ABBASSO CARLO MAGNO

Il lamento sulla scuola è universale. Da quando esistono statistiche internazionali, e l’Italia viene classificata sempre malissimo, si è cominciato a rendersi conto che il nostro sistema educativo non funziona. I nostri giovani escono dalle scuole secondarie con un diploma e molti sono ancora “analfabeti funzionali”. Del resto, lo si nota anche essendo lontani dagli istituti scolastici: basta ascoltare i giornalisti televisivi, e gli errori non si contano. Soprattutto fanno orrore le parole orecchiate, sintomo del fatto che si legge poco e non si ha una conoscenza tecnica della lingua. Diversamente nessuno direbbe “una manciata di secondi”, “paventare” per fare paura, “inerme” per inerte, “piuttosto che” per “come anche” e cose simili, con una tale frequenza da indurre una persona colta a sentirsi straniera, in questo Paese.
Da tutto ciò si deduce che bisognerebbe salvare la scuola. Investendo di più nell’educazione – dicono – migliorando i sussidi educativi, i laboratori, l’informatizzazione. Ovviamente bisognerebbe riqualificare i docenti ed anche pagarli meglio, per avere una migliore selezione, invece di avere coloro che si contentano di una paga di operaio non specializzato. E si potrebbe continuare, senza mostrare di avere visto il nocciolo del problema.
Il nocciolo del problema è un altro: non è quello che si insegna, è quello che si impara. Se la scuola offre molto, ma non chiede niente per promuovere i ragazzi all’anno seguente, essi non impareranno (quasi) niente, salvo alcuni appassionati che forse sarebbero divenuti persone colte anche standosene a casa. Viceversa, se un professore carogna non spiega mai (e contravviene al suo dovere) ma interroga e boccia sulla base di ciò che i ragazzi possono imparare sul libro di testo, otterrà migliori risultati di un eccellente professore che spiega benissimo ma promuove tutti. Infatti può anche succedere che, mentre lui spiega, dispensando perle di cultura, il ragazzo del quarto banco studi il libro di testo per poter rispondere al professore battifiacca. O incapace di spiegare.
Tutto il guaio (dal famoso Sessantotto in poi) nasce dalla lotta contro il nozionismo e contro lo sforzo di imparare richiesto agli alunni. E dire che è anche questo il significato di “studio”, come del resto si vede anche in un’espressione come “studiarsi di essere chiari”.
L’avere estromesso dalla scuola la severità, e con essa il latino, la storia, la filosofia e la geografia corrisponde ad avere una società di analfabeti culturali. Non capisco perché non tolgano dai programmi anche la matematica, sostituendola con “Storia delle telenovelas”. Del resto, chissà quanti applausi riceverebbe questa frase, nei talk show: “Sopprimiamo la matematica. Io non l’ho mai capita. Anzi, nessuno la capisce. Richiede studio e non serve a niente. Ma chi diamine l’ha inventata?
In questo i ragazzi francesi sono più fortunati e più radicali dei nostri. Poiché a loro insegnano che la scuola l’ha inventata Carlo Magno, sanno chi maledire. I nostri, poverini, non possono avere neanche questa innocente soddisfazione. Perché non hanno mai sentito parlare di Carlo Magno.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

ABBASSO CARLO MAGNOultima modifica: 2019-10-03T12:09:07+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “ABBASSO CARLO MAGNO

  1. Il Bisconte che, da un giorno all’altro è diventato un novello Cavour e bisgoverna l’Italia, s’è pure pubblicaente vantato di non avere mai aperto un libro di matematica e che, ciònonostante, ne ha capiti a….”a sufficienza”.per passare alla maturitità.

    Il ministro degli esteri non conosce la storia e la geografia, quello/a dell’agricoltura ha la licenza elementare (ma un’esperienza invidiabile

  2. Il Bisconte che, da un giorno all’altro è diventato un novello Cavour e bisgoverna l’Italia, s’è pure pubblicaente vantato di non avere mai aperto un libro di matematica e che, ciònonostante, ne ha capiti a….”a sufficienza”.per passare alla maturitità.

    Il ministro degli esteri non conosce la storia e la geografia, quello/a dell’agricoltura ha la licenza elementare (ma un’esperienza invidiabile

  3. “Paventare” lo usano tutti al posto di prevedere, persino giornalisti.

    La cosa più incredibile è la scuola serale: con una legge del 2012, “per venire incontro agli studenti lavoratori” (dice proprio così il testo), fanno due anni in uno: prima e seconda, terza e quarta, poi la quinta.
    Mai si era visto un tale capovolgimento della logica: per venire incontro agli studenti lavoratori si dovrebbe dare loro la possibilità di fare un anno in due anni, semmai, non due anni in uno!!
    Mio nipote, 23 anni, dopo essere stato bocciato 3 volte in terza superiore, un anno fa si è iscritto ad una scuola serale (pubblica, tra l’altro) facendo terza e quarta assieme e venendo promosso con un test multiple choice, tipo quiz della patente. Notare che non si è neppure degnato di comprare i libri. Credo (anche se non soo sicuro) che nel corso di quest’anno che miracolosamente vale per due, non ci siano mai state interrogazioni, compiti in classe o temi in classe.
    Morale della favola: fra un anno avrà in mano un diploma di maturità legalmente equipollente a quello di chi ha fatto la scuola diurna, cioè quella vera (ancorché malconcia). E un diploma addirittura superiore a chi ha fatto un corso triennale diurno e reale.
    Oltre a creare ingiustizia, siamo allo Stato che truffa se stesso, pur di essere buonista e regalare pezzi di carta

  4. In pratica è come se si prendesse un corso triennale in scienze infermieristiche, si decidesse che ciascuno di quegli anni vale due e alla fine si rilasciasse la laurea in medicina generale e chirurgia.
    Non solo: il tutto dopo aver depurato il corso triennale degli esami regolari, sostituendoli con un quiz multiple choiche alla fine di ogni anno…

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