UNA VERITA’ STATISTICA ED ELITARIA

La scienza è quanto di meglio abbia prodotto l’umanità per cercare di comprendere la realtà. Dunque chi si batte contro la scienza, si batte contro la verità fattuale. Purtroppo anche le parole di stima, per la scienza, possono metterla in pericolo. Infatti molte persone, sentito quanto essa sia nobile e utile, ne deducono la sua infallibilità; e così, quando poi si dimostra che in qualche caso ha sbagliato, si convincono che essa sia un’opinione come un’altra. In realtà, per la scienza bisogna guardarsi dall’esagerare sia nella direzione della fede priva di dubbi, sia nella direzione dello scetticismo a buon mercato.
La prima caratteristica della verità scientifica è – direbbe Popper – la possibilità di dimostrare che le sue affermazioni sono false. Sembra una banalità ma non è. Se qualcuno sostiene di avere visto un fantasma, lui non può dimostrare che il fatto è avvenuto, ma noi non possiamo dimostrare che – volontariamente o involontariamente – mente. Quell’affermazione non può essere dimostrata né vera né falsa: e dunque non è scientifica. È questo che Karl Popper sosteneva, quando diceva che una verità, per essere scientifica, dev’essere “falsificabile”, cioè si possa dimostrare che è falsa. Se poi non ci si riesce, si ha la verità scientifica.
Ora ammettiamo che tutti gli scienziati sostengano in coro una data affermazione. Dato il fenomeno A, dicono, ne consegue il fenomeno B. Questa verità è assoluta? Nient’affatto. Un giorno uno studioso potrebbe dimostrare che è vero che ad ogni A segue un B, ma quel B non dipende da A, dipende da C, che è collegato ad A ma non è A. E non sarebbe uno scandalo: una verità scientifica rimane valida finché non se ne dimostra una migliore.
Visto che si è tanto parlato di vaccini, non è scientificamente assurdo sostenere che siano più dannosi che utili. Ma bisogna dimostrarlo. Affermarlo non basta. Dire che i vaccini fanno male non è “un’opinione sostenibile come un’altra”, è “un’affermazione contraria all’attuale livello di conoscenze scientifiche”.
La scienza non è democratica, come del resto non è la verità, la quale certo non può essere decisa a maggioranza. In questo senso la scienza è elitaria. Essa non concede diritto di parola a chi non è qualificato nel suo campo. Non è nemmeno lecito dire: “Io mi limito a non vaccinare i miei figli”, perché quelle parole possono essere così tradotte: “io mi limito a non proteggere mio figlio e a infettare gli altri”.
Se invece qualcuno è capace di dimostrare che i vaccini fanno più male che bene, si accomodi. La scienza non è contro la possibilità di giungere ad una migliore verità, è contro chi spara affermazioni senza apportare prove.
Naturalmente non basta citare un singolo medico che la pensa così. Una tesi non è scientifica perché la formula un professionista del ramo, se no sarebbe stata scientifica la cura Di Bella. Si considera verità scientifica quella accettata non da un singolo competente, ma quella accettata dal massimo numero di cultori della materia, dai testi specialistici, dalle massime riviste scientifiche. In altri termini “quando ha dalla sua la stragrande maggioranza dei competenti”.
A questo punto non possiamo nasconderci che, sia pure parlando di una maggioranza qualificata, stiamo facendo della verità scientifica un fatto statistico. Infatti è proprio così e non potrebbe essere diversamente. Se non seguissimo l’opinione della grande maggioranza degli scienziati, non ci rimarrebbe che seguire l’opinione di uno scienziato scelto come oracolo. Oppure di un dittatore come Stalin, quello che favorì le teorie di Lysenko perché si conformavano alle direttive del partito. Peccato fossero sbagliate.
Non tutti i rami della scienza godono delle stesse certezze. La cosmogonia – per esempio – è il campo delle ipotesi indimostrabili, mentre in chimica chiunque può realizzare un esperimento infinite volte, ottenendo infinite volte lo stesso risultato.
Purtroppo la medicina è un campo in cui la “verità scientifica” è due volte statistica. Una prima volta, perché tale è la scienza; una seconda volta, perché i suoi risultati sono probabilistici. La medicina non afferma che il farmaco X guarisce il male Z, afferma che lo guarisce in una apprezzabile percentuale di volte. Se il mal di testa passa nel 60 o 70% dei casi, val la pena di prendere una pillola. Infatti il primo principio della farmacologia non è quello di “assicurare la guarigione”, ma quello di “assicurare che il medicinale non fa male” (primun non nocere). E se fa male (si pensi alla chemioterapia per il cancro) deve presentare vantaggi largamente superiori, anche se non certi, a quel male.
Purtroppo, basandosi su queste incertezze, molte persone si credono furbe manifestando uno scetticismo totale sulla medicina. È un atteggiamento assurdo. Come è stupido aspettarsi troppo, dalla medicina, è stupido non aspettarsene niente. E infatti i miscredenti della medicina rimangono tali finché non stanno male sul serio.
La scienza è il massimo che si possa ottenere con la razionalità.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
12 gennaio 2019

UNA VERITA’ STATISTICA ED ELITARIAultima modifica: 2019-01-13T18:31:58+01:00da gianni.pardo
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9 pensieri su “UNA VERITA’ STATISTICA ED ELITARIA

  1. Quando scoppiò la querelle relativa ai vaccini, mio padre stava ancora relativamente bene e mi ricordo che mi disse una cosa che, non perché la diceva mio padre, non per autocelebrarmi su che padre intelligente ho, mi fece chiarezza circa il perché molte persone, anche in perfetta buonafede, non si fidano più dei vaccini.
    “Quando a Napoli scoppiò l’epidemia di colera” diceva mio padre “noi, che oltretutto avevamo già vissuto anche l’emergenza della poliomielite, ci precipitammo in massa a farci vaccinare, al punto che c’erano le file. Perché questo? Perché ci fidavamo della Sanità, sapevamo che era fatta prevalentemente da persone serie e ci fidavamo della politica che la gestiva. Se oggi molti hanno dubbi sui vaccini, in realtà non hanno dubbi sul vaccino in sè come principio ma sugli organismi della politica che li governano. Non è minimamente pensabile che la stessa classe politica che ha rubato il futuro di milioni di giovani poi sia credibile quando parla di vaccini”.
    Burioni e la sua accolita di fanatici filovaccinisti, ossia una torma di somari perfettamente speculare alla torma di somari antivaccinisti, che prorompono in continui giubili nei confronti del professore illudendosi così di ottenere la patente di “persone intelligenti e istruite”, sembrano non capire una cosa in fondo banalissima: chi non si fida più dei vaccini, in realtà non è che non si fidi dei vaccini ma non si fida della Sanità italiana, di coloro che ne fanno parte, dei virologi divenuti apologeti del vaccinismo a colpi di insulti.
    E quando qualcuno non si fida di te, non è dandogli del somaro che gli farai cambiare idea, anzi.
    Otterrai l’esatto opposto.
    Io personalmente ero filovaccinista senza “se” né “ma”.
    Mi è bastato vedere il PD cavalcare – e con la consueta arroganza e spocchia – il tema dei vaccini per farmi venire dei dubbi.
    Mi sono chiesto: “Ma può essere sincero l’accanimento di quella stessa classe politica che ha distrutto il futuro di milioni di giovani su un tema come quello dei vaccini?”
    E così ho realizzato che io non è che non mi fidi dei vaccini in sè, so benissimo che grazie ai vaccini sono riuscito ad evitare malattie pericolosissime, ***IL PROBLEMA NON E’ DEI VACCINI*** ma ***I VACCINI IN MANO A QUESTA ORRIBILE CLASSE POLITICA***.
    Quelli che oggi tentano di imporre vaccinazioni obbligatorie sono gli stessi che vogliono distruggere il paese favorendo l’immigrazionismo di massa, la finanziarizzazione dell’economia del mio paese, la fuga dei migliori giovani e, utilizzando l’enorme impianto propagandistico dei media mainstream, cercare di farmi il lavaggio del cervello pretendendo di farmi passare per somaro se io non condivido certe cose, specie se ho informazioni attendibili e affidabili che smontano tali bugie.
    Come pretendono che io mi fidi?
    E più cercheranno con arroganza e violenza di farmi cambiare idea, più mi convincerò che dietro tutta questa violenza, dietro tutta questa insistenza ci sia qualcosa di profondamente losco.
    Sì ok, i vaccini sono importanti, sconfiggono tante malattie, nessuno lo mette in dubbio.
    Il problema è che io penso che nei vaccini, oltre ai virus attenuati che dovrebbero scatenare la famosa risposta immunitaria, vengano messe altre schifezze.
    Non so perché lo fanno. Se lo fanno per far ammalare i bambini di tumore tra una cinquantina d’anni, al fine di non pagargli la pensione. Se lo facciano per sterilizzarli. Se sia il conto di qualche guerra perduta, di qualche peccato commesso dal mio paese. O semplicemente perché, rasoio di Occam, chi li impone deve farsi pagare qualche marchettone da qualche casa farmaceutica come già avvenuto per il vaccino contro l’Epatite B introdotto in Italia grazie ad una tangente.
    Il dato di fatto è che io penso che questo accanimento così massiccio, così violento, nasconda fini molto meno nobili.
    E l’altro dato di fatto è che io non mi fido di questa classe politica.
    E se io la penso così, l’arroganza e spocchia di Burioni e del suo esercito di fanatici non otterrà altro che farmelo pensare ancora di più.

  2. E che cosa dire delle “scienze turistiche”, come viene chiamato il corso di laurea offerto da diverse università? Come rientrano in tutto questo?
    La creatività ed il marketing delle università di oggi è arrivata a svendere e ridicolizzare anche il concetto di scienza….

  3. “La scienza è quanto di meglio abbia prodotto l’umanità per cercare di comprendere la realtà” (…) “La s. è il massimo che si possa ottenere con la razionalità”

    Per quel che può valere l’opinione del sottoscritto, sottoscrivo al 200%
    Molto opportuno il riferimento a Popper, campione dell’epistemologia del Novecento e grande liberaldemocratico.

  4. @Giorgio Benussi, non è complottismo, è semplicemente la percezione comune sulla narrazione odierna relativa ai vaccini.
    Guardiamo ai fatti.
    La gente non si fida dell’attuale classe politica.
    Sarà giusto, sarà sbagliato ma tant’è.
    Come si pretende di riconquistare la fiducia della gente? Offendendola? Insultandola? Denigrandola? Appellandola come complottista?
    Se a suo avviso, questa è la strada, chi si pone alla guida di correnti di pensiero simili sarà sempre più minoritario.
    Occorre investire nella credibilità delle classi dirigenti e non pensare che chi non condivide la tua visione delle cose sia tout court un idiota o, come Lei dice, un complottista.

  5. @Franco Marino. Scusi, ma che cosa c’entra la fiducia nella classe politica con la fiducia nella scienza? Il vaiolo è scomparso dalla faccia della terra almeno dal 1973. L’anno scorso si sono avuti solo due casi di poliomielite al mondo: uno in Afghanistan ed uno in Pakistan. E con tali risultati noi scegliamo di morire di morbillo perché non abbiamo fiducia nella classe politica? Mi perdoni, ma non la capisco.

  6. @Giorgio Benussi Ma ancora con questa storia che viene messa in discussione la bontà dei vaccini?
    Ma scrivo in arabo?
    La gente non è che non abbia fiducia nei vaccini, la gente non ha fiducia NELLE CLASSI DIRIGENTI che devono decidere.
    Può essere giusto, può essere sbagliato ma oggi l’opinione pubblica, pur non disconoscendo l’efficacia teorica dei vaccini, è convinta che in essi vengano inoculate sostanze che nulla hanno a che fare con i protocolli.
    Siamo d’accordissimo che ciò possa non essere vero, che sussistano senza dubbio esagerazioni, ma questo è il termometro dell’opinione pubblica.
    E più offenderete chi non la pensa come voi, più peggiorerete la situazione.

  7. @Franco Marino. Ma quando scrive “la gente” è impersonale o include se stesso?
    In ogni caso complottista non mi pare un insulto, ma solo una posizione ideologica come mercatistica, statalista, socialista, e via discorrendo. Il non essere d’accordo non significa insultare.

  8. Complottista, nell’accezione con cui la intende chi come Lei appella un’argomentazione differente come “complottistica” è (o perlomeno io la vedo e dato che Lei sta parlando con me, La pregherei di evitarlo) a tutti gli effetti un insulto che io rigetto.
    Personalmente, quando mi sottopongono una tesi, non sto a vedere se rientri nella lista nera delle dichiarazioni complottistiche e dunque da rigettare a priori o no. Vedo semmai se contiene elementi di fondatezza e sulla base di quello discuto.
    Io sono dell’idea che i No-Vax esistano solo nella vostra mente. Esistono semmai due fronti contrapposti: chi crede a priori – e poi casomai si atteggia a laico de noantri – nell’onestà della comunità politica chiamata a decidere di questioni relative alla salute e chi, come il sottoscritto, non ci crede.
    Non c’entra un’emerita fava essere no-Vax. Se vuole sapere se io creda al principio secondo cui inoculando virus attenuati o morti, si sviluppa un’immunità che ci protegga dai virus veri, sì, ci credo. Semplicemente non mi fido della classe politica che decide se estendere l’obbligo vaccinale oppure no.
    In sintesi, credo nei vaccini ma non credo nei vaccini nelle mani di questa classe politica.
    E’ chiaro come discorso?
    E Santa Pace!

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