UNA CASCATA DI DUBBI

Sulla “Repubblica” del 6 maggio, Carlo Bastasin scrive: “Nel 2020 il nostro Paese farà emissioni lorde di titoli di Stato per 550 miliardi,ma, grazie agli acquisti della Bce, le emissioni nette per le quali dovrà cercare privati disposti ad acquistare i suoi titoli saranno forse ‘solo’ 30 miliardi”.
Cerco di capire. Lo Stato emette titoli per 550 miliardi, 30 spera di ottenerli da privati, e ne rimangono 520. Ma (1) quanti di questi 520 sono acquistati dalla Banca Centrale Europa? Tutti? Metà? Duecento? Dal momento che attualmente, negli acquisti, non si tiene conto delle quote predeterminate (27% Germania e 14% Italia, per quel che ricordo) (2) qual è lo sbilancio fra quote predeterminate e quote effettive, e quanto ha avuto la Germania?
Inoltre la Corte Costituzionale tedesca ha insistito sulla proporzionalità, ma non s’è capito se si tratta della proporzione degli acquisti della Bce (27% e 14%, fra Germania e Italia, per esempio) o della proporzionalità fra gli scopi istituzionali di quella Banca e quanto in concreto fatto. Ovvio che in questo caso (3) non si sarebbe dovuto parlare di proporzionalità ma di “conformità ai doveri e agli scopi istituzionali”.
Pare si rimproveri alla Bce di cercare di realizzare una politica economica, mentre avrebbe dovuto limitarsi alla politica monetaria. Ma che differenza si fa fra politica economica e politica monetaria? In che modo la politica monetaria potrebbe essere indipendente dalla politica economica? Qual è (4)l’elemento discriminante? E come identificare a quale categoria appartiene l’attività borsistica della Bce?
Comunque, se in tutto l’anno, secondo Bastasin, dovremo “cercare” di rastrellare soltanto 30 miliardi per mezzo degli acquisti dei privati (e “cercare” è un verbo che implica sforzo) è segno che, se buttassimo sul mercato non tutti i 520 miliardi ma anche soltanto 100 o 200 miliardi, non troveremmo acquirenti. È così (5)? Perché se così fosse saremmo già falliti.
E ancora, come mai si parla tanto di spread, se tutto il problema si riduce a 30 miliardi, mentre 520 li comprerà in ogni caso la Bce (6), accettando magari un interesse risibile? Come mai si è detto tante volte che, se lo spread superasse 600 o 700 punti base, per l’Italia il Servizio del Debito (pagamento degli interessi) diverrebbe insostenibile (7) e dovremmo dichiarare fallimento? È ciò che si è verificato nel 2011 (8), quando lo spread arrivò improvvisamente a 570 punti base. e quanti miliardi riguardava, quello spread?
Inoltre, che cosa intende dire la Corte Costituzionale tedesca quando ipotizza la mancata partecipazione della Germania agli “acquisti” di titoli sovrani? Se stiamo attenti al significato delle parole, la Germania o l’Italia non acquistano titoli ma, al contrario, li vendono. È la Bce che li acquista. Che significa dunque che la Germania non partecipa agli acquisti della Bce, (9) che non la finanzia per questi acquisti? A questo punto sarebbe risibile la solenne affermazione di alti funzionari europei che hanno detto che la Bce è un’istituzione indipendente. Indipendente anche dai finanziamenti come lo è qualcuno cui la banca non ha concesso un mutuo?
E se la Germania non vende i suoi titoli alla Bce, la sua mancata partecipazione alle vendite (non agli acquisti) facendo mancare la proporzionalità fra le quote, ne impedirà la vendita anche per gli altri Paesi o tutto finirà con l’astensione della Germania (10)? Questa del resto non ha alcun bisogno di trovare chi acquisti i suoi titoli, visto che li vende anche con interessi negativi.
Le differenze sono notevoli. Mancando il finanziamento tedesco, la Bce non potrebbe aiutare nessuno mentre, mentre se la Germania non vende i suoi titoli, alla Bce fa un favore (11). A meno che (ancora un’ipotesi) non si intenda dire che, mentre fino ad ora la Germania ha autorizzato la “stampa” di euro a fronte di niente, per sostenere i Paesi indebitati, domani potrebbe opporre il suo veto (12)?
Riguardo al fatto che lo strumento con cui la Bce effettua i suoi acquisti è “denaro stampato” (semplice inflazione) abbiamo, fra le altre cento fonti, ciò che scrive l’Economist Espresso di oggi: “Germany’s constitutional court cast a cloud over the European Central Bank’s quantitative easing programme, in which the bank prints money to buy government bonds”. “Prints” è un verbo che non si presta ad equivoci. Significa che la Bce il denaro lo “stampa”, come si stampa il denaro falso, o comunque come lo stampa la Zecca, non raccolto attraverso contributi degli Stati membri dell’Unione. Su tutto questo sarebbe bello avere le idee chiare (13), anche perché sappiamo che, dai tempi della Repubblica di Weimar, la Germania considera l’inflazione come un incubo.
E comunque non si tratta soltanto della Bce. Abbiamo dubbi su tutte le altre sigle. Il Meccanismo Europeo di Stabilità per tutti (14), il Sure (15) per la disoccupazione, il Pspp (16), il Pepp (17), l’OMT (18), e il possibile Recovery Fund (19 e non parliamo dei corona virus e degli Eurobond (20), perché pare che siano tramontati all’orizzonte. Una volta per tutte, per ognuna di esse sarebbe bello sapere chi finanzia queste istituzioni, di quale capitale dispone ognuna di esse e chi l’ha fornito. Perché diamine devo essere soltanto io l’unico imbecille che non ha tutti questi dati? Non è eccessiva, tanta oscurità? Si tratta di non svegliare il cane che dorme dell’opinione pubblica o al contrario di dati che sono chiari a tutti e non a me? Qualcuno è in grado di sciogliere tutti questi dubbi? Ringrazio anticipatamente.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
7 maggio 2020

UNA CASCATA DI DUBBIultima modifica: 2020-05-07T10:49:43+02:00da gianni.pardo
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6 pensieri su “UNA CASCATA DI DUBBI

  1. Chi li finanzia? Gli Stati Uniti professore.
    L’Eurozona non è che l’evoluzione della CECA, creazione americana, nata dagli accordi di Yalta per trasformare gli stati dell’Europa Occidentale in stati clienti americani, perfettamente speculare al COMECON che era, per intenderci, l’equivalente della CECA ma per i paesi che facevano parte del Patto di Varsavia.
    E’ un meccanismo di scatole cinesi.
    Poi che Lei, filoamericano, creda ancora alla favoletta degli americani che hanno finanziato il piano Marshall e ci hanno liberato dal nazismo per la bella faccia nostra è una cosa alla quale io mi sono rassegnato anche perchè probabilmente per quelli come Lei io appartengo ai complottisti.
    Però non si senta cretino nel non capirle le cose perchè Lei cretino non è. Se vuole, le cose le può capire eccome.
    A volerlo.

  2. sarò -forse- esperto di “tutto”, certo salvo che esperto di macro-economia e di politica monetaria.
    tuttavia, con le mie deboli forze mentali provo a esporre :
    1) in TUTTO il pianeta, da qualche decennio ( data “simbolica”=15 agosto 1971 : quando R. Nixon dichiarò la NON-convertibilità-aurea del “suo” Dollaro USA … e tutti o quasi gli altri Stati seguirono “a ruota”… fermo restando che già da parecchio tempo prima di quella data, di fatto era praticamente ovunque così )
    le economie funzionano col cosiddetto “corso-forzoso” [ in questo “sito” ritengo non sia più necessario spiegare in cosa ciò consista ] e non con la convertibilità “aurea” ( o in altro bene reale ) : fino a prova contraria che prego di fornirmi.
    2) da quanto sopra sintetizzato ne deriva che la CARTA-moneta a corso-forzoso è ciò che fa girare l’economia. mi pare di averlo già scritto : chiaro che non si possono stampare banco-note come se fossero cartoline o francobolli, altrimenti ( anche il dr Pardo mi pare lo abbia descritto ) si finisce per andare a fare la spesa al mercatino rionale con uno zaino ripieno di mazzette di banco-note = carta-moneta …. o -se si vuole- = carta-straccia-moneta.
    3) tuttavia, se lo Stato ha la PROPRIETA’ della carta-moneta [ Sovranità Monetaria ] ( caso normale in pressoché TUTTI i Paesi del pianeta, salvo nella maledetta “u-e” dello “euro-moneta-comune” = che appartiene a una Banca “privata” = la “B.C.E.”…la quale lo emette A DEBITO dei vari Paesi che vi hanno aderito, nel caso del nostro stuprando la Costituzione vigente…e i magnifici risultati li abbiamo davanti agli occhi tutti… ), la emette ovviamente “gratis” essendo essa Moneta Sovrana a Corso Forzoso.
    4) lo Stato Sovrano emette cioè STAMPA ( dovrebbe stampare ) CARTA-MONETA-SOVRANA-A-CORSO-FORZOSO indicativamente in proporzione al “Prodotto Interno Lordo Annuo” del Paese. nel Paese, tale “TITOLO” circola normalmente e l’economia nazionale progredisce ( o almeno dovrebbe ).
    quanto al “debito – pubblico” sarei concorde col dr Pardo : coi debiti, privati o pubblici che fossero, non si progredisce, e prima o poi i debiti vanno pagati (“coi beni presenti e futuri”…se non erro stabilisce il Codice Civile).
    5) non ricordo dove, avevo letto che i “cliché” delle banconote in LIRA non vennero distrutti nonostante l’avvento ( la “calata”…dell’ € ) e per quel che valga confido sappia in quale deposito siano stati ricoverati…..
    a buoni intenditori. GM

  3. per quel che valga confido SI sappia in quale deposito siano stati ricoverati…..
    a buoni intenditori. GM
    (SCUSATE : avevo saltato la particella SI…)

  4. Vi racconto io chi acquisterà i titoli di stato italiani. Li acquisteranno i fondi pensioni tedeschi che si lamentavano qualche tempo fa che quelli tedeschi non pagano interessi. In un colpo solo noi ci finanziamo e nello stesso tempo finanziamo/aiutiamo i fondi pensioni tedeschi a pagare le pensioni ai propri assistiti. Gli italiani è un popolo generoso……
    Naturalmente per strapparvi un sorriso. Purtroppo il problema è irrisolvibile

  5. Ringrazio il lettore nicbar per il commento divertente. Per restare in tema un articolo di Daniel Stelter economista tedesco :
    Una Patrimoniale del 20 % sulle famiglie italiane .
    L’illustre economista propone un’imposta patrimoniale una tantun del 20 % sul patrimonio complessivo delle famiglie italiane, 9700 miliardi immobili inclusi, vale a dire un prelievo di 1980 miliardi per abbattere il debito pubblico al 30% del Pil.
    http://vocidallagermania.blogspot.com/2020/04/daniel-stelter-invece-di-invocare.html

  6. @giancarlo matta:
    “dal 1971.. corso forzoso…”

    Argomento interessante, ma com’e’ allora che le economie prima di quella fatidica data (i cosiddetti “trent’anni gloriosi”) funzionavano molto meglio che dopo? 😉
    Se l’argomento fosse dirimente, che insegnamento dovremmo ricavarne?
    Com’e’ che l’Italia in quei vent’anni di secondo dopoguerra in gran parte a parita’ fissa col dollaro (600 lire circa per dollaro) ha vissuto il momento di maggiore crescita economica e forse anche sociale dell’intera sua storia? (sicuramente di gran lunga dal 1860)

    Storico dei tassi di cambio lira-dollaro, a tagliare la testa al toro:
    https://tassidicambio.bancaditalia.it/timeSeries

    Evidentemente la moneta, e forse anche la cosiddetta scienza economica troppo complicata, non sono “il tutto” come si tende a pensare oggi che i “contafagioli”, i contabili, hanno il predominio mediatico e culturale (che poi l’economia, e il denaro, non sono una scienza ma una religione, un atto di fede che funziona solo finche’ tutti ci credono, con gli economisti di oggi che sembrano i capi delle varie sette che baruffavano al concilio di Nicea, ognuno con la sua fede cieca nella sua ragione mentre tutti gli altri sono gli eretici che non capiscono nulla – e noi a fare il tifo per l’uno o per l’altro – finira’ anche questa ubricatura da stadio, a rincorrere i fantocci a capo delle varie eresie).

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