LA SOSTENIBILITA’

Quasi tutti sono in grado di stare su un solo piede. Dunque la cosa è possibile. Ma chi si fidasse troppo di questa affermazione sarebbe presto deluso: infatti dopo qualche secondo o poggia per terra l’altro piede o cade.
L’osservazione è pedestre (quant’altre mai) ma ovvia: non sempre ciò che è possibile è sostenibile. E tuttavia l’esatta valutazione del tempo, in materia di sostenibilità, non è da tutti. Mentre il bambino vive annegato nel presente e raramente si pone il problema del dopo, l’adulto e il vecchio si proiettano nel futuro, tanto da essere sempre preoccupati per ciò che avverrà. Quando le malattie sono un’esperienza ben nota, e la stessa morte una prospettiva non inverosimile, i vecchi si allontanano dai piaceri momentaneamente positivi, come le ubriacature, e si volgono ai piacere che si possono avere a lungo e che, soprattutto, non fanno male: dormire, ascoltare musica, sorseggiare tè, conversare con gli amici, leggere.
Col tempo si impara che la bellezza – come la giovinezza – non è sostenibile nel tempo e che l’amore non è al prezzo della bellezza: è al prezzo dell’amabilità. Anche la felicità è al prezzo del buon senso, del buon carattere stabile, e perfino di qualità cui non si bada a sufficienza, come il humour e, ovviamente, l’intelligenza. Perché si può essere amabili a quindici come a settantacinque anni, mentre giovani si è per un ventennio. Lo stesso successo è un infìdo compagno di strada. Chi non ama tanto il successo, quanto la conquista di un sempre nuovo successo, non avrà mai pace. E dal momento che la serie dei successi fatalmente si fermerà ad un dato livello, ciò costituirà per l’interessato una frustrazione: “Perché si è inceppato, il meccanismo? Perché non sono andato oltre?” Chi esagera difficilmente sarà felice perché, per sé stessa, l’esagerazione è insostenibile.
Questo genere di considerazioni bussa con insistenza, nella nostra mente, a proposito dei due onnipresenti, ineffabili protagonisti della politica attuale, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Costoro esagerano continuamente, in tutte le direzioni. Si vedono troppo, fino ad essere importuni prima ancora che aprano bocca. Passano continuamente il segno in materia di promesse, di bugie e di cattivo gusto. Peccano nel linguaggio e nella demagogia. Hanno un totale disprezzo della verosimiglianza, dell’intelligenza degli italiani e perfino di quell’implacabile realtà che li attende al capolinea.
Ovviamente a queste critiche potrebbero rispondere sbandierando gli applausi e i voti ricevuti. Per non parlare – nel caso della Lega – dei mirabolanti risultati delle elezioni europee. I Dioscuri (come qualcuno li chiama, offendendo la mitologia greca) trattano le loro cariche politiche come enormi giocattoli con cui fare baccano. Sfrecciano sopra le teste dei concittadini facendo ciao ciao con la manina e amano immaginare i cittadini come bambini poveri e vagamente invidiosi che li guardano col naso in su, mentre loro se la godono sulla giostra.
Lo spettacolo è deprimente. E c’è da compiangerli, pensando alla situazione in cui si troverà uno come Di Maio, una volta sbolliti i fumi dell’alcool. Probabilmente passerà dei mesi a chiedersi come è successo che, mentre un momento prima sedeva su un trono, ora sta sulla paglia insieme con Matteo Renzi. Il quale per giunta, in confronto a lui, è un gigante.
Il successo stabile dipende da ben altri comportamenti. Dovrebbero tutti andare a scuola da personaggi come Angela Merkel. Per non parlare, andando indietro nel tempo, di Konrad Adenauer, o di quell’autentico, straordinario genio che fu Talleyrand.
Viviamo un’epoca sguaiata, smodata, e perfino maleducata. L’ignoranza non è più una vergogna, ma un diploma di autenticità e di vicinanza al popolo. La demagogia più sfacciata, quella che nega la più ovvia realtà, è presentata come coraggiosa promessa. Siamo alla catena di S.Antonio dei rilanci. E dal momento che la razionalità non ha più corso legale, al Salvini di turno non si può opporre nulla. Mentre ruotano entusiasticamente come dervisci impazziti, non rimane che aspettare: le loro stesse vertigini li abbatteranno.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
16 giugno 2019

LA SOSTENIBILITA’ultima modifica: 2019-06-16T14:19:46+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

14 pensieri su “LA SOSTENIBILITA’

  1. https://www.italypost.it/pensioni-baby-boomerang-raddoppia-la-spesa-20-anni/

    L’inarrestabile spesa pensionistica, sommata all’aumentata ( dall’attuale governo ) spesa per interessi sul debito pubblico, divora tutto il resto. Singapore, che ha una demografia più equilibrata rispetto alla nostra, ha portato le pensioni a 70 anni. Un Paese che invecchia e non vuole diventare più povero, non ha molte alternative : deve investire per aumentare la produttività ! E’ una questione matematica, non politica. Se gli inattivi aumentano perché si vive più a lungo, gli attivi, coloro che lavorano e producono ricchezza, devono produrre più ricchezza, più valore aggiunto e più entrate fiscali. Non c’è una terza soluzione.

  2. Articolo ricco di buon senso e di ragionevolezza, la sostenibilità è in generale un requisito fondamentale, resta il problema non marginale che “i dervisci impazziti”, allorquando verranno abbattuti dalle loro stesse vertigini (cosa che peraltro almeno per uno dei due Personaggi in questione mi sembra tutt’altro che probabile a breve-medio termine) rischiano di lasciare in eredità un cumulo di rovine economico-sociali (e non solo)! Saluti

  3. Gentile Luca, è praticamente impossibile per un pigro nutrire odio. Glielo dico per esperienza. E’ troppo faticoso, non ne vale la pena.

  4. Molti errori in un solo rigo. Io non sono di destra, io sono liberale. Da sempre. E non sono cambiato nemmeno quando il Partito Liberale Italiano ha cessato di esistere. A meno che per lei, come per i comunisti di un tempo, chiunque non sia di sinistra è di destra o, ancor meglio, fascista.
    Io non odio affatto Salvini. Anzi lo ammiro per parecchi versi. È uno che il suo successo se lo è fabbricato da sé. Sarà un demagogo ma è un eccellente comunicatore. Sull’immigrazione ha fatto ciò che io aspettavo di veder fatto da decenni. Poi, certo, c’è l’altra faccia della medaglia. È un analfabeta in economia, e rischia di mandare il Paese a gambe all’aria. Lei non pretenderà che lo applauda per questo. È di una rozzezza ripugnante, ma tanto grande che penso la reciti, invece di essere spontanea. Infine lo accuso di eccesso, perché la storia ha insegnato che l’eccesso conduce fatalmente alla catastrofe. Ma spero Salvini mi sorprenda.
    Ringrazio poi Casagni per avermi chiamato pigro. È una qualità di cui non molti apprezzano il valore.

  5. ok grazie.
    Resta però da capire se lei ritenga esistere nel nostro paese un politico in grado di aggiustare le cose, oppure siamo spacciati.
    Io da parte mia dico ben venga Salvini pur di non veder più al governo questa sinistra buonista pro-invasione e pro schifezze varie (matrimoni omo, ius soli, gender e roba del genere, parlo da credente)

  6. Non credo che Salvini sia analfabeta in materia economica, non foss’altro che per il fatto che nella sua posizione ha fior di consiglieri che gli spiegano le cose.
    Credo sia un giocatore d’azzardo più o meno spregiudicato.

  7. Primo. Tra economia e gioco d’azzardo faccio una differenza. Addirittura, l’imprenditore che scambiasse l’una cosa per l’altra, e fallisse, sarebbe anche processato e condannato per bancarotta fraudolenta.
    Secondo. Gli economisti di Salvini saranno illustri professori, ma non gli darei venti euro per andare a fare la spesa per mio conto. A meno che non si impegnassero a NON applicare le loro teorie economiche.

  8. “…un politico in grado di aggiustare le cose. ”

    Jean Claude Junker : ” noi sappiamo quello che è necessario fare, peccato che non sappiamo come farci rieleggere una volta che l’abbiamo fatto “.

  9. E’ un giocatore d’azzardo nel senso che tira la corda al massimo, sperando che non si spezzi.
    E parla come un analfabeta economico forse perché lo è, ma sicuramente perché si rivolge agli analfabeti economici, che sono la stragrande maggiornaza degli elettori.

  10. Fabrizio, invece quelli bravi e competenti, gli “esperti” economici de’ sinistra che hanno governato tanti anni questo paese
    avevano sistemato le cose, vero???

  11. Luca, le cose sono ad un punto talmente grave che, semplicemente, non si possono sistemare.
    Ciò detto, il fatto che i predecessori non hanno fatto bene non significa che dobbiamo affidarci a chi farebbe ancora peggio.
    “Peggio di così non si può” è, secondo me, una delle idee meno sensate tra quelle che circolano. Si può eccome.

  12. Fabrizio ha ragione. Pensavo ieri: “Non è perché i medici non hanno saputo guarire il malato che ora lo affideremo agli infermieri”.
    Quanto al fatto che “al peggio non c’è fine”, mi ricordo una bella storiella. Un generale, dopo una battaglia persa rovinosamente, contemplando il campo coperto di morti, feriti e rovine fumanti, disse. “Peggio di così’ non potrebbe andare”. Dopo una pausa il suo aiutante di campo disse: “Potrebbe”. “Potrebbe?”, gli fece eco il generale. “Potrebbe anche piovere “-

  13. mi sembra di stare in un blog dove quasi si rimpiange la sinistra…
    beh io non la rimpiangerò mai, anche per motivi che esulano l’economia, come ho spiegato sopra…

I commenti sono chiusi.