata. In quel caso, il rischio di squalificarsi agli occhi di tutti è grave e potrebbe avere notevoli conseguenze. Fino alla caduta del governo.
L’ineffabile Giuseppe Conte e i suoi ministri si trovano a guidare il Paese in un momento peggio che drammatico, a causa di un “fermo” economico durato mesi e le cui conseguenze diverranno presto fin troppo chiare a tutti. In queste condizioni, un politico coraggioso come Winston Churchill prometterebbe “lacrime e sangue”, e un politico avveduto non farebbe nemmeno un quarto delle promesse che ha fatto Conte.
Questo fino a ieri. Ora invece Ursula von der Leyen ha proposto un piano mirabolante in base al quale, soprattutto ai Paesi più colpiti dalla pandemia, sarà diviso un totale di 750 miliardi. La sensazione che il governo ha dato a tutti è che, se l’Europa diviene così generosa, è merito nostro. Noi che abbiamo tanto coraggiosamente insistito per ottenere questo risultato, anche se non si vede che coraggio ci voglia, essendo in bisogno, per chiedere ad alta voce piuttosto che a bassa voce.
Comunque tutti hanno strombazzato la manna di 750 miliardi, come se fosse la soluzione di ogni problema, la fine di un incubo, la possibilità di rilanciare tutti i Paesi europei verso il futuro e la felicità. Tanto che da noi il problema di cui s’è cominciato a discutere riguarda il modo di spendere quei soldi, essendo noto che l’Italia spesso non ha saputo utilizzare i fondi che le offriva l’Ue.
Torniamo sulla Terra. Se il governo fosse composto da persone serie non avrebbe dovuto permettere che la gente si illudesse tanto. E infatti è opportuno vedere come stanno le cose in concreto.
1 Quella della von der Leyen è una proposta, nulla di più. Per arrivare ad una decisione concreta bisognerà discuterne prima a giugno e poi anche oltre, a lungo, se non si troverà un accordo. Per questo accordo – val la pena di sottolinearlo – è richiesta l’unanimità, e già oggi Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia si dichiarano contrari. In particolare alle erogazioni a fondo perduto, su cui tanto conta l’Italia.
2 La somma di 750 miliardi si compone di 500 miliardi di regali e 250 di prestiti. Questi vanno restituiti. Il grande vantaggio è che chi si impegna è l’Europa, ma prestiti rimangono.
3 Poiché gli aiuti vanno distribuiti secondo la partecipazione al Pil europeo, l’Italia dovrebbe avere il 13% abbondante, cioè 105 miliardi; invece, per favorirci, ci danno una somma di circa 172 miliardi. Domanda: ma se danno di più a noi, daranno di meno a qualcun altro, no? Siamo sicuri che questo qualcun altro sarà d’accordo?
4 Come farà l’Ue a raccogliere queste centinaia di miliardi? Pare che saranno emessi dei titoli di debito firmati per così dire dall’Europa. E questa è la parte facile. Anche se mi chiedo chi restituirà questi miliardi. Ma già si sa che un’altra quota sarà raccolta mediante tasse europee. Cioè aumentando le tasse dei membri dell’Unione. E anche qui bisognerà vedere che cosa dicono i singoli Stati.
5 Interessante è pure vedere come saranno concessi i prestiti a basso tasso d’interesse. Infatti, a fronte di questo vantaggio, la concessione sarà condizionata da una serie di adempimenti. Gli Stati devono presentare un piano dettagliato di come intendono utilizzare i prestiti, specificando a quali riforme si impegnano a realizzare, e accettando che le somme siano erogate a mano a mano che dai controlli risulti che le promesse sono state mantenute. Non sono impegni dappoco. Sappiamo quante volte l’Italia ha parlato di riforme e quante riforme ha effettivamente condotto a buon fine.
6 Qualcuno si chiederà quando si vedranno arrivare questi soldi, e qui cominciano le dolenti note. Innanzi tutto, ricordiamolo, il piano non è stato ancora né discusso né tanto meno approvato dagli Stati che hanno un’opinione diversa. In secondo luogo, non è detto che la discussione si esaurirà in poco tempo. In ogni caso, si parla di mesi. Inoltre è già previsto che le somme non saranno versate subito, ma nel corso di quattro o cinque anni, e non a partire dal 2020 ma dal 2021. Dunque fino alla fine dell’anno dobbiamo cavarcela da soli. Infatti, per il 2020, con uno sforzo l’Ue ha stanziato undici virgola cinque miliardi per l’insieme dei membri dell’Unione.
7 In conclusione, il tripudio nazionale è sembrato un po’ esagerato. Questi denari, o parte di essi, se arriveranno, arriveranno a poco a poco, e a partire dall’anno prossimo. In secondo luogo, è allarmante il fatto che si parli di contributi a fondo perduto, perché a fondo perduto significa che qualcuno li regala. E chi è questo generoso signore? Non so più chi, facendo i calcoli e considerando che l’Italia, oltre ad essere fra i beneficiari, sarebbe anche fra i contribuenti, è arrivato alla conclusione che il nostro Paese potrebbe ragionevolmente sperare in un netto di ventisei miliardi in cinque anni. Chi pensa che con simile somma si salva l’Italia è più ottimista di me.
In ogni caso, è troppo presto tanto per essere pessimisti quanto per essere ottimisti. Dobbiamo aspettare i negoziati e la loro conclusione. Fino ad allora – e comunque per il 2020 – siamo soli e nessuno ci aiuta, salvo la Bce (se la Germania non la blocca) e salvo il Meccanismo Europeo di Stabilità, se l’Italia decide di approfittarne.
In realtà sarebbe bello se il governo, smettendo di sognare, cominciasse a pianificare un notevole taglio delle spese per rilanciare l’economia, diminuendo poi le tasse e riformando la burocrazia. Ma per questo ci vorrebbe il coraggio di Churchill, non il fazzoletto nel taschino.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
28 maggio 2020

750 MILIARDI, SUBITO, ALL’ITALIAultima modifica: 2020-05-28T19:57:01+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “750 MILIARDI, SUBITO, ALL’ITALIA

  1. “La Bce ha aumentato il programma di acquisti pandemici chiamati PEPP per l’emergenza da Covid 19, di 600 miliardi portandoli a 1.350 miliardi di euro e l’ha prolungato almeno fino a giugno 2021 con un reinvestimento totale almeno fino alla fine del 2022. Gli altri programmi di acquisto continuano. L’euro sta salendo, i rendimenti periferici sono in calo”. Così Vitor Constancio, ex vice presidente della Bce ai tempi della presidenza di Mario Draghi ha commentato a caldo la decisione dell’Eurotower di aumentare la potenza di fuoco messa in campo finora.
    https://it.businessinsider.com/bce-600-miliardi-pepp-karlsruhe-lagarde-merkel/

    Sembra una sfida alla corte di Kalsruhe !

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