GianniP

PICCOLO COMMENTO A CALDO SULLA SENTENZA DELLA CONSULTA

Subissato da una marea di falsi commenti, ho chiesto aiuto per settimane al Servizio di Assistenza. Che non è stato in grado di risolvere il problema. Allora ho abbandonato il blog pardonuovo.myblog.it, per tornare all’antico giannip.myblog.it. E per qualche settimana, questo blog è stato normale. Ora anch’esso è invaso dai “fake” e dunque (dal momento che nel passaggio avevo perso molti lettori) torno al precedente pardonuovo. Infetto per infetto, mi tengo il più noto dei due. Per il mese di febbraio pubblicherò gli articoli su ambedue i blog. Con marzo giannip sarà abbandonato.
Se la cosa infastidisce Voi, figuratevi me. Ma ho due blog: myblog, invaso dai commenti “fake”, e il cannocchiale che, una volta su tre – e per ore – è inaccessibile, sia a me sia ai lettori.
Che ci volete fare, siamo nell’epoca della modernità. Noi siamo forse imperfetti, ma i computer e internet sono perfetti. Nevvero?
G.P.

PICCOLO COMMENTO A CALDO SULLA LEGGE ELETTORALE

Naturalmente da domani diluvieranno i commenti sulla sentenza della Corte Costituzionale e naturalmente la maggior parte di coloro che li scriveranno saranno più competenti di me. Ma poiché oggi sono andato dal barbiere, come ho conversato lì, posso continuare in questa sede.
La sentenza mi sembra evidentemente il frutto di un compromesso. E temo che molti ne saranno scontenti. Infatti ha dichiarato incostituzionale quel ballottaggio che rischiava di dare un’enorme maggioranza (alla Camera soltanto) ad un singolo partito che era lungi dall’avere la maggioranza nel Paese. Ma quel marchingegno non era affatto un particolare secondario, nell’architettura dell’Italicum. Basti dire che Renzi è arrivato praticamente a disgustare Berlusconi – fino a creare una frattura insanabile, dopo l’aurora del Patto del Nazareno – pur di non concedere che il premio fosse attribuito ad una coalizione. Il suo calcolo era semplice: in primo luogo pensava che nessuno avrebbe mai raggiunto il 40% sicché quella era un’ipotesi platonica. A partire dal risultato normale, si sarebbe cominciato a giocare sul serio. Infatti, se si fosse andati alle elezioni, il Pd (a suo parere) aveva buone possibilità di essere il primo partito, di andare al ballottaggio e di vincerlo, mentre se il premio fosse stato attribuito alle coalizioni, la coalizione di centro-destra avrebbe avuto buone possibilità di battere la coalizione capeggiata dal Pd.
Dunque ecco qual era lo schema. Uno: elezioni; due: nessuno raggiunge il 40% dei voti; tre: il Pd è il primo partito; quattro: ballottaggio in cui vinceva il Pd, perché il secondo partito – che fosse il M5S o Forza Italia – sarebbe stato comunque azzoppato dal terzo, visto che si considerano vicendevolmente il peggio del peggio. In conclusione, comoda maggioranza nell’unica Camera per governare cinque anni senza intoppi.
Un calcolo sapiente che non ha fatto i conti con il referendum del quattro dicembre e ora con la sentenza della Consulta. Infatti la regola del premio al primo partito (invece che alla coalizione) fa crollare tutti i piani di Renzi. Rimane vero che nessun partito raggiungerà il 40% dei voti, ma poi, mancando il ballottaggio, i seggi si ripartiranno con il sistema proporzionale, e buona notte.
La Corte Costituzionale ha evirato l’Italicum e, approfittando di quella clausola cui Renzi teneva tanto, “il primo partito”, ha reso la legge proporzionale.
In conclusione il dispositivo dice d’aver lasciato in vita una legge che consente le elezioni. Che questo sia vero o no, non avrebbe dovuto dirlo la Corte Costituzionale. È un’affermazione che non ha valore giuridico, evidentemente ultra crepidam. Prendiamolo come un consiglio, visto che non può essere altro.
Si direbbe che la Consulta abbia adottato una decisione in equilibrio fra diritto e politica. Come diritto non poteva lasciar passare il ballottaggio senza un minimo di voti al primo turno per il partito più votato, perché questa sarebbe stata una norma peggiore del “Porcellum”, che già era stato dichiarato incostituzionale anche per questo motivo. Nel frattempo, con un occhio alla politica, sapendo che, se si fosse dovuta discutere una nuova legge costituzionale, le elezioni sarebbero state impossibili (perché una nuova legge richiede mesi) ha lavorato di forbici in modo da lasciare in vita quello che reputa un abito ancora indossabile. Magari per fare un favore a Renzi.
Ma l’essenziale è che abbiamo una legge elettorale proporzionale, e forse il più contento sarà Silvio Berlusconi.
Gianni Pardo
25 gennaio 2017

PICCOLO COMMENTO A CALDO SULLA SENTENZA DELLA CONSULTAultima modifica: 2017-01-25T18:14:25+01:00da
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