IL CAMBIAMENTO IMPOSSIBILE

Forse, da qualche tempo, Forza Italia puzza di cadavere. Non un’iniziativa che sia suonata convincente, non una posizione politica che sia sembrata avere un futuro: solo uno stanco attendere qualche novità positiva che non si è fatto nulla per propiziare. Lo stesso Berlusconi sembra sopravvivere a sé stesso, cosa che si vede, pressoché comicamente, nel fatto che è finito anche l’antiberlusconismo. Infine plana su tutto la sensazione che il voto per Forza Italia possa essere un voto sprecato. E non parliamo dell’ “Altra Italia” che non si sa nemmeno se esista. E uno si sorprende a chiedersi: “Ma Berlusconi che aspetta a godersi i suoi soldi e la pensione?” In realtà, in ballo c’è molto di più del destino di Forza Italia: potrebbe essere in gioco il quadro politico generale.
Soprattutto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia è stata caratterizzata dalla dicotomia destra-sinistra. Che del resto è una dicotomia eterna, in quanto contrappone conservazione e innovazione, realismo e idealismo, buon senso e avventura. Purtroppo, per molti decenni gli italiani di sinistra si sono lasciati ipnotizzare dal comunismo, imboccando una strada senza uscita e favorendo la rendita elettorale della Democrazia Cristiana. Quando Montanelli ingiungeva: “Turatevi il naso e votate Dc” evidenziava il senso di mezzo secolo di politica.
Caduto il comunismo, tutto è rientrato nell’ordine. Il Pci, dopo alcuni pietosi cambiamenti di nome, è definitivamente morto e sono sopravvissuti soltanto una sinistra socialdemocratica e un blocco conservatore coagulato intorno a Berlusconi. E avanti così fino al 2018. Infatti in questo anno il quadro politico è talmente cambiato, che il vecchio schema di lettura non ha più retto. I vecchi partiti sono stati quasi cancellati e perfino i termini di destra e sinistra sono divenuti sfocati. Perché la drammatica “caduta di credibilità” dell’intera classe politica ha riguardato tutti. Il partito unico della sinistra è stato scacciato dal potere quasi con rabbia, a partire dal referendum anti-renziano del 1996, e Forza Italia, subendo il sorpasso della Lega, è anch’essa divenuta irrilevante.
Ovviamente, si potrebbe pensare che tutto ciò sia la conseguenza del successo del Movimento 5 Stelle, ma questo sarebbe vero se quel partito avesse continuato a mietere successi. Invece dopo quel 4 marzo ha avuto continui rovesci elettorali e dunque deve trattarsi di una causa più generale, che potrebbe chiamarsi “Delusione”.
Per lunghi anni, malgrado il cattivo governo della Democrazia Cristiana, e malgrado l’opposizione a volte sgangherata e sempre distruttiva del Partito Comunista, l’Italia ha progredito. L’ha fatto anche quando il governo ha cominciato a spendere spensieratamente quello che aveva, quello che non aveva e quello che avrebbero avuto figli e nipoti. Fino alla deflagrazione del Debito Pubblico negli Anni Settanta/Ottanta. E tuttavia, mentre il governo commetteva errori su errori, il Paese continuava ad andare avanti pacificamente. Fino a far credere che quegli errori non fossero errori e che il conto non sarebbe mai stato presentato. E invece.
Quando, nel 2007, il mondo si buscò un brutto raffreddore, l’Italia ebbe la polmonite, e poi, quando altri Paesi cominciarono a poco a poco a guarire, si accorse che il suo forse era un cancro ai polmoni. Per anni il Destino aveva perdonato tutto, ora pareva non perdonassei più niente. Lo Stellone era spento. Gli altri si riprendevano e l’Italia rimaneva al palo, gli altri andavano avanti e l’Italia indietreggiava. E naturalmente gli italiani davano la colpa ai politici. “Chi ci ha guidati fino ad oggi? Loro. Chi può essere il responsabile della situazione? Loro. Non rimane che avere il coraggio di cambiare”. Del resto a dire scemenze aveva cominciato Obama, coi suoi “Change” e “Yes, we can”.
Ma l’errore era nel manico. Le follie del passato erano colpa degli italiani e della loro mentalità che li porta al sogno, per esempio quello di consumare senza produrre o che il salario sia veramente una “variabile indipendente”. Furono le follie degli italiani, e caso mai dei politici che li avevano seguiti, a mettere l’Italia sul binario morto. Come dimostra il fatto che mandando al governo il Movimento 5 Stelle e la Lega il cambiamento sperato non si è prodotto.
I vecchi governanti hanno commesso un solo grave errore politico, a proposito dei migranti. Non hanno capito a che punto la predicazione della sinistra, del Papa e delle anime belle, fosse lontana dal sentire popolare. E infatti, inforcato questo cavallo di battaglia a costo zero, Matteo Salvini ha avuto un successo travolgente. Ma in campo economico, se i politici hanno sbagliato prima, stanno sbagliando anche oggi. E non sembra che vogliano cambiare rotta.
I governi precedenti hanno costantemente aumentato l’intervento dello Stato nella vita economica e il governo nato nel 2018 non ha certo diminuito questa tendenza. C’era un eccesso di tassazione, e anche la tassazione è aumentata. L’idea che lo Stato potesse risolvere i problemi economici con l’assistenzialismo imperava, e con i “grillini”, invece di diminuire, l’assistenzialismo è stato dilatato col reddito di cittadinanza. Invece di smetterla con la politica dei regali, la Lega ha demonizzato la (più che necessaria) Legge Fornero, imponendo una costosa e inutile Quota Cento. E soprattutto, se è vero che l’Italia è stata messa in braghe di tela da un Debito Pubblico esiziale, fino a pagare 60-70 miliardi l’anno soltanto per gli interessi sul debito, questo governo non soltanto non ha fatto niente, al riguardo, ma ha continuato a proclamare, come soluzione ai problemi del Paese, la spesa in deficit. Fino a provocare per due volte l’inizio della procedura d’infrazione europea e fino ad un pericoloso raddoppio dello spread con i Bund Tedeschi. Con corrispondente aumento del peso degli interessi sul debito. Infine ha confermato il pregiudizio che non bisogna lasciare fallire le imprese decotte, come quel pozzo senza fondo che è l’Alitalia. Insomma, più si guarda da vicino lil governo che si voleva diverso, più si vede che esso è identico a quelli del passato, con la sola sostanziale differenza dello sdoganamento delle parolacce. Sai che vantaggio. E se un cambiamento c’è stato, lo si è avuto nella lotta alla corruzione, attuata bloccando tutti i lavori pubblici. Che è come non uscire più di casa per paura degli incidenti.
Rispetto al passato, né la Lega né il M5S hanno un’idea diversa del modo di governare. Infatti non hanno introdotto nessun serio cambiamento perché non hanno saputo in che direzione cercarlo. Non hanno neppure guardato alla Cina, per chiedersi come mai un Paese in cui prima si sono avuti (col caro Mao Tse Tung) milioni di morti per fame, sia poi divenuto nel giro di qualche anno la massima potenza economica del mondo. La ricetta liberale, che in quella lontana nazione ha fatto faville, da noi rimane stramaledetta. In questo, governanti e governati italiani sono perfettamente d’accordo.
Bisognerà dunque aspettare che gli italiani comprendano di essere rimasti nel vicolo cieco. Bisognerà aspettare che il paziente la smetta di rivolgersi ai santoni e ai guaritori, e torni alla mentalità scientifica. Alla Tavola Pitagorica.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

3 agosto 2019

IL CAMBIAMENTO IMPOSSIBILEultima modifica: 2019-08-03T10:42:37+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “IL CAMBIAMENTO IMPOSSIBILE

  1. Prof. quello che ha contraddistinto B. e molti politici, compreso buona parte del popolo italiano si chiama “cazzimma” (non è una parolaccia) tale tecnica funziona solo con i deboli. Come dice Lei, la realtà è un’altra cosa. Saluti Prof.

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