IL COLOSSO DAI PIEDI D’ARGILLA

Che cosa può far rovinare al suolo un edificio? Un terremoto, è la prima cosa che viene in mente. Una bomba. Una cannonata. E tuttavia c’è ancora una causa cui spesso non si pensa: la convinzione che non potrebbe rovinare mai. L’eccesso di sicurezza può avere esiti drammatici. Se infine i barbari hanno sottomesso Roma è stato perché tutti erano convinti che l’Impero fosse invincibile ed eterno.
Ogni essere umano ricomincia da zero il cammino della conoscenza e le impressioni risultano spesso invincibili. Da ragazzo una volta vidi un enorme ragno dalle possenti zampe nere che se ne stava tranquillo per terra. Faceva spavento. Ma era fin troppo tranquillo. Tanto che, ripreso coraggio, lo stuzzicai con uno stecco e mi resi conto che era finto. Così, malgrado un invincibile schifo, lo raccolsi e me lo portai a casa. Volevo studiare meglio la profonda impressione che mi faceva. Il cervello aveva un bel dirmi che era soltanto un giocattolo, gli occhi non smettevano di ripetermi che ero in pericolo. Spesso le suggestioni convincono più dei ragionamenti.
Il fenomeno è per così dire generale. Già da piccoli partiamo con pregiudizi nati da semplificazioni e generalizzazioni, e dobbiamo fare notevoli sforzi per uscire da quella mitologia per la quale i professori sono tutti persone colte, i medici non sbagliano mai diagnosi e i ponti non possono crollare. E purtroppo anche in seguito molta gente non lotta sufficientemente per arrivare all’età adulta, e per questo è facile preda dei paralogismi e della demagogia.
Proprio perché l’insufficiente realismo è un male molto diffuso, non c’è ragione di essere più severi con una particolare categoria di cittadini. Non basta, per condannare i politici, il fatto che abbiano responsabilità enormi. Se fossero competenti in storia, in geografia, in economia, probabilmente non si darebbero alla politica e insegnerebbero nelle università. Il loro massimo merito, quando l’hanno, è quello di saper scegliere i consiglieri giusti e avere l’umiltà di ascoltarli. Abilità quest’ultima che – per nostra fortuna – mancò a Hitler.
Dunque anche i politici hanno il “diritto” di sbagliare, perché siamo tutti fallibili. È un peccato che in italiano non sia un luogo comune come quello degli inglesi, quando dicono: “I am only human”, sono soltanto umano. Ma anche in questo campo non bisogna esagerare. Come non si può perdonare il chirurgo che opera con le mani sporche, anche i politici dovrebbero sapere che ci sono limiti agli errori e all’incompetenza. Nell’attuale maggioranza di governo in troppi sono convinti che, dal momento che lo Stato è enorme, non può fallire. E invece è avvenuto molte volte. L’Argentina ha perfino concesso dei bis. In particolare, fra gli ingenui che – malgrado la sorte dei dinosauri – credono all’infrangibilità dei mastodonti, ci sono i Cinquestelle.
Costoro non sanno che già millenni fa la Bibbia parlava di un “colosso dai piedi d’argilla”. Così continuano a tirare calci negli stinchi all’Italia e al passaggio anche ai suoi alleati, perché sono convinti di non rischiare nulla. Pensano che, anche se metteranno a rischio l’economia del Paese in nome dell’ideale, non pagheranno pegno. Credono che l’unico limite, nella condotta dello Stato, sia la mancanza di coraggio. Prendono sul serio i loro sogni e accumulano sulle loro teste tante nuvole gravide di pioggia che inevitabilmente si produrrà una tempesta. Soprattutto credono di modificare la realtà con le parole.
Personalmente mi sento nella drammatica condizione del passeggero di un autobus il cui autista corre troppo veloce su una strada di montagna. Mentre io guardo con terrore i dirupi che sfioriamo e nei quali potrei finire i miei giorni, gli altri passeggeri sorridono fiduciosi. Gli italiani aspettano sereni, e con sorprendente pazienza, i mirabolanti benefici promessi. E intanto accreditano a questo simulacro di governo un sessanta per cento di consensi.
Ma per quanto tempo ancora? E quando, con la violenza di un fulmine sul tetto, scoppierà la delusione, in che condizioni sarà la nazione? Come se la caveranno i più deboli? Non dimentichiamo che i pensionati non hanno alternativa.
Secondo i francesi, “come si fa il proprio letto, così si dorme”. E nel nostro caso, sempre per citare i francesi, “nous sommes dans de beaux draps”, siamo proprio fra belle lenzuola.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

IL COLOSSO DAI PIEDI D’ARGILLAultima modifica: 2019-02-08T08:10:16+01:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “IL COLOSSO DAI PIEDI D’ARGILLA

  1. A proposito di colosso dai piedi d’argilla, e’ disponibile la relazione della commissione ispettiva sul crollo del viadotto di genova che fa un po’ di luce sulla dinamica del crollo, ne parlano qui:
    https://www.ingenio-web.it/21280-ponte-morandi-disponibile-online-la-relazione-della-commissione-ispettiva-mit
    Mi pare che a fronte del “tutti ingegneri” dell’epoca ora che finalmente c’e’ qualche dato se non certo pero’ almeno un po’ affidabile, nessuno ne vuole piu’ parlare, ne’ a livello giornalistico ne’ politico ne’ popolare, e si capisce perche’, contrariamente alla convinzione arrogante e ultrasicura di tutti, pare che a cedere per primo trascinando giu’ tutto sia stato l’impalcato est della pila 9… non gli stralli. Meglio buttare giu’ tutto, dimenticare e non parlarne che dover ammettere di aver sbagliato per presunzione e faciloneria ad ogni livello… Sempre cosi’, finisce, si ha quasi l’impressione che alla gente in realta’ importi solo di manifestare il proprio saccente narcisismo e la voglia di puntare il dito contro qualcosa, dell’oggetto di cui si sta occupando nella sua complessita’ e sfaccettature non gliene frega proprio niente.

  2. winston diaz: l’ argomento che porti cioe’ che PARE abbia ceduto l’ impalcato est della pila 9 (manco so’ cos’ e) e’ un po’ debole per sostenere il seguito. Innanzitutto quel PARE tale rimarra’ in quanto se ingegneri possono sbagliare a progettare un’ opera perche’ dovrebbero essere infallibili ingeneri che si aggirano tra le macerie per ricostruire le dinamiche?

    Esaminare pero’ un’ opera edile dopo che e’ crollata puo’ essere utile per accumulare esperienze e consapevolezze per realizzazioni future, ma all’ epoca della progettazione del ponte Morandi le competenze ingegneristice non erano gia’ della maturita’ tale da sconsigliare certe scelte? Inoltre i periti che da anni lo danno per pericoloso, vuoi dire che sono inaffidabili perche’ il ponte e’ caduto non per cedimento degli stralli (PARE, sempre quello) ma per un impalcato non da loro previsto? Vogliamo quindi dire che quelle tecniche sono ancora utilizzabili, basta solo che impariamo a fare meglio gli impalcati est?

    Quello che so’ del ponte Morandi l’ ho letto a seguito del crollo e potrebbe essere errato, ma SE E’ VERO che il cemento armato a lavorato in trazione, lo so’ dalle scuole medie che e’ sbagliato, anche se non e’ caduto per quello. Inoltre se l’ acciaio degli stralli era non ispezionabile perche’ rivestito di cemento mi sento comunque di dire che e’ una coglionata a prescindere.

    Ripeto: ho informazioni popolari in merito, ma non ho mai accettato che non si onorasse la mia intelligenza perche’ non titolato. Come andare dal dottore e chiedere “che cosa ho?” e ricevere risposta: “lei non ha studiato medicina quindi inutile dirglielo. Faccia quello che le dico io che sono medico e si sottoponga alla cure che io decidero’ senza attivare alcuna capacita’ critica e di obiezione.” Diverrebbe una nuova tirannia. Certe informazioni, esemplificate, le posso gestire.

    Ciao.

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