CASSANDRA SI OCCUPA DI ECONOMIA

Se l’economia vi annoia, per oggi “passate”, e ci sentiamo domani o dopodomani. Detto fra noi, l’economia annoia anche me e, come se non bastasse, a volte non è facile capirla. Ma ne va delle nostre personali finanze, della nostra vita quotidiana, e di una possibile tragedia continentale. A causa di tutto ciò che potrebbe avvenire nei prossimi mesi. Sarò grato a chi mi correggerà, se commetterò qualche errore.
I
Tutto ruota intorno alla Banca Centrale Europea. Come è noto in Europa alcuni Paesi sono molto indebitati – l’Italia più di tutti, la Grecia essendo ormai “sistemata” – tanto che è certo che non potranno rimborsare il debito. Ma gli interessi sul debito pregresso devono pagarli, se non vogliono fallire. Purtroppo perfino la somma da pagare per gli interessi è tale che ad un certo momento i mercati, in particolare per quanto riguarda l’Italia, hanno dubitato che potesse pagarla ed hanno cominciato a chiedere tassi d’interesse altissimi per compensare questo rischio. Ciò è avvenuto in occasione della crisi del prime rate americano, cioè quando è fallita la banca Lehman Brothers. E cioè quando – credo nel 2011 – Mario Draghi ha detto che la Bce avrebbe fatto “whatever it takes”, qualunque cosa sia necessaria, per parare il colpo.
Ciò che fece Draghi, e che la Bce ha fatto da allora, è stato questo: i Paesi indebitati hanno bisogno di prestiti sia per pagare gli interessi sui debiti pregressi, sia per i nuovi deficit annuali cui vanno incontro. Cioè, non che potere rimborsare il debito pubblico, sono “obbligati” ad aumentarlo. In queste condizioni gli interessi andrebbero alle stelle se qualcuno (la Bce) non offrisse prestiti a basso interesse (o addirittura a interesse zero) facendo una concorrenza imbattibile a coloro che offrono prestiti, le Borse in particolare.
E così è avvenuto. I Paesi hanno continuato ad indebitarsi ma con un creditore speciale, la Bce, che ha queste caratteristiche: non chiede interessi e il denaro che offre non lo attinge dal risparmio dei clienti (come di solito fa una banca) ma più semplicemente lo stampa. Come un falsario. Come si giustifica tutto questo? Semplice. In primo luogo, se non ci fosse la Bce, il “servizio del debito” diverrebbe così oneroso che probabilmente Italia, Francia e Spagna fallirebbero, l’euro scoppierebbe e con esso la stessa Unione Europea. In secondo luogo la Bce si crede giustificata – mentre immette tanto denaro falso nell’economia – con la (presunta) “necessità” di creare inflazione, fino ad ottenere un tasso d’inflazione annuo del 2%. Dunque è come se dicesse: “Sì, creo denaro falso, a fronte di niente, puramente ‘inflazionario’, ma non volevamo raggiungere l’inflazione del 2%? Dunque la mia opera è meritoria in ogni senso”.
Questo è quello che in filosofia si chiama “paralogismo”, un ragionamento solo apparentemente esatto. In realtà falso come un biglietto da due dollari. Perché sono sbagliate le premesse. In primo luogo, ogni volta che si falsa il mercato, si finisce col pagarla. Cara. Questa è una legge economica naturale e dunque eterna. In secondo luogo è altrettanto vero che qualcuno la paga sempre, per il denaro inflazionario. In terzo luogo, riducendo i tassi d’interesse a zero, si castiga il risparmio, una delle molle fondamentali dell’economia, tanto che la nostra Costituzione si è premurata di dichiarare che lo proteggerà in tutte le sue forme (Art.47). E al contrario oggi da un lato i risparmiatori europei non sanno che fare dei loro soldi, dall’altro non soltanto non ricavano niente dal loro risparmio ma vivono nell’ansia che lo Stato glielo rubi (“patrimoniale”). Tutto ciò non serve all’industria e alla vita economica in generale.
Infine e soprattutto, chi ha detto che un’inflazione del due, del tre o del trenta per cento sia un bene? L’ “inflazione” subita dall’oro in seguito alla scoperta dell’America fu dovuta all’improvvisa maggiore disponibilità di quel metallo, cioè di una merce, e questa è un’inflazione naturale, in economia. Ma con la cartamoneta a corso forzoso, se aumenta il circolante, ciò non è affatto dovuto all’aumento di disponibilità di carta, e soprattutto non c’è limite, all’aumento di circolante. Si è visto a Weimar. O più recentemente in Turchia. Dunque si può falsare il mercato, a favore di alcuni (non particolarmente meritevoli) e a carico di altri (non particolarmente colpevoli). Con danni che i tedeschi non hanno mai dimenticato. Che l’inflazione artificiale al 2% sia un bene è un pregiudizio come un altro.
Non basta. Se la Bce crea denaro inflazionario, ciò va a danno dell’euro e a beneficio dei Paesi che ricevono quel denaro artificiale. Traducendo: a favore di Spagna, Francia e soprattutto Italia, e a danno di Paesi come la Germania e degli altri che non hanno bisogno di attingere a prestiti. E questo squilibrio non può durare, perché le sua conseguenze, presto o tardi, saranno tragiche. Fra l’altro perché quello squilibrio aumenta sempre e il collasso diviene fatale. Infatti qualche settimana fa la Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe ha detto basta. E qui si apre il secondo capitolo.
II
Che effetto può avere, questa decisione? I competenti dicono: la Corte di Giustizia Europea, già anni fa, ha stabilito che l’attività della Bce è legale e corrisponde agli scopi di quell’istituto. Ora la Corte tedesca ha detto il contrario, ma la Corte tedesca è sottoposta alla Corte di Giustizia e dunque il suo giudizio non conta affatto.
Pia illusione. La Corte di Giustizia europea ha un potere sopraordinato al Conseil Constitutionnel francese perché questo principio i francesi hanno inserito nel loro ordinamento giuridico. Viceversa i tedeschi non hanno fatto altrettanto e la loro Corte Costituzionale è la loro autorità suprema. Il governo tedesco deve obbedire in primo luogo alla sua Corte Costituzionale, non all’autorità comunitaria. Dunque il problema si sposta e diviene un altro: L’Europa non può imporsi alla Germania; la Germania non può imporsi (giuridicamente) all’Europa: come finisce il match?
Come finiscono tutti i match: con la vittoria del più forte. La Corte tedesca ha dato alla Bce tre mesi di tempo per dimostrare l’indimostrabile (e cioè che la sua attività è conforme ai suoi fini d’istituto) e dunque è come se avesse detto: “O la smettete o vi faccio smettere io”. Purtroppo, la Bce non può smetterla ed è facile dimostrarlo.
Tra il giugno di quest’anno e il marzo del 2021, salvo errori, vengono a scadenza prestiti concessi a Italia, Francia e Spagna, per 720 miliardi di euro. Facciamo che di quei 720 miliardi l’Italia ne abbia ricevuto 300 (cioè 40%, essendo il Paese più indebitato): chi crede possibile che entro meno di un anno possiamo restituire trecento miliardi, soprattutto quando siamo intenzionati a chiederne all’incirca altri duecento per fronteggiare la crisi del Covid-19? Cinquecento miliardi quando non sappiamo trovarne qualche decina, come in questi giorni, per i provvedimenti più urgenti? Ma scherziamo?
In realtà la Bce non soltanto dovrà allungare i termini di quelle scadenze, concedendo di rimborsare il debito vecchio e di contrarne uno nuovo a copertura del vecchio, ma dovrà darci altro denaro. Conclusione, lo scontro, entro i tre mesi, è inevitabile. E che cosa potrà fare la Germania?
Semplice. Potrà non limitarsi a dire: “Io non ho bisogno di prestiti, grazie”, ma anche: “Non avete il diritto di inflazionare la mia moneta. Dunque o la smettete o mi ritiro dall’euro”.
Già la prima mossa – una dichiarazione di sfiducia nella Bce – potrebbe allarmare i mercati, con conseguenze inimmaginabili. Ma soprattutto la semplice minaccia che la Germania esca dall’euro potrebbe provocare un terremoto. Infatti, se l’euro è rimasto stabile in tutti questi anni, malgrado la continua emissione di denaro puramente cartaceo, è stato perché dietro di esso ci sono state e ci sono le solide economie dei Paesi con i conti in ordine. Se invece la Germania minaccia di uscirne, se i mercati pensano che dietro l’euro ci sono soltanto le economie dei Paesi tecnicamente falliti (come in primo luogo l’Italia) potrebbero richiedere pagamenti in dollari invece che in euro, col conseguente crollo della quotazione di questa moneta, spread a livelli stratosferici, provocando un disastro della ex zona euro. Mentre la Germania, a bordo del suo ritrovato marco, veleggerebbe verso lidi sicuri. L’unico problema sarebbe che le sue esportazioni subirebbero un colpo durissimo, perché le merci tedesche improvvisamente rincarerebbero del 20 o 30%: ma è anche vero che oggi sono sottovalutate, e questo spiega l’indebito surplus di esportazioni della Germania. Comunque sarebbe un riequilibrio salutare perché, come detto prima, ogni artificiale squilibrio dei mercati prima o poi si paga.
III
La conclusione di questo articolo è semplice. Non soltanto abbiamo la prospettiva di un tracollo economico a causa del fermo di tre mesi dell’economia italiana, fermo dal quale molti non si riprenderanno. Non soltanto non riceveremo un euro dal sognato e inesistente Recovery Fund, ma può darsi che non riceviamo neanche denaro dalla Bce, col reale rischio di un fallimento borsistico. E se la Bce ci finanzia, rischiamo di perdere l’euro, o per lo meno la sua attuale quotazione in borsa, con conseguenze inimmaginabili, vicine a quelle di un conclamato fallimento. Riusciranno i nostri eroi a metterci una pezza prima che scadano i tre mesi? Personalmente, prima di essere scettico, confesso che non riesco ad immaginare quale possa essere la pezza. Fino ad ora il mio pensiero è andato a San Gennaro e Babbo Natale.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

CASSANDRA SI OCCUPA DI ECONOMIAultima modifica: 2020-05-17T08:59:40+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su “CASSANDRA SI OCCUPA DI ECONOMIA

  1. Ma qual è il succo di questo discorso che per altro condivido? Mi sembra: la situazione è disperata, siamo finiti, non c’è più niente da fare, ci potremmo anche sparare. Invece in qualche modo la vita continuerà, sopravvivremo.
    Ma chi ha voluto gli Stati Uniti di Europa, chi li vuole ancora? Gli Stati Uniti d’Europa come Friedensprojekt, come Wertegemeinschaft (comunità di valori)? Prodi: lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo di più, scalzeremo anche gli USA come prima potenza economica mondiale (non aveva fatto caso alla Cina!).
    Il pericolo di una nuova guerra mondiale non esiste(va) più, l’Europa era vaccinata.
    Le magnifiche sorti e progressive? Benessere per tutti, crescita infinita?
    Per accelerare la nascita di questo mondo favoloso, anzi rendere il processo irreversibile (vedi le immortali dichiarazioni di Juncker su come procedere) si è cominciato a costruire la casa dal tetto (euro, libertà fondamentali: libera circolazione di capitali, servizi, persone). Si doveva procedere più lentamente e con più discernimento. I danni adesso sono irreparabili.
    Bisognava fermarsi alla CEE. Forse sarebbe meglio tornare alla CEE, ma temo sia difficile o impossibile.

I commenti sono chiusi.