OTTOCENTOMILA

In Libia c’è uno scontro tra milizie che i media italiani, in mancanza di notizie hanno ribattezzato guerra civile. Il capo di Tripoli, per ottenere aiuto, ha detto che c’è il rischio per l’Italia si imbarchino ottocentomila persone fra cui centinaia di ex terroristi dell’Isis ed altri delinquenti.
A questo punto, il nostro ruspante Ministro degli Interni Matteo Salvini ha intimato alle navi militari di impedire l’arrivo di questa fiumana di persone. I militari hanno protestato che loro non ricevono ordini dal Ministro dell’Interno, ma dal Ministro della Difesa, e molti, in primis i dirigenti del M5s, hanno dato ragione agli ammiragli. Naturalmente c’è da pensare che Salvini, prima di dare ordini ai militari, avrà pure chiesto ai suoi collaboratori se poteva permetterselo. Ma ammettiamo pure che abbia sconfinato e che gli altri ne abbiano approfittato per assestargli una bastonata sul muso.
Questo lo stato della lite quotidiana. Ora si può dubitare che in Libia ci sia una guerra civile; si può dubitare che, nel caso, abbandonerebbero il Paese ottocentomila persone (su quanti natanti possono imbarcarsi ottocentomila persone? Quante navi da crociera della flotta Costa possono noleggiare?); si può dubitare che troverebbero il denaro per pagarsi la traversata; si può dubitare (come dicono le anime belle) che, una volta giunti in Italia, dall’Italia sarebbero poi redistribuiti (e accettati) dagli altri Paesi europei; si può dubitare che tanti terroristi siano ansiosi di venire in Italia, anche perché l’Isis ha perso la guerra, quelli che fuggirebbero di prigione sono noti per nome e cognome e in Italia finirebbero al fresco); si può dubitare che Salvini abbia il diritto di chiudere i porti a coloro che fuggono da una guerra (ammesso che ci sia una guerra) e che possa dare ordini alle navi militari. Ma si possono anche trascurare tutti questi singoli punti e andare alla sostanza politica della faccenda.
Che abbia ragione o che abbia torto, Salvini fonda il suo successo sullo stop all’immigrazione, quella che tanto piaceva all’establishment (quello che abita ai Parioli, dove non ci sono migranti) e tanto poco piaceva agli italiani. Questi ultimi non credevano affatto che non si potesse dire di no, Salvini ha effettivamente detto di no, e gli italiani hanno raddoppiato le intenzioni di voto per la Lega. Questi i fatti, comunque li si vogliano giudicare. Ora i magistrati di Trapani, di Catania e di altrove cercano di ostacolare Salvini, denunciandolo per ogni sorta di reati e il M5s, in perdita di velocità, cavalca la tigre, nella speranza di limitare il successo della Lega. I mass media sono dalla parte di chi critica Salvini e questi potrebbe trovarsi in gravi difficoltà, soprattutto se cominciassero ad arrivare non ottocentomila, ma ottantamila migranti e gli altri Paese europei – come è prevedibile – rifiutassero di prendersene ognuno qualche decina di migliaia.
E da qui può partire un ragionamento terra terra. Ammettiamo che Salvini abbia torto, giuridicamente. Ammettiamo che la sua intimazione alla Marina Militare sia illegittima. Ma era illegittimo anche il passaggio del Rubicone, da parte di Cesare. E tuttavia, quando arrivò a Roma, invece di essere messo a morte, come prescriveva la legge, finì con l’essere nominato “dittatore a vita”. La logica della politica non è la logica giudiziaria. E se la legge prevalesse sulla politica, invece di essere alla Terza Repubblica, come dicono gli ottimisti, saremmo ancora ai Re di Roma.
Dunque è facile vedere che la mossa di Salvini è fatta per piacere alla gente, non ai giuristi, e per conseguenza, o i suoi oppositori non riusciranno a fermarlo, e per lui sarà un altro motivo di successo; oppure riusciranno a fermarlo, e per la gente Salvini sarà considerato una sorta di martire e non sarà tenuto responsabile di nulla, checché accada in seguito. E così aumenterà ancora i propri consensi. Se poi – addirittura – si dimettesse e facesse cadere il governo, si risparmierebbe le inevitabili critiche che attendono chi ha voluto governare senza tener conto dei “numerini”. Non dimentichiamo che, soltanto per evitare l’aumento dell’Iva (ammesso che ci riesca) il governo dovrà trovare una ventina di miliardi quest’anno e ancor più l’anno prossimo.
Proprio non capisco il Pd, il M5s e tutti quelli che mettono i bastoni fra le ruote di Salvini. Non interessa se costui abbia ragione o torto: quello che è sicuro è che fa la volontà del popolo, per quanto riguarda i migranti, e che chi lo contrasta perderà consensi. Dunque, ad ammettere che la sua ostinazione nel parlare di “porti chiusi” sia un errore, l’unica cosa da fare è non contrastarlo e lasciargli l’intera responsabilità nazionale e internazionale del suo atteggiamento. Se è vero che semina vento, che raccolga tempesta.
Ma poi questo governo non ha avuto il coraggio di andare contro il popolo quando ha chiesto provvedimenti sbagliati e rovinosi per le nostre finanze, come il reddito di cittadinanza e “quota cento”, e dovrebbe andare contro il popolo per provvedimenti a costo zero, approvati da un’impressionante percentuale della popolazione?
Ho fatto bene a non darmi alla politica. È chiaro che non ne capisco niente.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
17 aprile 2019

OTTOCENTOMILAultima modifica: 2019-04-17T12:26:23+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “OTTOCENTOMILA

  1. Per me la domanda principale e’ questa:
    Perche’ la sinistra e’ tanto a favore dell’immigrazione? Anche a costo di andare contro la volonta’ del popolo? (e si rendono conto benissimo, di diventare in tal modo impopolari). L’opposizione a Salvini non e’ motivo sufficiente. Cosa c’e’ sotto?

  2. Su 6 milioni di profughi siriani la Turchia ne ha accolti il 45%, il Libano il 17,95%, la Giordania il 10,75%, la Serbia il 5,26%, la Germania il 3,67%. La Tunisia confina con la Libia, con l’aiuto dell’Onu e di altri stati potrebbe allestire campi profughi per decine di migliaia di sfollati.
    Ciò nonostante, per politici e commentatori, i profughi libici sono posti di fronte ad un’unica alternativa : o Italia o morte . Non ho nessuna simpatia per Salvini, ma la questione dei migranti riguarda la sicurezza nazionale e in quanto tale è di competenza del governo. Tra l’altro la Corte dei diritti dell’uomo non ha accolto la tesi della Sea Watch che i migranti abbiano diritto di sbarcare. A questo punto non sarebbe il caso che qualcuno cominciasse a denunciare i magistrati che promuovono queste azioni ? Consapevoli o no, in buona o cattiva fede, le azioni di questi magistrati hanno l’effetto di incentivare le partenze .
    http://www.vita.it/it/article/2016/03/30/rifugiati-siriani-il-45-e-in-turchia-in-tutta-la-ue-solo-il-15/138832/

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