DEMOCRAZIA MALATA

Ognuno ha le sue manie. Una delle mie, è la voglia di capire. Una persona normale, se sente nominare per la prima volta Gotham City” si dice: “Sarà una sorta di Gomorra” e non se dà più cura. Io invece vado su Google per sapere di che si tratta. In un libro che leggevo ho visto nominare ripetutamente la Historia Augusta, di cui non sapevo niente, e sono andato a informarmi su Wikipedia. In una canzone di Charles Trenet ho sentito nominare dei “manilleurs” e, pur essendo il francese la mia competenza professionale, non sapevo che cosa fossero. Così ho saputo che sono coloro che giocano (o giocavano) a “manille”, una sorta di belotte, gioco che a sua volta somiglia alla briscola. Che me ne viene, di tutte queste curiosità? Niente. Solo la coscienza che ho anch’io le mie manie.
Ma la mania funziona anche in politica, un campo in cui le curiosità prevalgono di molto sulle risposte. Così mi scervello per capire e la maggior parte delle volte non capisco lo stesso. Ma il gioco rimane divertente e, se permettete, lo gioco con voi.
Sono a lungo vissuto in un mondo in cui i due poli della politica erano il comunismo da un lato, e il liberalismo cristiano e “progressista” dall’altro. Ora vivo da decenni in un mondo in cui il comunismo è morto – pace all’anima sua – e il liberalismo non è che stia tanto meglio. A parole sono tutti liberali, ma ognuno lo è con tante limitazioni e tanti correttivi che alla fine il modello di partenza è irriconoscibile. E allora, quali sono gli attuali poli della politica? La risposta è che i poli non ci sono più. Soprattutto sono scomparsi i poli magnetici e le bussole non funzionano.
A questo proposito mi torna in mente un episodio della mia adolescenza. Chiesi a mio cugino quale fosse secondo lui lo scopo della vita e lui mi rispose che la sua vita aveva non uno, ma molti scopi. Cercai di spiegargli che “molti scopi” significa “molti alibi”, mentre lo scopo è, e deve essere, unico ed anzi tale da orientare tutti gli altri. Per esempio, per i cristiani, “lo” scopo è guadagnarsi la vita eterna. E questo scopo servirà a qualificare tutti gli altri. Giocare a scacchi è bene, perché ci si diverte e non si danneggia nessuno, calunniare può anche essere divertente ma è male, perché si danneggia il prossimo, e ciò è contrario alla legge divina. Non lo convinsi.
I partiti attuali hanno soltanto molti piccoli programmi. I pentastellati hanno combattuto una crociata per il redditto di cittadinanza e contro Radioradicale. Salvini invece ha lottato contro i migranti come Renzi lotta contro Quota Cento. Ma nessuno di questi scopi è “il” programma come era il comunismo. Era una teoria sbagliata ma sarei stato in grado di descriverla a un bambino di dieci anni. Oggi, se dovessi spiegare il programma del M5s a un ragazzino, che cosa dovrei dirgli? “Impara a gridare vaffanculo!”?
La nostra società non crede più a niente. Soprattutto non crede nel liberalismo, perché tende a optare per lo stato etico e sostanzialmente sovietico. Accetta che il Leviathano si occupi di tutto, regolamenti tutto, e invada la vita dei cittadini più di quanto la famiglia tradizionale invadesse la vita di un minorenne. E il risultato è il disorientamento.
Naturalmente i fautori di questo genere di Stato hanno le migliori intenzioni del mondo, ma la spinta va oltre lo scopo per cui era prevista, fino a trasformarsi in un’ipertelìa. Le corna del cervo sono certo un’arma impressionante, ma a forza di essere grandi e ramificate, possono provocare la morte della povera bestia, se rimane impigliata in un albero.
La democrazia soffre di ipertelìa. Vuole essere talmente buona, che rischia di mettere in crisi la sua stessa esistenza. Uno Stato invadente è anche uno Stato molto costoso e così scontenta i cittadini. La democrazia dei flemmatici inglesi è figlia della protesta contro le tasse. Né diversamente sono nati gli Stati Uniti. Lo Stato che vuole occuparsi della salute, dell’istruzione, della sicurezza, e di ogni aspetto della vita dei cittadini, alla fine fa troppe cose, le fa male, e rischia la crisi di rigetto. Quegli stessi cittadini che l’avevano invocato scendono in piazza e spaccano tutto.
La nostra società è malata di Stato. E non s’intravede la guarigione. Nessuno distingue democrazia da eccesso di aspettative dalla democrazia, e il risultato è che, perfino i più riflessivi credono che l’alternativa sia l’autocrazia. Senza capire che l’ubriacatura non è colpa del vino, ma del fatto che se ne è bevuto troppo.
La soluzione del problema non è per domani.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

DEMOCRAZIA MALATAultima modifica: 2019-11-01T15:27:52+01:00da gianni.pardo
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