GLI INAFFIDABILI

Abbiamo un nuovo governo, dalla formula inedita e imprevedibile, e tuttavia la pubblicistica langue. I giornali sono noiosi e i grandi editorialisti sembrano non sapere che cosa scrivere. E li capisco. Persino io che, non essendo pagato da nessuno, non sono legato da vincoli di fedeltà o da obblighi di autocensura, non so che dire. E forse, rispetto agli altri “blogger”, ho un motivo in più.
La prenderò alla lontana. Quando si progettò l’euro, scrissi non so quante volte che, in ogni caso, l’Italia non ne avrebbe mai fatto parte. Per prudenza? No. Percné non le conveniva economicamente o perché qualche potente Stato europeo voleva tenerci fuori? No, neanche per queste ragioni. Semplicemente perché fra le condizioni dell’ammissione vi era l’assoluta conditio sine qua non che il debito pubblico non superasse il 60% del prodotto interno lordo. E dal momento che l’Italia aveva un debito superiore al 100% del pil, io ero sicuro. Uno sforamento di qualche punto forse sarebbe stato concepibile, ma un debito di oltre il 70% superiore al massimo consentito, era un ostacolo insormontabile.
Mi sbagliavo. Al dunque l’Europa fece finta di essere demente e di credere che, in breve tempo, una volta nell’eurozona saremmo rientrati nei parametri. Cosa che ovviamente non avvenne, né poco dopo né nei molti anni seguenti. E cosa che avrebbero potuto prevedere anche i meno intelligenti, i quali infatti, come me, la previdero. Ma come non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. L‘Europa ci voleva nell’euro – forse per non subire la nostra concorrenza dall’esterno – e le conditiones sine quibus si rivelarono acqua fresca. Obblighi che non obbligavano, come quelli dei vaccini per una ministra pentastellata.
La lezione fu indimenticabile. Pensavo che i politici italiani fossero capaci di mentire più facilmente di un venditore levantino di tappeti, ma non avevo immaginato che l’intera Europa fosse bugiarda quanto e più di loro.
Imparai quella volta ad usare con grande cautela l’aggettivo “impossibile”. In politica non si ragiona come nel mondo della scienza o in quello dei sani di mente. Se un ministro, disponendo di un milione, promette cinquantamila euro a testa a trenta cittadini, non gridate che è impossibile. Perché gliene darà di meno e dirà lo stesso di avergli dato cinquantamila euro a testa; oppure darà quella somma soltanto a venti ma griderà che venti sono trenta e i giornali della sua stessa corrente politica gli daranno ragione. Oppure dirà che non è vero, non ha mai detto che avrebbe dato quella somma a trenta cittadini. Insomma, se c’è qualcuno che fa una cattiva figura è l’imbecille che aveva proclamato che 1.000 diviso 30 fa circa 33.
Ammettiamo che un politico vi ponga questa domanda: “Tre amici al ristorante vogliono pagare alla romana e il conto è di 120€. Quanto devono pagare ciascuno?” Attenti, non affermate: “Quaranta”. Perché il politico vi potrebbe rispondere: “Ti sbagli, trenta. Perché gli amici erano quattro”. Come avere ragione con gente che parla così?
La notizia di oggi è che, secondo il ministro dell’economia Gualtieri, la manovra sarà di trenta miliardi, ma niente tagli alla scuola, alla sanità, all’università. Non si toccherà Quota Cento, il reddito di cittadinanza, niente di niente, ed anzi ci saranno incentivi (cioè altre spese) per le carte di credito, per diminuire il cuneo fiscale ed altro ancora. E comunque, sostiene Di Maio, non bisognerà aumentare di un centesimo nessuna tassa. Gualtieri, bontà sua, ha anche parlato di “margini ulteriori per rendere più efficiente la spesa” (cosa che non significa affatto tagli a questo e a quello, che cosa avevate pensato?) e, secondo il “Corriere”, non dice altro riguardo al reperimento dei fondi. Forse spera che qualcuno, sbadatamente, dimentichi su una panchina pubblica trenta miliardi di euro.
A questo punto dobbiamo dire: “impossibile”? Nient’affatto. L’Europa potrebbe fare un’impressionante marcia indietro. I nostri governanti potrebbero dirci di avere fatto ciò che non hanno fatto. Potrebbero tassarci a morte dicendo di non averlo fatto. I mercati potrebbero intervenire per mandare a catafascio tutti i piani europei, e in particolare quelli dell’Italia. La situazione fa pensare a quei vecchi rompicapo: “Su un’isola ci sono degli arancione e dei turchese. I turchese dicono sempre menzogne, gli arancione sempre la verità…” Solo che qui il problema è più difficile: “In Italia ci sono politici di sopra e politici di sotto, solo che tutti mentono”. E l’indovinello diviene irresolubile.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
30 settembre 2019

GLI INAFFIDABILIultima modifica: 2019-09-30T11:04:23+02:00da gianni.pardo
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