IL SUCCESSO DI SALVINI NON È IRREVERSIBILE

In questo momento la Lega ha uno straordinario successo. Dopo avere avuto circa il 17% dei voti alle elezioni, secondo i sondaggi oggi quel partito è accreditato di un astronomico 36%. In queste condizioni, dubitare del suo successo sarebbe da dementi. Del resto – si aggiunge – malgrado i suoi litigi interni, le sue gaffe, e l’evidente incompetenza della classe politica pentastellata, questo governo non ha alternativa. Perché non c’è un’opposizione credibile. E anche questa è un’affermazione che sembra demenziale contestare. Ma vi propongo lo stesso alcune argomentazioni.
È un fatto che oggi non esista una possibile maggioranza pronta a sostituire l’attuale. Ma è pure un fatto che, in politica, il vuoto non esiste. Se domani per qualsivoglia causa cadesse il governo, non ci sarebbe la quiete del deserto ma la ressa per formarne uno nuovo e farne parte. Ciò che coagula le maggioranze è l’appetito del potere. Un quarto di secolo fa, quando non si intravvedeva un’opposizione alla “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto, abbiamo visto andare al potere un partito che non esisteva fino a sei mesi prima. La miccia di Berlusconi non avrebbe provocato l’esplosione, se l’aria non fosse stata satura di gas anticomunista. E in fondo si spiega così anche il successo pentastellato. Arcistufi dell’establishment, gli elettori – dimenticando che al peggio non c’è mai fine – si sono detti: “Proviamo anche questi, peggio degli altri non potranno fare”. Insomma non sono tanto i “grillini” che hanno vinto, quanto il Pd e Forza Italia che hanno perso. Se dunque questo governo scontentasse gravemente gli italiani, il sistema che l’ha portato al potere funzionerebbe contro di esso e il Movimento rischierebbe di sparire. Nato da un sogno, potrebbe sparire con la fine del sogno.
Come quello dei pentastellati, il successo della Lega non è molto solido. Il suo successo è fondato sullo stop all’immigrazione, ma in politica non si vive di un solo argomento, se no si somiglia ai Paesi a monocultura. Anni fa il Brasile esportava soltanto caffè, e quando il prezzo di questa commodity crollò in Borsa, fu una tragedia nazionale. Se le cose non cambiano, lo stop all’immigrazione diverrà normalità e sarà pressoché dimenticato e sempre più si noterà l’assenza di risultati positivi riguardanti tutte le altre voci del famoso “contratto”. In attesa di questi risultati, un elettorato visceralmente deluso dalla politica precedente ha fino ad oggi concesso all’esecutivo una lunghissima “luna di miele”, ma sarebbe stupido farsi illusioni. La pazienza fatalmente si esaurirà. Soprattutto se, invece dei benefici sperati, si vedranno arrivare le botte dolorose dell’aumento dei costi del servizio del debito, se diverranno più onerosi i tassi d’interesse per i commercianti, se aumenteranno le imposte, e se i mercati stentassero ad assorbire i nostri titoli, provocando una nostra crisi di liquidità. Senza dire che per farci piangere basterebbero da sole le sanzioni che potrebbe imporci l’Europa. A quel punto basterebbe aver fermato, un anno prima, l’invasione dei migranti?
Sui grandi giornali, tutti si esprimono come se l’orizzonte temporale non andasse al di là di qualche mese: invece il tempo avanza col suo ritmo e corregge le prime impressioni. Quando una Francia delusa e scoraggiata riportò De Gaulle al potere, lo fece al grido di “Algérie Française!”, e naturalmente si sentì tradita quando il Generale accordò l’indipendenza a quella regione. Ma col tempo tutti si accorsero che dopo tutto era stata la cosa giusta e che anche riguardo al resto il Generale aveva governato bene. E infatti oggi un’infinità di strade e piazze – oltre al massimo aeroporto francese e a una portaerei – hanno il nome di De Gaulle.
Questo per dire che il grande successo politico non è un fuoco di paglia. Non è distrutto dal primo insuccesso e non basta il primo applauso. È soprattutto quando il popolo si è entusiasmato che è prontissimo a passare all’eccesso opposto. Prima ha tollerato che sotto la testata di un giornale fosse scritto: “Mussolini ha sempre ragione”, poi ne ha appeso il cadavere per i piedi in Piazzale Loreto.
Forse Salvini è più saggio di Matteo Renzi e meno rozzo di quanto ami apparire. Sa che i sondaggi sono vicini ad essere giochi di società e gli applausi sono effimeri come la loro eco. Soprattutto nel momento in cui dietro l’angolo ci aspetta la spaventosa realtà del 2019: è difficile che guidare il Paese nei prossimi anni possa essere un’occasione per coprirsi di gloria.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
26 novembre 2018

IL SUCCESSO DI SALVINI NON È IRREVERSIBILEultima modifica: 2018-11-26T12:22:41+01:00da gianni.pardo
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9 pensieri su “IL SUCCESSO DI SALVINI NON È IRREVERSIBILE

  1. A giudicare dai giudizi che raccoglie tra i commentatori il successo di Salvini sembra irreversibile. Gli si perdona tutto anche la promessa che al primo consiglio dei ministri avrebbe cancellato ben 7 accise sulla benzina. Promessa solenne e con tanto di firma . Che differenza col bullo di Rignano al quale non solo nulla veniva perdonato, ma si inventavano promesse da lui mai fatte per poterlo poi accusare di non averle mantenute.

    https://twitter.com/gq_gianni/status/1067547939298529280

  2. Eduardo, Salvini è imperdonabile, ma non neghi che Renzi era uno straordinario ballista. Sono tutte e due colpevoli. Renzi è quello delle quattro riforme epocali in quattro mesi, non lo dimentichi.

  3. ” Renzi è quello delle quattro riforme epocali in quattro mesi, non lo dimentichi.”

    No Pardo . Questa è un’altra balla che il circo mediatico ha ripetuto decine di volte fino a trasformarla in verità assoluta. Renzi non ha mai promesso quattro riforme in quattro mesi, tanto meno epocali come dice Lei . Renzi dopo aver ricevuto l’incarico al Quirinale, ai giornalisti in sala stampa ha dichiarato :
    ” entro il mese di Febbraio un lavoro urgente sulle riforme costituzionali e elettorali da PORTARE ALL’ATTENZIONE DEL PARLAMENTO e da subito dopo immediatamente nel mese di Marzo la questione del lavoro, nel mese di Aprile la riforma della Pubblica Amministrazione nel mese di maggio quella del fisco ” Da portare all’attenzione in Parlamento, non quattro riforme che sarebbero entrate in vigore una ogni mese come si è voluto far credere. A suo tempo postai sul blog le dichiarazioni AUDIO E VIDEO di Renzi fatte al Quirinale, ma non è servito a niente. Per questo mi astengo di riproporle nuovamente.

  4. Sapete cosa ho notato? Che ragionare molto sulle decisioni non aiuta a prenderle. Chi usa troppo il cervello poi non ha l’ audacia di prendere decisioni. I grandi statisti che la storia ricorda hanno avuto del gran culo. Di quelli che non hanno avuto culo non ci si ricorda.

    I grandi analisti sanno fare interessanti analisi sul pregresso, ma non riescono a propiziare il futuro.

    Quindi usare il cervello non e’ utile, ma deleterio per prendere decisioni ed io ora smetto di usarlo:

    e rivoto Salvini 🙂

    Ciao a tutti 😀

  5. 1) Sul fatto che Renzi sia un ballista, mi attengo ad un principio in uso in tutte la aule di giustizia: “i fatti notori non abbisognano di prova”. Fra l’altro è uno dei motivi del risultato del 4 dicembre 2016.
    2) Io non mi permetto di mettere in discussione la sua rettifica, e dunque le credo. Domanda, tuttavia. Renzi ha poi “portato all’attenzione” eccl, tutto quello che aveva promesso?
    3) È come dice lei, ma deve essersi espresso male, se tutti hanno capito quello che (colpevolmente) ho capito anch’io.

  6. Sul punto 1) le chiedo se Lei conosce politici che non raccontano balle . Berlusconi ne ha raccontate di stratosferiche e tuttavia non sono state oggetto del suo sarcasmo. E’ solo una questione di simpatia/antipatia. Renzi è antipatico e Berlusconi simpatico. Se però andiamo ad analizzare seriemente le ” balle” raccontate dall’uno e dall’altro, Berlusconi è quello che le ha sparate più grosse.
    Memorabile la dichiarazione fatta in conferenza stampa in occasione della visita di Zapatero in Italia : ” credo di essere stato e di essere di gran lunga il miglior presidente del consiglio che l’Italia abbia potuto avare nei 150 della sua storia. Lo dico sulla base di ciò che ho fatto e faccio e che gli italiani conoscono bene .”
    Anche recentemente nell’ultima campagna elettorale le ha sparate talmente grosse che anche Lei si è chiesto se non si era rimbambito.
    2) Si, anche se con qualche ritardo tutti i provvedimenti annunciati sono arrivati in Parlamento e sono stati approvati.
    3) Le parole pronunciate sono quelle e non altre. Se l’interpretazione è stata diversa è perché i giornali spesso distorcono le dichiarazione per superficialità e a volte per malizia.

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