27 GENNAIO: I COMMENTI


Questo è un giorno di inevitabili commenti. Tanto inevitabili quanto fastidiosi. Quasi avessimo scritto sull’agenda: “Lunedì, ore 11, dentista”. Con la differenza che, mentre nel caso del dentista, ce la caveremmo in una mezzoretta, i commenti sulla tornata elettorale ci opprimeranno per giorni e settimane. Per quanto mi riguarda, prima ancora di leggere qualunque commento, scrivo i miei, per essere sicuro di non essere influenzato da nessuno e di non aver “copiato” da nessuno. A questo scopo stamani non ho nemmeno ascoltato la Rassegna Stampa di Radioradicale.
Il centrodestra non ha sfondato. Il verbo è stato scelto accuratamente. Infatti, se avesse prevalso sarebbe stato un fatto eccezionale, una sfida vinta contro il cielo. Ed è stata questa ambizione smisurata che oggi rende obbligatorio parlare di sconfitta. In realtà non c’è stata una vera sconfitta, nei numeri: lo scarto tra i voti di sinistra e di destra è sempre stato enorme, anche se in calo, e nell’ultima consultazione amministrativa viaggiava ancora intorno ai venti punti, mentre stavolta questo scarto si è ridotto ad otto punti. Quanto meno ciò dimostra che il centrodestra, pur perdendo, è in crescita, mentre la sinistra, pur vincendo, è in calo.
Bonaccini ha vinto perché è stimato. In una consultazione amministrativa le persone contano molto, ed avere accumulato un capitale di consensi agendo concretamente non è piccolo credito. Vittoria meritata.
Il Pd ha vinto per un insieme di ragioni. Innanzi tutto perché ha incamerato i voti in libera uscita dal M5s. Poi perché il fatto che si fosse tanto ampiamente ventilata la possibilità di una vittoria di Salvini ha avuto un effetto “Hannibal ad portas”, quello di un pericolo imminente contro il quale occorreva mobilitarsi per salvare la patria. E questo è dimostrato dall’enorme aumento dell’affluenza alle urne. I vecchi elettori di sinistra emiliani e romagnoli si sono scomodati ad andare a votare anche perché si trattava – nella sensibilità di tutti – di un test nazionale, destra-sinistra. E gli elettori di sinistra ci hanno tenuto a dire che sono ancora vivi,
Il peso delle sardine. Molti si sentiranno in dovere di valutare il quantum d’influenza delle “sardine” su questo voto e, in prospettiva, sul futuro politico del Paese. A mio parere si tratta di una perdita di tempo. La formula del movimento di protesta, dalle idee vaghe e inconsistenti, ha già mostrato la sua insostenibilità con la sorte del M5s, e la crisi dei “grillini” è troppo recente perché gli italiani non abbiano imparato la lezione. Dunque, se un peso hanno avuto, quelle folle, è stato perché pescavano nella vasca dell’itticultura. Invitare gli emiliani a votare a sinistra è come invitare i cittadini del Vaticano a dire bene del Papa. Dunque in futuro o scompariranno, o si disperderanno nel Pd, o cercheranno di fondare un partito, e che Dio gliela mandi buona.
L’Emilia si è rivelata “contendibile”. Il centrodestra non ha vinto, ma tutti hanno preso in considerazione l’idea che potesse vincere, e questa è una notevole novità.
Il M5s è come se avesse cercato di farsi rilasciare un certificato di morte. L’idea di partecipare alle elezioni in solitaria, senza associarsi col Pd, è stata assolutamente balorda, soprattutto in un momento in cui il Movimento subisce un drammatico calo di consensi. E infatti non sorprende che la decisione sia stata presa dalla “piattaforma Rousseau”. Affidarsi alla massa, per le decisioni politiche, è una follia. A Gesù Cristo, stando ai Vangeli, costò la pelle. Così è passato dal 32,7% del marzo 2018 all’attuale 3,45%, che è circa un decimo della cifra precedente. Prosit. Ma rimane una buona notizia per l’Italia. Sono già abbastanza ignoranti quelli che vorrebbero essere colti, da noi, figurarsi quelli che dell’ignoranza si fanno un vanto.
Riflessi sul governo. Gli interessati dicevano che non ce ne sarebbero stati, nemmeno se avesse vinto la Borgonzoni, figurarsi ora che possono dire di avere vinto o – almeno – che ha vinto il Pd. Ma io rimango della mia idea. I numeri perché il governo non cada c’erano prima e ci saranno anche dopo; cionondimeno non si può scommettere sulla durata del governo, a causa della sua debolezza intrinseca, a causa di ciò che può sempre accadere, e infine a causa della follia degli esseri umani.
La conclusione è semplice: poteva succedere qualcosa e non è successo niente. Ma già da prima si diceva che poteva succedere qualunque cosa, e questo si può dire ancora oggi. Perché la situazione politica somiglia ad un castello di carte in una giornata ventosa.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
27 gennaio 2020

27 GENNAIO: I COMMENTIultima modifica: 2020-01-27T10:14:16+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “27 GENNAIO: I COMMENTI

  1. non sono grillino ma non riesco a spiegarmi questo crollo del Movimento, eppure il reddito di cittadinanza è stato fatto, un po’ di soldi sono stati distribuiti…
    lei come se lo spiega, sig Pardo?

  2. Molto semplice, caro Luca: gli elettori non conoscono la “gratitudine”, se così si può chiamare.
    Il reddito di cittadinanza è già stato elargito, quindi ora è scontato (anche perché nessuno oserà metterlo seriamente in discussione, come è stato per i criticatissimi 80 euro di Renzi).
    Quindi, oggi è un altro giorno, dice l’elettore: cosa hai da offrirmi? Niente di nuovo? Ok, io voto gli altri

  3. Fabrizio, e il Pd (che ha riacquistato parte dei voti) cosa promette loro?
    Nuove tasse?
    A questo punto mi verrebbe da dire: ben gli sta!

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