LA QUALITA’ DELLA FRUTTA

Ieri – o forse bisognerebbe dire “stamattina” – si è concluso l’interminabile vertice di Bruxelles e da ogni lato si sentono squilli di tromba. Infatti sono state comunicate le somme che saranno erogate e sono anche superiori a quelle di partenza. Alleluia. L’unico neo, per quanto riguarda l’Italia, è che sono aumentati i prestiti e diminuiti i contributi a fondo perduto (regali). Per il resto nebbia. Forse da Bruxelles non hanno comunicato molto; forse i giornali non hanno avuto il tempo di scrivere qualcosa, dal momento che sono stati stampati quando ancora i negoziati erano in corso, certo è che noi italiani siamo rimasti a chiederci com’è finita.
Né possiamo fidarci di Giuseppe Conte. Se partecipasse a una corsa col suo avversario, poi sarebbe capace di dire che lui è arrivato secondo mentre il suo nemico è arrivato penultimo. E comunque, quand’anche domani dovesse risultare che a Bruxelles ha mietuto un successo, la cosa non cambierebbe nulla. Non solo il peso specifico di quell’uomo non sarà diverso se va bene o se va male, ma è evidente che il risultato di Bruxelles, più che dagli argomenti di questo o di quello, è dipeso dalla situazione obiettiva, come la giudicavano i presenti.
Se una differenza ci può essere stata nel valore delle voci degli intervenuti, ciò sarà stato determinato dal peso economico di ognuna delle nazioni. Ecco perché, anche se i due Paesi più importanti d’Europa sono la Francia e la Germania, oggi la Germania conta molto più della Francia che fra l’altro, tanto per ricordarlo, ha un debito pubblico vicino al 100% del pil. Una coda di paglia meno lunga della nostra, ma certo non invisibile. E figurarsi l’Italia, la cui arma principale è costituita dai guai che può provocare all’Europa.
E allora: chi ha perso? chi ha vinto? chi ci guadagna, chi ci perde, e quanto? Attualmente nessuno l’ha chiaro. Certo, è meglio concludere un vertice con un accordo, anche se mediocre, che con un totale disaccordo. Soprattutto in un momento in cui l’Europa, come istituzione, è meno solida che in passato. Ma prima di esultare o di strapparsi i capelli bisogna conoscere i dati di fatto.
Una cosa tuttavia, ai miei occhi, è allarmante. Il fatto che siano subito state comunicate le cifre dei prestiti e dei contributi a fondo perduto, in modo da provocare l’applauso, senza nulla dire delle condizioni delle erogazioni e dei meccanismi di controllo dell’adempimento degli impegni presi, mi ricorda il comportamento dei fruttivendoli da strada che mettono in alto un pezzo di cartone con un prezzo accattivante e poi fanno una montagna della frutta, mettendoci sopra i frutti più grandi e più belli. Purtroppo poi, quando si tratterà di venderli, li prenderanno soprattutto da sotto, dove sono più piccoli, più acerbi, certo meno belli. Mostrare l’ideale per smerciare il cattivo. E non dimentichiamo che comunque ci apprestiamo a dilatare il nostro già stratosferico debito pubblico.
Gli impegni di queste erogazioni potrebbero risultare veramente indigesti. Mezza Italia ha strepitato e strepita contro le condizioni per accedere al Mes, e nessuno parla delle condizioni per accedere al Next Generation Ue. Condizioni che – sempre che l’Unione Europea sia coerente con ciò che ha detto in passato, cosa di cui non si può affatto essere sicuri – si annunciano ben più gravose. Infatti non dovrebbero indicare soltanto l’ambito in cui spendere le somme ricevute (la sanità, per il Mes) ma il come, e per quali fini, e con quali controlli, con quali conseguenze in caso di inadempimento, e a giudizio di chi. Tutt’altra musica.
Se dovessi parlare io, col fruttivendolo, gli direi: “Metta sulla bilancia i tre chili di frutta che mi vuol vendere, ed io le dirò se la compro o no”. L’Italia, a Bruxelles, ha detto entusiasticamente che “compra”. Io aspetto di vedere la merce.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
21 luglio 2020

LA QUALITA’ DELLA FRUTTAultima modifica: 2020-07-21T10:55:09+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LA QUALITA’ DELLA FRUTTA

  1. Geert Wilders su Twitter : “390 miliardi di euro regalati all’Europa meridionale. Follia!”….. “Il primo ministro italiano Giuseppe Conte è molto soddisfatto. Ottiene 82 miliardi di regali con i nostri soldi. Gli italiani sono tre volte più ricchi degli olandesi e lì difficilmente pagano le tasse. Ora saremo noi a pagarli, grazie alle ginocchia deboli di Rutte”. 🙂 Non ha tutti i torti, anche se al netto delle nostre contribuzioni i miliardi regalati si riducono a 25.
    I giornali non ne hanno parlato, ma in febbraio la Commissione Europea ha ammonito la ” frugale” Olanda per l’elevato debito privato ( 264% del Pil contro il 110% italiano ) che “rende le famiglie vulnerabili agli shock con ripercussioni macroeconomiche”.
    L’accordo raggiunto a Bruxelles prevede che a sovvenzionare italiani e spagnoli, saranno gli europei con il debito privato più alto. Non è meraviglioso ?
    http://europa.today.it/attualita/famiglie-olanda-indebitate.html

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