LA CONGIURA CONTRO I CINQUE STELLE

C’è una congiura contro i Cinque Stelle? Per alcuni persino la domanda sembrerà insulsa; per altri invece il “sì” sembrerà la risposta ovvia. Ciò dipende dal fatto che la maggior parte della gente non crede a nessuna congiura – salvo quella contro Cesare, quella dei Pazzi contro i Medici, e quella contro Rasputin – mentre esiste un’altra categoria di persone sempre felici di scoprire cose che la grande stampa nasconde; complotti ai più alti livelli e, ovviamente, congiure. C’è tutto un mondo pronto a credere falso tutto ciò che si dice ufficialmente e vero ciò che non si dice ufficialmente.
In realtà, le congiure sono molto rare. Viceversa sono frequenti i casi in cui molti si comportano nello stesso modo, ma non in seguito ad un accordo fra loro: semplicemente opera su tutti un’unica causa, ottenendo naturalmente gli stessi effetti. Il punto comune c’è, ma non l’accordo, è la causa del fenomeno. Se in un ambiente lavorativo qualcuno è sempre imbronciato, brusco e, al limite, sgarbato, non è necessaria una congiura perché presto tutti lo evitino come la peste.
Questo fenomeno si può verificare anche in ambito politico, quando la causa ha dimensioni nazionali. Dopo una simpatia iniziale per Matteo Renzi, alcuni hanno subito trovato del tutto insopportabile il suo stile e si sono a lungo meravigliati che il giovane non suscitasse negli altri la stessa crisi di rigetto. Ma si sbagliavano sui tempi: è soltanto avvenuto che loro abbiano reagito più velocemente di altri. Infatti quando l’elettricità dell’aria ha ragiunto la quantità sufficiente, si è scatenato il temporale del 4 dicembre 2016 che ha “rottamato” il “rottamatore”. Nessuna congiura, contro di lui. Del resto è impossibile mettere d’accordo sotto banco milioni di elettori.
Oggi gli appartenenti al Movimento 5 Stelle si lamentano che i “giornaloni”, come li chiamano, siano tutti contro di loro. Denunciano l’ostilità dei “poteri forti”, degli intellettuali, dei sindacati, dell’Europa e di chissà chi altri ancora, in una sorta di congiura ai loro danni. Non si rendono conto che l’elemento unificante non è il complotto ma lo stesso Movimento. È questo partito – con le sue dichiarazioni, col suo comportamento, con i suoi programmi, con tutto ciò che fa – a inimicarsi coloro che non sono suoi sostenitori “a prescindere”.
Del resto, come potrebbero degli intellettuali stimare ragazzotti che, dall’alto della loro ignoranza, affrontano baldanzosamente problemi più grandi di loro? Fra l’altro, è la stessa dottrina del loro partito che li rende imprudenti. Nella filosofia pentastellata la competenza è per sé stessa sospetta. Sono i competenti che hanno condotto l’Italia al disastro e contestarli come fonte di verità o anche di semplice informazione è quasi un dovere. Un dovere che Laura Castelli assolve con zelo, trattando da ignorante o da bugiardo Pier Carlo Padoan, il cui curriculum in campo economico farebbe impallidire più di un grande cattedratico. Ci si può stupire se, in conclusione, l’intera Italia rida dell’incauta “dilettante”? Era necessario un complotto, per questo?
Per giunta, la maggior parte dei notabili pentastellati – a parte Beppe Grillo, che ha un buon curriculum di comico – sono dei disoccupati, persone con scarsa qualificazione e scarsissimo successo professionale, a cominciare da Luigi Di Maio. Come potrebbero essere stimati da coloro che hanno raggiunto le più alte vette nazionali, nella loro professione? In Italia i grandi editorialisti, vere star del giornalismo, non saranno più di una ventina – vogliamo fare cinquanta? – ma si tratta sempre di campioni: come potrebbero stimare gente che fa errori d’italiano e fino a ieri viveva a spese dei genitori?
Il Movimento ha avuto successo andando contro tutto e tutti, perché la gente è arrabbiata contro tutto e tutti. Ma questo tipo di politica non garantisce gli applausi di tutte le classi sociali. E certo non quello di chi è stato attaccato. Il Movimento ce l’ha con l’establishment e l’establishment ce l’ha col Movimento.
Credo di ricordare che Francesco Totti – un autentico idolo per i romanisti – è stato sfottuto a livello nazionale per la sua (presunta) dabbenaggine. Fino a far nascere una serie di barzellette con lui come protagonista. Ebbene, quel campione non ha parlato di complotto. Ha raccolto quelle barzellette e ne ha fatto un libro. Come avevano fatto, prima di lui, i Carabinieri, anche loro vittime di una serie di barzellette. D’accordo, non tutti sono persone serie a questo livello, ma tutti potrebbero almeno astenersi dal parlare di congiura.
Chi proprio ne ha voglia, prima conquisti le Gallie, poi si faccia nominare dittatore a vita, e infine chissà che qualche Bruto e qualche Cassio non si interessino di lui. Diversamente si rassegni. La congiura, come il plagio, è un grandissimo complimento che non tutti meritano.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
11 dicembre 2018.

LA CONGIURA CONTRO I CINQUE STELLEultima modifica: 2018-12-11T10:11:36+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “LA CONGIURA CONTRO I CINQUE STELLE

  1. Se lei cerca il suo nome su it.wikipedia.org vedrà che forse non sa quanto costa un litro di latte, ma ha altre competenze, di cui ha potuto dare prova in prestigiosi incarichi di cui non trovo traccia nel curriculum di Laura Castelli, come non li trovo nel mio e – probabilmente – neppure nel suo.
    La sua battuta andava lasciata al cabaret.
    A me, a suo tempo, non è piaciuta la “flessibilità politica” di Padoan che, per sostenere il suo governo, era capace di sostenere tesi improbabili, ma che una ragazzotta si permetta di trattarlo in modo arrogante, per giunta essendo lui parecchio più anziano di lei, mi creda, è inammissibile.
    Il sentirsi “rivoluzionari” non autorizza la cattiva educazione. Una una volta un militante comunista si rivolse a Togliatti chiamandolo compagno e dandogli del tu. Il “Migliore”, gli rispose gelidamente così: “”Compagno, mi può dare anche del lei”.

  2. Mi giunge nuova, in effetti, che per poter fare il ministro “economico” occorre sapere il prezzo di un litro di latte; e di un litro di benzina o di un pacchetto di toscanelli no= Quindi, un ministro dell’agricoltura deve sapere il prezzo di un chilo di patate (fissato per legge) o di un sacco da 10 kg di puro stallatico. Mamma mia, come dev’essere duro prepararsi agli esami per ministro! Fortunatamente quelli attuali sono tutti ben preparati. Tra tutti spicca, come sempre, ad esempio Toninelli, che, per bocciare la ristrutturazione dell’aeroporto di Firenze, osserva che roba come questa deve far parte di un piano nazionale degli aeroporti. esaltando invece la soluzione Pisa, che è aeroporto militare “aperto al civile”. Perbacco, è giusto! Fortuna che Toninelli se n’è accorto! Esaltando invece la soluzione Pisa, che è aeroporto militare “aperto al civile”. Magari, impegnato nella analisi costi-benefici se cambiare i calzini o la cravatta, non ha avuto tempo di leggere il DPR 201/2015 in GU n. 194/2015 (piano nazionale degli aeroporti), ma glielo perdoniamo: ci fa sempre ridere di gusto!
    Però, sicuramente sa il prezzo del litro di latte o del Kinder Bueno.

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