L’INESCUSABILE COLPA DELL’INNOCENTE

Sulla “Repubblica” del 25 ottobre Massimo Giannini fa uno spietato elenco dei fallimenti dell’attuale governo.
L’ormai certa chiusura dell’Ilva, dal momento che Arcelor Mittal, dopo il voltafaccia del governo sullo scudo contro i reati ambientali, ha deciso di mollare. Costo per l’Italia, dice Giannini – a parte la disoccupazione di quindicimila poveri cristi tarantini – di sedici miliardi di euro.
Il fatto che ci sono 104.000 lavoratori a tempo pieno in meno.
Le mancate assunzioni di nuovi lavoratori, al posto di coloro che sono andati in pensione con Quota Cento. Invece di tre per ognuno, come diceva Salvini, ne è stato assunto mezzo, cioè un dodicesimo. E questo – aggiungo io – mentre lo Stato paga dodici pensioni, a fronte dei contributi versati dal nuovo assunto.
A commento di quest’ultima parte dell’articolo si può dire che le imprese e lo Stato hanno grandi difficoltà a licenziare il personale superfluo, e dunque colgono l’occasione dei pre-pensionamenti per sveltire il loro organico. Mossa perfetta, se non fosse che, per quanto riguarda le imprese private, pesa sul bilancio dello Stato. Per quelle publiche no, perché lo Stato già prima pagava lo stipendio di questi lavoratori inutili. Sempre che io abbia capito bene.
Vero è che il governo non avrebbe dovuto intestardirsi a mantenere due provvedimenti rovinosi come il reddito di cittadinanza e Quota Cento, ma al riguardo era difficile per parecchi motivi fare marcia indietro. Limitiamoci dunque ai dati di Giannini.
Insomma, volendo prendere assolutamente per buono tutto ciò che scrive questo giornalita – tutt’altro che un salviniano di ferro – questo governo è economicamente in braghe di tela. Non ha fatto nulla di serio né di buono per invertire la rotta ed anzi, con l’Ilva, ha determinato il verificarsi a breve – per puri fini ideologici ed elettorali – una tragedia epocale in Puglia.
Personalmente sono visceralmente contro un governo a mezzadria fra un partito di sinistra – il Pd, come sempre nocivo dal punto di vista economico – e un partito disorientato – il M5s che, secondo l’aureo principio di Carlo Cipolla – è capace insieme di danneggiarsi e di danneggiare il Paese. E tuttavia in questa occasione vorrei provare a difenderlo. Non perché ciò che ha scritto Giannini sia interamente falso. Non perché il governo abbia fatto miracoli, ché anzi dai miracoli è lontano anni luce. Ma perché difficilmente avrebbe potuto fare di meglio. Mi spiego.
A parere di tutti, l’aumento dell’Iva sarebbe un disastro, e per questo va evitato a qualunque costo. O più esattamente al costo di 23,5 miliardi di euro. Di questi, quattordici li prendiamo a prestito, incrementando il nostro già mostruoso debito pubblico. Ma la manovra (anche a detta del Ministro Gualtieri) è di circa trenta miliardi e ne rimangono da finanziare sedici. Sedici miliardi non sono noccioline. Non basta che si dica, come ha fatto l’ineffabile Giuseppe Conte, settimane fa: “Abbiamo trovato i ventitré miliardi per l’Iva”, perché al dunque i miliardi bisogna realmente averli, e non soltanto annunciarli. A vanvera. E l’Italia è un Paese che si allarma anche se si parla di tassare di più le bibite gassate. Dunque, se il Ministro Gualtieri riuscirà a sottrarci ad una procedura di infrazione, o a qualche coltello sotto la gola, come nel dicembre dello scorso anno, sarà grasso che cola. E allora che cosa si può rimproverare, a questo governo?
Semplice. L’avere – come il cretino di Cipolla – organizzato la propria figura escrementizia. Ha promesso a gran voce che: A, avrebbe impedito l’aumento dell’Iva, B, non avrebbe aumentato di un euro le tasse e, C, avrebbe rilanciato l’economia, magari con nuovi investimenti pubblici. E chi promette l’impossibile è uno sciocco inescusabile. Infatti poi, quand’anche realizzasse una prestazione degna di applauso, sarebbe fischiato lo stesso. Chi salta 1,60m o 1,70m è un atleta degno di tutto il nostro rispetto, anche perché la stragrande maggioranza non di noi placidi borghesi, ma anche degli sportivi attivi, è lungi da simili prestazioni. E tuttavia, se colui che ha saltato 1,70m, prima aveva promesso non di saltare 2,20m, ma addirittura di battere il record del mondo, è ovvio che il suo salto di 1,70m sarà accolto da risate e fischi. E non sarà colpa delle sue gambe, ma esclusivamente del suo cervello. Chi promette l’irrealizzabile, si espone ad una cattiva figura per così dire eterna, se è vero che è passata in proverbio. Nell’antichità un tizio si vantava di avere fatto a Rodi un salto di un’altezza incredibile, e un astante gli disse: “His Rhodus, hic salta”, Rodi è qui, salta qui. La verifica della realtà non fa sconti.
Per tutte queste ragioni, l’attuale governo è come se avesse posto le premesse per l’impopolarità, i sarcasmi, gli scaricabarile e forse anche la crisi ministeriale per non aver voluto dire la verità agli italiani. Bastava confessare: “I conti sono questi, e non si scappa. Dunque bisognerà che l’erario incassi tot in più. E per giunta preparatevi a dover cantare di nuovo questa canzone alla fine dell’anno prossimo, perché se quest’anno disinneschiamo l’Iva con 23,5 miliardi, non è che ce la siamo tolta di torno. L’anno venturo ci costerà ancora diciotto miliardi. La nostra sopravvivenza è a questo prezzo”.
Invece l’inerzia di uno Zingaretti, la demagogia di un Di Maio, la fatuità verbosa e inconsistente di un Conte hanno prodotto questo capolavoro: che, pur facendo il necessario per il Paese, il governo si farà giudicare male da tutti. Probabilmente, già nelle urne dell’Umbria.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

L’INESCUSABILE COLPA DELL’INNOCENTEultima modifica: 2019-10-25T15:08:49+02:00da gianni.pardo
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7 pensieri su “L’INESCUSABILE COLPA DELL’INNOCENTE

  1. Giannini chi ? Quello che ha fatto una campagna di stampa perché il PD si alleasse con i pentastellati per non regalare il governo alla destra ? E adesso cosa vuole ?
    Uguale a Cacciari, Il doge dei tuttologi dopo aver martellato giorno e notte che il PD doveva allearsi con i 5S, adesso dice che hanno sbagliato. Ma i giornalisti, queli che dopo sapevano tutto prima, non rispondono mai delle loro contraddizioni ?

  2. Pensioni, argomento spinoso.
    I vari governi sono quasi riusciti a convincerci che le pensioni sono un regalo grazioso dello stato, nascondendo che invece sono il frutto dei versamenti contributivi e cambiando continuamente le clausole del contratto.
    L’età e l’importo di rivalutazione sono stabiliti da legge dello stato, ma il diritto resta: i miei contributi sono serviti a pagare le pensioni nel tempo in cui io lavoravo, ora qualcuno versa i contributi per pagare la mia pensione.
    In più occasioni alcuni giornalisti specializzati hanno spiegato che il deficit dell’INPS dipende da tanti pagamenti fatti a chi non ne ha diritto ma ciò nonostante resta la convinzione che i pensionati (quelli che hanno versato i contributi) sono comunque a carico dello stato.
    Quota 100 significa andare in pensione con 62 anni e 38 anni di contributi versati e il calcolo della pensione è fatto sui contributi: dove sta lo scandalo? Negli anni ’70 alcuni andarono in pensione con 19 anni, sei mesi e un giorno di contributi, a poco più di 40 anni (legittimamente, era una legge dello stato). Per tanti anni si andò in pensione con i 35 anni di contributi, indipendentemente dall’età. Ora si vuole allungare l’età in cui andare in pensione perchè lo stato è alla ricerca continua di soldi, salvo poi pagare il reddito di cittadinanza a chi non fa nulla, tenere in vita aziende decotte, pagare lo stipendio a chi ha perso il lavoro (CIGS), pagare la pensione ai sindacalisti (contributi figurativi), pagare la pensione sociale, i ricongiungimenti, pagare dipendenti pubblici lavativi (a volte inutili, come le migliaia di forestali di alcune regioni), sperperare soldi per sanare i bilanci di regioni poco virtuose, mantenere immigrati nullafacenti ecc. ecc.

    Insomma, prendersela con chi ha lavorato 38 anni, ha versato i contributi, ha 62 anni ed è stanco non mi sembra corretto. Almeno in questo bel blog.

    Certamente chi è in buona salute ed ha un lavoro non troppo faticoso continuerà a lavorare, anche perchè lo stipendio vale più della pensione. Chi non ce la fa più smette e si prende quello che ha versato. Chi ha perso il lavoro, avrà un reddito per vivere, prendendo soldi che sono suoi. Dove è lo scandalo?

    PS. non parlo per me, io sono andato in pensione di vecchiaia, lavorando nel settore privato, a 67 anni. Tasse e contributi versati, per tutta la vita.

  3. Caro Luigi,
    a m io parere le verità fondamentali sono due: in materia di pensioni lo Stato ha fatto troppi, troppi, troppi regali (anche a me). Ma sono regali di cui ha girato il conto alle generazioni successive, commettendo per giunta un bel po’ di errori. Ha calcolato che il pil sarebbe andato sempre dilatandosi, ed è fermo da oltre dieci anni. Ha calcolato che ci sarebbero stati più giovani che vecchi, ed oggi la piramide delle età si è invertita. Ha calcolato la vita umana come era un tempo, e invece oggi i vecchi ci rifiutiamo di morire, e un mio amico ci chiama, con rabbia, gli immortali. Insomma lo Stato non ha più soldi per pagare le pensioni, ed è necessario che la gente vada in pensione più tardi, quali che siano le considerazioni morali. Fra cui quella di cui Lei parla: un tempo persone valide sono andate in pensione a poco più di quarant’anni, oggi se non si lavora fino ai settant’anni, l’Inps crolla o qualcosa del genere.
    Non è questione di giustizia o di morale, è questione di soldi, semplicemente. Naturalmentre a mio parere soltanto.

  4. “Insomma lo Stato non ha più soldi per pagare le pensioni”:
    sono d’accordo, è solo questione di soldi: restituirli a chi ha versato i contributi lavorando o regalarli a chi non fa nulla (reddito di cittadinanza, immigrati nullafacenti, pensioni sociali, contributi figurativi, cassintegrati, clientele ecc.)?
    Ripeto, la quota 100 paga una pensione proporzionata ai contributi versati (contributivo). Chi ha un lavoro e non è stanco può continuare a lavorare. Gli conviene. Andrà in pensione quando vuole con più soldi (perchè il montante contributivo aumenta). Chi ha pagato contributi per tutta la vita capisce agevolmente il concetto, è una faccenda di contratto individuo-stato.
    Non è questione di morale è questione di coraggio, questo governicchio contro natura ne ha poco e presto cadrà (io spero).
    Togliere soldi ai pensionati (anche usando il metodo del blocco delle rivalutazioni, in atto da 10 anni) è la via più facile, più vigliacca: siamo vecchi e inutili (Grillo docet, per questo vorrebbe toglierci il voto). è come sparare sulla croce rossa, è facilmente individuabile e non può rispondere al fuoco.
    Ma noi resistiamo e siamo vivi!!! e votiamo, alla faccia loro :))
    fino a quando non ci sopprimeranno per legge …

    PS: Zingaretti dà dell’ubriacone a Salvini e non vede lo strafatto Grillo al suo fianco, nelle sembianze dell’inconsistente ma disciplinato Di Maio, cardine della perversa alleanza M5S-PD. è il teatro dell’assurdo.
    Questa sera vedremo se in Umbria lo hanno capito.
    Auspico una vittoria del centro destra con più di 10 punti percentuali, ma se il distacco dovesse essere minore, spero nella sconfitta dei 5Stelle (i voti di sinistra tornano al PD). A questo punto il PD potrebbe rischiare le elezioni per consolidare la sua posizione e liberarsi di Renzi. Se invece il PD perde, ci penserà Renzi a mischiare le carte, prima o poi. Comunque, questo governicchio non può durare fino al 2023. E bisConte ha ancora qualcosa in sospeso con Trump (Mifsud).

  5. In un sistema pensionistico a ripartizione l’ammontare delle pensioni dovrebbe essere uguale all’ammontare dei contributi versati dagli attivi. Vale a dire che se in un mese l’Inps incassa 20 miliardi di contributi dovrebbe erogare ( ripartire ) 20 miliardi di assegni pensionistici. Il calcolo della pensione in base ai contributi versati , combinato con l’aspettativa di vita, serve solo da parametro per calcolare un assegno pensionistico ipotetico. Tuttavia il sistema attuale è a ripartizione solo in parte perché lo Stato integra l’ammontare dei contributi versati dagli attivi per una cinquantina di miliardi l’anno. Con quota 100 a fronte di un assai modesto aumento dei contributi per i nuovi assunti, aumenta di molti miliardi la quota da integrare da parte dello Stato, cioè di tutti i contribuenti. Considerando lo stato delle nostre finanze una follia.

    Quanto alle elezioni in Umbria, considerando che già alle elezioni europee il centro destra era al 51% e tutto il centrosinistra al 45%, si tratta di vedere se e di quanto il centrodestra ha incrementato questa percentuale.

  6. Non è mia intenzione continuare con questa discussione sulle pensioni: usare le cifre per sostenere le tesi comporta analisi approfondite.
    Però nei bilanci INPS un dato appare evidente, ASSISTENZA e PREVIDENZA vengono trattate allo stesso modo. A me risulta (ci sono articoli e studi che lo dimostrano) che c’è equilibrio fra contributi versati da chi attualmente lavora e pensioni erogate ai pensionati che hanno versato i contributi, al momento.
    Il welfare è compito della fiscalità generale, come anche l’accoglienza senza controllo, la cassa integrazione ecc.
    Boeri, da presidente, prospettò il ricalcolo delle pensioni con il metodo contributivo, per tutti, anche per i baby pensionati e i magistrati e alti dirigenti di stato. Sarebbe una soluzione equa. Chi ha versato contributi per soli 19 anni avrà una pensione adeguata, molto bassa. Speriamo che non pretendano gli arretrati.
    Qualcuno avrà il coraggio di farlo? Ne dubito. Ogni decisione in materia di pensioni è politica NON contabile. Penso sia chiaro per tutti.
    Per quanto riguarda l’Umbria, il risultato è superiore alle migliori aspettative.
    Il crollo del M5S mi rallegra: prego notare che Di Maio non è responsabile del crollo perchè ha applicato contro voglia gli ordini di quel decerebrato di Grillo.
    Spero che il M5S torni da dove è venuto, dal nulla.
    Grillo lo ha creato Grillo lo sta distruggendo. Amen.

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