APOLOGIA DI G.CONTE

Non so se sia successo anche ad altri, ma a volte nella vita mi son trovato nella scomoda condizione dell’accusato. Ed essendo io stesso il giudice, non ho avuto molte possibilità di scamparla. È successo soprattutto quando un mio atteggiamento, pure molto sentito, non mi è stato oggettivamente giustificato. In questi casi il mio superio mi fa gli occhiacci: “Come ti permetti di essere ingiusto, anche tu vai dove ti porta il cuore?” E stavolta l’accusa è: “Perché ce l’hai tanto con il Presidente del Consiglio? Perché lo disprezzi tanto visceralmente? Che male ti ha fatto? E che male ha fatto all’Italia?”
Per rispondere devo risalire parecchio lontano. Da ragazzo sono stato credente ed ho parecchio sofferto quando – ragionando in materia di teologia – ho perso la fede. Quell’episodio mi rivelò che si può scoprire di avere avuto un sistema di pensiero radicalmente erroneo. Esperienza devastante. Ne derivò una sorta di odio o – per usare un neologismo – di “insopportazione” per qualunque cosa contraddica la verità. Ho sempre rifiutato di leggere romanzi storici, o di vedere film che raccontavano fatti realmente accaduti, per paura che l’inevitabile affabulazione mi mettesse in mente errori. Ogni volta che ho visto un corale consenso per una tesi, mi sono preoccupato che derivasse da un abbaglio collettivo. E così ho diffidato persino delle critiche a Nerone e Caligola, che pure Dio sa se ne meritano.
Questo atteggiamento mi ha tenuto lontano dalle ubbie che tutti accettano supinamente. Che il Risorgimento italiano sia stato una gloriosa epopea voluta dal popolo. Che i Promessi Sposi siano un grande romanzo. Che il comunismo fosse a favore degli ultimi. Che il colonialismo abbia danneggiato i Paesi del Terzo Mondo. La lista è lunghissima e rimane sempre pronta ad accogliere nuove righe.
Il mio amore per la verità è divenuto ipersensibile, intollerante e assolutamente privo di indulgenza. Da decenni, per San Silvestro, non ascolto il discorso del Presidente della Repubblica perché il pregiudizio di raccontare un’Italia che non esiste, e di predire un futuro che non ci sarà, mi farebbe soltanto arrabbiare. È per questo che non riesco ad ascoltare nemmeno un minuto di pubblicità. Per essere efficace, essa deve necessariamente mentire. Non può dirci: “Questo dentifricio pulisce i denti”, deve dirci che previene la carie, sbianca lo smalto e ci rende irresistibili. Così ormai, nel premere il tasto “mute” del telecomando, ho riflessi da pilota di Formula 1.
Ma questo atteggiamento è faticoso. Da settant’anni sento parlare della Resistenza come del movimento che ha “liberato l’Italia” e da settant’anni, ogni volta, in me compare un cartello a lettere fosforescenti: “È assolutamente falso”. E naturalmente, mi imbufalisco anche quando sento parlare i politici. Inclusi quelli per i quali ho poi votato. Perché, come i pubblicitari, sono dei bugiardi per necessità. E con questo arrivo a Conte, ma passando per Berlusconi.
Silvio Berlusconi è stato un grandissimo imprenditore e un notevole uomo politico. Essendo lui un liberale, ed essendo io un liberale, ho dovuto a volte considerarlo il meno peggio. Ma quando dice, come in questi giorni, che essendo al governo avrebbe fatto una manovra di fine anno senza nuove tasse, e migliore di quella che sta tentando il pur orrendo governo giallo-rosso, so che mente. Dice quello che dice perché è all’opposizione. E così tolgo l’audio anche a lui.
Con Giuseppe Conte la cosa è diversa. Berlusconi è un politico vero che dice cose false, Conte è un falso Presidente del Consiglio che dice cose false, mentre potrebbe star zitto. Insomma Conte è un bugiardo al quadrato, perché mente senza nemmeno essere un uomo politico. Così sono costretto, ogni volta che lo vedo, a ripetermi la giaculatoria. “Non è nessuno. Non è un politico. Non ha nessun potere. È soltanto un figurante. Uno che fa finta. Un segnaposto. Un cappello su una poltrona, per far credere che sia occupata”. Ma è una fatica quotidiana, e mi si deve perdonare se alla lunga sono esasperato.
Chi è un vero uomo politico? Beppe Grillo. Perché con due parole può destituire Luigi Di Maio dalla sua carica di capo del M5s. Lo è anche Berlusconi perché, in regime di proporzionale, quand’anche il suo partito pesasse il 5%, potrebbe ancora costituire l’ago della bilancia. Invece chi è Giuseppe Conte? Non è mai stato eletto né deputato né senatore, non ha un partito dietro di sé, e quelli che l’hanno fatto sedere sulla poltrona di Palazzo Chigi l’hanno messo lì in mancanza di meglio. Essendo pronti a rimandarlo alla sua cattedra non appena i suoi servigi non saranno più richiesti. E allora, che senso ha che alzi la voce, che minacci, che si atteggi a Presidente del Consiglio, a uomo che può decidere?
Giuseppe Conte è soltanto qualcuno che ha un naso un po’ ridicolo ma veste benissimo. Per il resto è soltanto uno che mi obbliga troppo spesso a premere il benemerito tasto “mute”.
“In conclusione, Vostro Onore, I plead guilty, mi dichiaro colpevole. Lei ha ragione, Conte non merita tutta questa ostilità. Ma soltanto perché non merita che si badi a lui”.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com 21 ottobre 2019

APOLOGIA DI G.CONTEultima modifica: 2019-10-21T07:35:17+02:00da gianni.pardo
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12 pensieri su “APOLOGIA DI G.CONTE

  1. Il problema è a monte: avendo Conte accettato di figurare come “Presidente del Consiglio”, non può non atteggiarsi di conseguenza.
    Non si può pretendere che stia zitto, per quanto fastidioso sia. E’ la situazione che è surreale.

  2. E se poi si trasformasse in un vero leader lo sapremmo riconoscere? Sapremmo superare questo nostro pregiudizio iniziale? Molti personaggi celebri sono nati all’ ombra di qualcuno. Mi sembra, ma potrei aver letto con troppa pigrizia il libro di storia, che anche Alessando il Grande non sarebbe stato Il Grande se non fosse morto suo padre Filippo Il Grande.

    Anche io ho ammirazione per i “self made men”, ma l’ opportunita’ che ha preso Conte, se devo essere sincero, l’ avrei presa anche io, con la segreta riserva di guadagnarmi posizioni strada facendo. Non ci sono ancora molti elementi di valutazione su Conte, l’ unico potrebbe essere sempre lo stesso sulla politica italiana che non premia mai l’ eccellenza e si ripara dietro personaggi che prestano la faccia agli schiaffi e che si crede di dominare. Lo squallido e’ il sistema di talentscout della classe dirigente italiana, e forse proprio del popolo italiano.

  3. Una parola definitiva, in questo campo, l’ha data Machiavelli. Il successo, nella storia, è dovuto a due fattori: virtù, cioè capacità personali, e fortuna. È una fortuna nascere figli di Filippo, ma ciò non basta per essere Alessandro Magno, se non si è Alessandro.
    Sarò miope, ma non vedo in Conte le stesse virtù di Alessandro, e neppure l’intelligenza di un Andreotti. Vedo soltanto una scandalosa fortuna, che lui fa di tutto per rivelare soltanto tale.

  4. mi dispiace che hai perduto la fede…
    Parlo di quella vera, non di appartenenza al cattolicesimo (falso)..
    La cosa terribile è che, quando arriverà quel momento e scopriremo la verità,
    non si potrà più tornare indietro per poter cambiare idea…

  5. Fabrizio non sono un profeta,
    riporto solo quello che dice la Scrittura, mi fido solo di essa,
    non delle chiacchiere dei preti

  6. Roberto, un piccolo appunto. Cio’che Lei chiama “Genna” e’ in realta’ la Gehenna. L’ acca e’ importante, perche’ separa la parola in tre parti, infatti l’ etimologia di ge-hen-na e’ “ Gei ben Hinnom “, “La valle dei figli di Hinnom”. In ebraico, “gei” significa valle, e “ben” vuol dire figlio (Hinnom, chissa’chi era). Si tratta di una piccola e profonda valle nella parte sud di Gerusalemme, dove gli Ebrei, al tempo del loro periodo di idolatria, offrivano i loro figli in sacrificio a Moloch. Questa valle in seguito divento’ il ricettacolo per i rifiuti della citta’. Qui venivano gettati i cadaveri di criminali e animali, dove venivano consumati da un fuoco che veniva tenuto sempre acceso. In seguito il termine divento’simbolo di eterna distruzione.
    Mi scuso per la pedantesca nota.

  7. Nicola, non scusarti con me. Grazie per le informazioni. Mi piace molto scoprire l’ origine delle cose. Veramente molto interessante, anche se abbiamo divagato dal tema dell’ articolo di GB. Che ci scusino entrambi gli altri partecipanti.

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