IL PERICOLOSO STALINISMO DELL’ESTREMA SINISTRA RISVEGLIATA

Un articolo di Alan Dershowitz
Oggi le libertà civili corrono un pericolo più grande a causa dell’estrema sinistra intollerante che a causa della destra estrema. Può sembrare contro ciò che sembra ovvio: c’è molta più violenza – massacri nei supermercati, nelle sinagoghe e altri obiettivi facili – da parte di estremisti che si riconoscono nella destra estrema piuttosto che nella sinistra estrema. Ma l’influenza dell’estrema sinistra sui nostri futuri leader è molto più pervasiva, insidiosa e pericolosa dell’influenza dell’estrema destra.
Le persone che appartengono all’estrema sinistra “risvegliata” sembrano così sicure di sé e del loro monopolio della Verità (con la “V” maiuscola) che molte di loro non vedono la ragione per cui bisognerebbe permettere ai punti di vista dissenzienti, politically incorrect, di essere espressi. Simil punti di vista scorretti, affermano, li fanno sentire “unsafe”, in pericolo. Essi possono sentirsi in sicurezza soltanto se se si permette che siano espressi punti di vista che condividono. Il fatto che si sentano in pericolo è la parola-grilletto che scatena la censura.
Nessuno studente d’università ha il diritto di essere al sicuro dalle idee scomode, ma soltanto dalle minacce fisiche, ed ogni studente che afferma di avere una paura fisica delle idee politicamente scorrette non dovrebbe aver posto in una università. Il massimo (purtroppo Dershowitz scrive “most extreme”, il che dimostra che l’ignoranza ha traversato l’oceano. NdT) esempio di questa distorsione del ruolo dell’educazione superiore si è verificato nella mia stessa università, quando un distinto decano di un “college” residenziale di Harvard è stato licenziato dalla sua presidenza perché alcuni studenti “risvegliati” affermavano di sentirsi non “al sicuro” in sua presenza perché egli stava difendendo, come avvocato penalista, un uomo accusato di stupro.
Spesso dimentichiamo che il concetto di “political correctness” è nato nell’Unione Sovietica stalinista, dove la Verità – politica, artistica, religiosa – era determinata dal Comitato Centrale del Partito Comunista ed ogni deviazione era considerata inaccettabile. Certamente, c’è una notevolissima differenza fra il modo in cui Stalin trattava la “scorrettezza politica” e il modo in cui la trattano i “risvegliati”. Stalin assassinava coloro che deviavano dalla sua Verità, mentre i “risvegliati” generalimente evitano e screditano le vittime, benché occasionalmente ci si stata qualche violenza da parte di elementi dell’estrema sinistra nei confronti di coloro che deviano dalla loro Verità. Ma ambedue producono un risultato simile: meno dissenso, meno affidamento nel mercato delle idee e più autocensura.
Per molti “risvegliati” la libertà di parola non è più che un’arma dei privilegiati, usata per soggiogare gli svantaggiati. È un concetto borghese che è figlio di una costituzione anacronistica, di razza bianca, e maschile, che è priva d’importanza per il mondo contemporaneo. La libertà di parola è per me – lo svantaggiato – ma non per te – il privilegiato -. Ecco che cosa vogliono i “risvegliati”. Un’azione collettiva per la libertà di parola.
L’altra pericolosa somiglianza fra gli stalinisti e i “risvegliati” è che ambedue disdegnano un normale processo per coloro che loro giudicano colpevoli di political incorrectness e altri crimini e peccati. Essi rigettano ogni presunzione di innocenza o la richiesta che l’accusatore si faccia carico delle prove. Questi concetti borghesi sono basati sul riconoscimento dell’umana fallibilità e dell’umana incertezza. Per gli stalinisti e per i “risvegliati” non c’è incertezza o fallibilità. Se essi credono che qualcuno è colpevole, deve esserlo. Perché avremmo bisogno di un noioso processo per determinare la colpa? Le identità dell’accusatore e dell’accusato sono sufficienti. I bianchi privilegiati sono delinquenti colpevoli. Le minoranze che costituiscono intersezioni sono le vittime. C’è bisogno di saperne di più? Ogni processo, quale che sia la sua correttezza, favorisce i privilegiati a scapito dei non privilegiati.
Quando andavo a scuola io, negli anni 50, il diritto di McCarthy censurava e negava il normale processo. Era la sinistra liberal che difendeva la libertà di parola, il dissenso e il processo normale. Ma per qualcuno, a sinistra, questo atteggiamento era controproducente per sé stessi, perché erano persone dell’estrema sinistra quelle cui venivano negate queste guarentigie. Ora che sono i conservatori ad essere censurati, e ai quali viene negato il normale processo, nelle università di tutto il Paese, molti a sinistra sono rimasti silenziosi. Libertà civili per me, ma non per te.
Ecco perché mi permetto l’affermazione, contestabile, che oggi i “risvegliati” della sinistra estrema sono più pericolosi, per le libertà civili, della destra. Non ci sono dubbi, ci sono estremisti di destra che potrebbero usare – ed hanno usato – la violenza per ridurre al silenzio coloro dai quali dissentono. E sono certamente pericolosi. Ma essi hanno molto meno influenza sui nostri futuri leader che la loro controparte di estrema sinistra. Non sono insegnanti dei nostri figli e nipoti in età scolare. Sono marginalizzati dal punto di vista accademico, politico e mediale. Il contrario è invece vero per gli stalinisti dell’estrema sinistra. Molti non hanno neanche idea di chi sia stato Stalin, ma essi emulano il suo disprezzo per la libertà di parola e il processo normale allo scopo di raggiungere un’irrealizzabile utopia, come la cercava Stalin. Essi hanno anche in comune l’atteggiamento per i quale i fini nobili giustificano i mezzi ignobili.
È precisamente per gli scopi perseguiti dai “risvegliati” che sono spesso nobili – uguaglianza razziale e di genere, matrimonio fra omosessuali – che i liberal trovano difficile condannarli per la loro intolleranza nei confronti delle libertà civili. Ma noi dobbiamo sempre ricordare che non è soltanto la strada dell’inferno che è lastricata di buone intenzioni. Lo è anche la strada che conduce alla tirannia.
Alan M. Dershowitz
(Traduzione dall’inglese di Gianni Pardo)

Civil liberties are in greater danger today from the intolerant hard-left than from the bigoted hard-right. This may seem counterintuitive: There has been far more violence — mass shootings in malls, synagogues and other soft targets — from extremists who identify more with the hard-right than with the hard-left. But the influence of the hard-left on our future leaders is far more pervasive, insidious and dangerous than the influence of the hard-right.
People on the “woke” hard-left seem so self-righteous about their monopoly over Truth (with a capital T) that many of them see no reason to allow dissenting, politically incorrect, views to be expressed. Such incorrect views, they claim, make them feel “unsafe.” They can feel safe only if views they share are allowed to be expressed. Feeling unsafe is the new trigger word for demanding censorship.
No university student has the right to be safe from uncomfortable ideas, only from physical threats, and any student who claims to be in physical fear of politically incorrect ideas does not belong at a university. The most extreme example of this distortion of the role of higher education took place at my own university when a distinguished dean of a Harvard residential college was fired from his deanship because some “woke” students claimed to feel unsafe in his presence because he was representing, as a defense lawyer, a man accused of rape.
We often forget that the concept of “political correctness” originated in the Stalinist Soviet Union, where Truth — political, artistic, religious — was determined by the central committee of the Communist Party and any deviation was regarded as unacceptable. To be sure, there is a vast difference between how Stalin treated political incorrectness and how the “woke” generation treats it. Stalin murdered those who deviated from his Truth, while “wokers” generally shun and discredit, though there has been occasional violence from elements of the hard-left toward those who deviate from their Truth. But both produce a similar result: less dissent, less reliance on the marketplace of ideas and more self-censorship.
For many “wokers,” freedom of speech is nothing more than a weapon of the privileged used to subjugate the unprivileged. It a bourgeois concept that emanates from an anachronistic white, male constitution that is irrelevant to the contemporary world. Free speech for me — the underprivileged — but not for thee — the privileged. That is what the “wokers” want. Affirmative action for speech!
The other dangerous similarity between the Stalinists and the “wokers” is that both disdain due process for those they deem guilty of political incorrectness or other crimes and sins. They reject any presumption of innocence or requirement that the accuser bear the burden of proof. These bourgeois concepts are based on the recognition of human fallibility and uncertainty. For Stalinist and “wokers,” there is no uncertainty or fallibility. If they believe someone is guilty, he must be. Why do we need a cumbersome process for determining guilt? The identities of the accuser and accused are enough. Privileged white men are guilty perpetrators. Intersectional minorities are innocent victims. Who needs to know more? Any process, regardless of its fairness, favors the privileged over the unprivileged.
When I was in college in the 1950s, it was the McCarthyite right that was censoring and denying due process. It was the liberal left that was defending free speech, dissent and due process. But for some on the left, this stance was self-serving, because it was people on the extreme left who were being denied these protections. Now that it is conservatives who are being censored and denied due process on campuses around the country, many on the left have remained silent. Civil liberties for me, but not for thee.
That is why I make the controversial claim that today the “woke” hard-left is more dangerous to civil liberties than the right. To be sure there are hard right extremists who would use — and have used — violence to silence those with whom they disagree. They are indeed dangerous. But they have far less influence on our future leaders than their counterparts on the hard-left. They are not teaching our college age children and grandchildren. They are marginalized academically, politically and in the media. The opposite is true of hard-left Stalinists. Many have no idea who Stalin even was, but they are emulating his disdain for free speech and due process in the interests of achieving the unrealizable utopia they both sought. They also have in common the attitude that noble ends justify ignoble means.
It is precisely because the ends sought by the “wokers” are often noble — racial and gender equality, a fairer distribution of wealth, protection of the environment, a women’s right to choose, gay marriage — that liberals find it harder to condemn them for their intolerance toward civil liberties. But we must always remember that it is not only the road to hell that is paved with good intentions. It is also the road to tyranny.

IL PERICOLOSO STALINISMO DELL’ESTREMA SINISTRA RISVEGLIATAultima modifica: 2019-09-09T07:35:12+02:00da gianni.pardo
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