I SALVATORI DEL MONDO (A PAROLE)

Titolo del “Corriere della Sera”: Migranti, la denuncia di Msf: ‘In Libia situazione atroce, leader europei complici’ ”.
Non è la prima volta che si parla con molta preoccupazione di questo argomento. E non ci sono serie ragioni per contestare quanto viene riferito. Personalmente anzi non ho neppure letto l’articolo, perché so già che molti Paesi, soprattutto fra i più poveri e i più sfortunati, sono tutt’altro che umani e compassionevoli. La generosità è un lusso più da ricchi che da poveri.
Il rispetto del singolo indifeso è uno dei principali meriti delle grandi democrazie e delle grandi civiltà. Infatti non sono mai stato in un Paese dell’Est europeo prima dell’implosione dell’Unione Sovietica. Per paura. All’occasione, come avrei potuto sperare, io cittadino italiano, di essere rispettato da un’Ungheria, una Russia, una Polonia che non rispettavano nemmeno i propri cittadini?
Ammettiamo dunque senza problemi che i libici siano brutali con gli emigranti. Ammettiamo che li considerino come animali da sfruttare e li detengano in condizioni inumane. E con ciò?
Perché questo è il punto. I Médecins sans frontières (e i buonisti che gli vanno dietro) sembrano reputare che gli europei “dovrebbero far qualcosa” se, per ipotesi, a N’Djamena o a Gaborone, dei poliziotti violentano le detenute, i governi buttano in galera gli oppositori o le bambine vengono infibulate. Dovrebbero impedire che cose del genere si verifichino, a qualunque costo. Nel senso letterale di “pagando qualunque prezzo”, in termini di denaro, di impegno ed eventualmente di sacrificio dei propri soldati. Tutto questo è demenziale.
Se quotidianamente ci riempiamo la bocca di anticolonialismo e di rispetto della sovranità degli Stati, non abbiamo nessun diritto di criticare né le loro abitudini, né le loro istituzioni. Non abbiamo il diritto di dar loro lezioni su come devono agire o su come devono governare il loro popolo. O magari, abbiamo il diritto teorico di giudicarli male, ma non quello di passare all’azione per obbligarli a comportarsi come vorremmo noi.
Non soltanto la Libia è uno Stato sovrano, ma è anche uno Stato che gli europei si sono già dati la pena di “migliorare”, politicamente e moralmente. Diversamente perché avrebbero abbattuto il bieco tiranno? E comunque, se per caso le cose in quella regione andassero peggio oggi di come andavano quando c’era Gheddafi, chi si dovrebbe porre delle domande non sarebbe certo chi, come me, sul momento giudicò una follia quell’intervento. Dovrebbe farlo chi, non richiesto, ha creduto di poter migliorare i costumi e il livello di civiltà di un popolo. E magari ha biasimato al passaggio chi, come Berlusconi, non si mostrava entusiasta dell’impresa.
E tuttavia, per astenersi da ogni iniziativa, in questo come in tutti gli altri casi simili, c’è una ragione più seria del rispetto dovuto all’indipendenza altrui: l’impossibilità di farlo a livello globale. Msf ci parla delle condizioni dei migranti in Libia ma ci potrebbero ugualmente parlare del trattamento dei prigionieri negli scontri bellici fra Siria e Iraq, del livello di libertà della Turchia attuale, del livello di vita dei contadini nordcoreani, e di mille altri drammi che si svolgono quotidianamente nel mondo. Il compito sarebbe troppo grande per Ercole, che era un semidio, e forse anche un dio si scoraggerebbe. Il resto del pianto greco è pura scena.
Non solo è assurdo, stupido e calunnioso parlare della complicità dei leader europei, per quanto avviene in Africa o altrove, ma francamente questi leader non hanno sostanzialmente la possibilità di fare molto, né nel bene né nel male. Basti vedere che non siamo capaci di raddrizzare neanche il nostro Paese. In Italia abbiamo da sempre una consistente criminalità organizzata, abbiamo moltissime famiglie in stato di povertà assoluta, una disoccupazione giovanile da far spavento, e un Sud arretrato che non riesce a decollare, sin da quando Garibaldi sbarcò a Marsala. Non risolviamo un problema che conosciamo bene, e sul quale abbiamo ogni potere, e vorremmo risolvere quelli altrui, dove non abbiamo nessun diritto di mettere becco?
Chi è troppo buono, o è un ipocrita o è un imbecille. Questa preoccupazione, questa sollecitudine, questa pena per i mali del mondo è un vezzo. Una posa. Un modo per scaricarsi la coscienza. Un modo per dire untuosamente: “Io non faccio niente, perché non posso far niente, ma lo vedete quanto soffro? Mentre coloro che qualcosa potrebbero fare, e non la fanno, loro sì sono insensibili e colpevoli. Anzi, complici degli aguzzini”.
Aureola in omaggio.
Gianni Pardo
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I SALVATORI DEL MONDO (A PAROLE)ultima modifica: 2017-09-08T07:39:02+02:00da gianni.pardo
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