HANNO CAPITO O NON HANNO CAPITO?

Nel nostro presente politico è veramente difficile orientarsi. La cosa più tremenda è che non si ha nemmeno la comoda scappatoia di dirsi: “Non ho capito io, ma un senso ci deve essere”. Un po’ come quando uno specialista cerca di spiegarci qualcosa che per noi rimane incomprensibile, ma pensiamo la comprenda il nostro medico di fiducia. Qui invece siamo di fronte a cose contemporaneamente evidenti e in aperto conflitto fra loro.
Tutti sanno che per molti mesi i due partiti attualmente al governo, e in particolare i loro due leader, hanno sparato ad alzo zero contro le autorità comunitarie. Hanno detto e ripetuto su tutti i toni – anche i più violenti e volgari – che le regole europee erano sbagliate; che loro non ne avrebbero tenuto conto; che gli italiani venivano prima dello spread, del debito pubblico e dei vincoli di bilancio. Inutile riprendere questa musica, tutti l’hanno sentita, fino alla nausea.
Poi, improvvisamente, tutto è cambiato. Tria non era un mezzo imbecille che non aveva capito niente. Conte era uno statista che forse avrebbe salvato l’Italia. A Juncker, a Moscovici e a Dombrovski bisognava rivolgersi col massimo tatto. Insomma i nostri statisti si sono accorti che avevano imboccato un vicolo cieco, che i conti sono conti, che stavano per andare a sbattere contro una roccia, e improvvisamente le regole comunitarie sono diventate sacre. Così si sono fatta dettare la legge di stabilità dalle autorità europee, fino a dover concordare i particolari e fino a non poterla presentare in tempo alle Camere perché fosse discussa e votata. Infatti oggi – e siamo al ventidue dicembre – si prospetta la necessità, se si vuole evitare l’esercizio provvisorio, di imporre a Senato e Camera di votare, sotto la pistola puntata del voto di fiducia, una legge di stabilità che esse non hanno nemmeno potuto leggere. E figurarsi discutere. Con così grave vulnus della democrazia da far impallidire tutte le torsioni un tempo rimproverate dai Cinque Stelle ai passati governi.
Uno pensa: finalmente hanno capito come stanno le cose. Magari sono come quei bambini che tendono il dito verso la candelina accesa sulla torta del loro compleanno, e così imparano che significa scottarsi, ma meglio tardi che mai. Anche se questi sono cresciutelli e sembrano quasi maggiorenni.
E invece no. Mentre continua la tragicommedia della legge di stabilità che arriva e non arriva; che è stata finalmente approvata da Bruxelles ma forse no; mentre c’è il dubbio che i nostri tecnici, chiamati a battere record di velocità nel loro lavoro, abbiano sbagliato qualcosa; insomma mentre ancora non abbiamo superato le forche caudine della procedura d’infrazione (sospesa ma non annullata) ecco che i nostri eroi ricominciano con le loro rodomontate. Tanto assurde quanto pericolose. Salvini parla di “presidiare” il Parlamento, se è necessario ottenere la sua beneamata “Quota 100” per le pensioni, e Di Maio non gli è da meno nell’insistere sulla realizzazione delle sue promesse. Anzi, per far prima, le dà già per realizzate. “Fatte”, come ha detto in televisione. Insomma, questi due hanno ripreso con la solita solfa: “Noi tireremo diritto”, “Non arretreremo di un millimetro”, “No pasaran”, “Abbiamo otto milioni di baionette e spezzeremo le reni alla Grecia”. E il mondo trema dinanzi alla foresta dei nostri gagliardetti.
Veramente viene il dubbio che non abbiano capito niente. Veramente si è indotti a pensare che per loro le parole abbiano un valore di per sé, anzi, un potere taumaturgico, dico alle acque del Mar Rosso di farsi gentilmente da parte, ed esse non possono far altro che obbedire.
Nel nostro caso, mentre il nemico bruxellois è già entrato in città, costoro continuano a sostenere che mai e poi mai riuscirà a superare le nostre porte. Un po’ come Mussolini – a quanto pare ineliminabile modello della nostra politica – il quale ci gridava che, se avessero tentato di sbarcare in Italia, gli Alleati sarebbero stati fermati sul “bagnasciuga”, condannando fra l’altro l‘Italia a confondere, nei secoli, il bagnasciuga con la battigia.
Purtroppo questi incoscienti, con il vizio di aprire la bocca e darle fiato, ci sono costati miliardi e miliardi di euro in termini di interessi sul debito pubblico e in termini di capitalizzazione. Ora il timore è che ci possano costare altri miliardi e miliardi di euro per ragioni analoghe, magari senza poi cavare un ragno dal buco. Fino ad ora, ciò che di più concreto abbiamo visto, è l’aumento delle tasse. Ottimo sistema per rilanciare l’economia.
Un illustre commentatore aveva scritto in questi giorni che “questi adolescenti” stanno finalmente entrando in contatto col principio di realtà, ma a quanto pare era troppo ottimista. Questi non credono alla solidità della roccia nemmeno dopo averci sbattuto la testa. Nemmeno dopo essere andati dal medico di Bruxelles a farsi curare. E infatti oggi promettono di prendere la rincorsa per andare ad abbattere quell’ostacolo a cornate.
Se questi sono adolescenti attardati, è proprio vero che la saggezza è quella dei vecchi. Anzi degli antichi, quando dicevano che Giove rende pazzi coloro che vuol perdere. Il guaio è che questi non si perderanno da soli, perché ci obbligheranno a tenergli compagnia.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
22 dicembre 2018

HANNO CAPITO O NON HANNO CAPITO?ultima modifica: 2018-12-22T16:10:59+01:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “HANNO CAPITO O NON HANNO CAPITO?

  1. Non è che non hanno imparato: alla fine si sono calati i pantaloni e hanno dimostrato di aver capito che c’era l’iceberg e stavano andando a sbattersi.
    Semplicemente, loro recitano. Recitano ad uso e consumo degli inetti, dei disinformati e dei distratti. Loro si rivolgono solo ed esclusivamente a queste categorie di soggetti per un motivo molto semplice: costituiscono la maggioranza degli (ahinoi) aventi diritto al voto.
    Neppure ci provano a rivolgersi a chi conosce almeno l’abc della politica e dell’economia.
    È una commedia per quel genere di pubblico. Non provi neppure a perdere tempo ragionandoci sopra.

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