QUALCUNO È – O FA – IL PAZZO

Un tempo, molti decenni fa, c’è stato nel cinema un topos, cioè un soggetto ricorrente: A cerca di far impazzire B inducendolo a credere che non percepisce correttamente la realtà, mentre è A che scientemente la falsifica. Indimenticabile, al riguardo, il film “Angoscia”, del 1944. Un compassato Charles Boyer usa questo trucco per spingere Ingrid Bergman ad ammettere di essere demente. Lei (invento, naturalmente) ha posato un dato oggetto su un mobile? E quando va a riprenderlo non c’è più. “Tu non l’hai affatto messo lì. Io ero qui, l’avrei visto. Proprio non sai più quello che fai”, dice il marito, che l’ha messo altrove. Il film era tanto in linea col suo titolo da risultare indimenticabile.
Qualcosa del genere si è avuto più tardi con “Les Diaboliques”, di Henri-Georges Clouzot, o con quei film in cui qualcuno scompariva, e tutti dicevano che non era mai esistito. Ricordo in particolare un film in cui una coppia sale su una nave da crociera, il marito scompare e tutto l’equipaggio insiste a dire alla moglie che si è imbarcata da sola. La spiegazione, alla fine, era che l’uomo aveva manifestato i sintomi di una malattia pericolosissima e contagiosissima e l’equipaggio non aveva voluto allarmare gli altri passeggeri (e annullare la crociera). Per non dire che in questo campo c’è un precedente famoso ne “La vida es sueño” di Calderón de la Barca. Anche se qui lo scopo della finzione è tutt’altro.
Se tornano in mente simili vecchie trame è perché la realtà che abbiamo sotto gli occhi è talmente diversa da ciò che crederemmo normale che più d’uno è indotto a chiedersi: “Sono pazzo io o sono pazzi loro?”
Per esempio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio si scambiano una tale quantità di insulti ed accuse che nasce il dubbio: “Sono sinceri quando sono nemici (e allora perché non si separano?) o sono sinceri quando si rappacificano (e allora che cosa ottengono, trasformando la vita del governo in una costante pagliacciata?)” Né sono rassicuranti parecchi altri personaggi. Il Presidente Conte, per esempio, è una comparsa che cerca di passare per un protagonista o ha qualche asso nella manica che io non ho visto? È uno che ha il potere di decidere, o è uno le cui parole, come affermato recentemente da Salvini, “contano meno di zero”?
E c’è di peggio. Salvini continua a parlare di un taglio delle tasse che alle persone sane di mente (o che si reputano tali) appare del tutto impossibile. Non ci sono i soldi per evitare che ci sequestrino la casa (leggi Iva al 25%) e lui sogna di comprare una Rolls Royce perché l’ha promessa ai suoi figli? Con quale coraggio ipotizza ancora spese in deficit, quando il debito pubblico – come ammoniscono le agenzie di rating – rischia di farci andare a fondo senza ulteriori incoraggiamenti? È pazzo lui o sono pazzo io? Oppure la verità è che lui scherza ed io sono tanto imbecille da non capire che ci ta soltanto prendendo per i fondelli? E il ministro Tria, che pure dicono sia una persona seria, con quale coraggio rimane al suo posto? Si ripromette di mandare tutti al diavolo, al momento opportuno, oppure conta di cedere su tutta la linea, e che importa se l’Italia affonda nel Mediterraneo? Ormai bisogna aspettarsi di tutto.
Ecco la mia personale soluzione per tutti questi interrogativi. Io non sono pazzo. Se qualcuno dice e fa pazzie, non sono io. E se questi attori sul proscenio non sono pazzi, è segno che fingono. E io sarei uno sciocco a prenderli sul serio. Dunque aspettiamo di vederli sbattere contro la realtà, come è già avvenuto col TAV. Con la differenza che il TAV era già votato e finanziato, mentre la flat tax, e le tante altre spese di cui si straparla, l’Italia non può permettersele. Soltanto provarci potrebbe provocare una catastrofe. Ma poi, se non sappiamo come disinnescare il diabolico aumento dell’Iva, cui ci siamo solennemente impegnati per iscritto; se nessuno sa dire dove e come trovare ventitré miliardi soltanto per questo, con quale audacia si può bestemmiare pronunciando ancora la parola deficit? Ma già, i pazzi non la pagano nemmeno quando uccidono.
Non essendo in grado di trovare una soluzione per la mia patria, mi chiudo nella torre dello stoicismo. Mi tengo stretto il mio buon senso, le mie evidenze, la mia Tavola Pitagorica, e tutto ciò mi permette di porre la vicenda politica attuale nell’ambito del Teatro dell’Assurdo. Male che vada, avrò preservato la mia integrità mentale dagli Charles Boyer del momento.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

27 luglio 2019

QUALCUNO È – O FA – IL PAZZOultima modifica: 2019-07-27T07:33:31+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “QUALCUNO È – O FA – IL PAZZO

  1. Caro Pardo, nel Nord-Est del Brasile un vecchio detto popolare dice: ” não se corre atrás de doido porque não se sabe para onde ele vai”. Ma quei due non sono pazzi, sono stupidi. Due stupidi a cui il potere e la popolarità hanno dato alla testa. Con soggetti simili non è possibile formulare ipotesi sensate, perché loro sensati non sono. Ma non basta ! Dobbiamo sorbirci anche l’oratoria piatta e nasale di Conte talmente apprezzata da Scalfari da indurlo a paragonarlo a Moro. Sappiamo che la vecchiaia è un naufragio, ma c’è modo e modo di naufragare. A Scalfari è toccata la sorte di andare a schiantarsi sugli scogli

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