LE PAROLE D’ORO DI CONTE

Da quando l’ho assaggiato, Giuseppe Conte non riesco a deglutirlo. E per evitare che mi rimanga sul gozzo, non lo ascolto mai. Ma oggi leggo sull’Ansa questo titolo: “Conte: accelerare la verifica”. E allora mi dico che c’è qualcosa di nuovo. Qualcosa che forse val la pena di esaminare.
Leggo l’articolo sotto quelle parole e ne ricavo la convinzione che Conte è una delle persone che meno riuscirei ad apprezzare, perché sotto la fuffa di una retorica di maniera, mente spudoratamente, contando sull’imbecillità del prossimo senza mai dare un’occhiata allo specchio, per vedere se per caso non faccia parte del prossimo.
Comincia col dire che occorre “accelerare” la cosiddetta verifica di maggioranza, così da affrontare “nei primi giorni di gennaio” il Recovery Plan. E invece no, caro avvocato, la verità è che lei non riesce più a rifiutare questa verifica, che accetta perché costretto, e senza nessun riguardo per il Recovery Plan. E nemmeno per il buon Dio, se entrasse nella faccenda. Anche le pietre, in Italia, sanno che l’unica cosa che le interessa è Lei stesso. E sanno anche che è capace di dire le cose più platealmente false, come questa di oggi: “Non possiamo permetterci di galleggiare”. Come se le suddette pietre non sapessero che è quello che lui fa da mesi, forse da anni, con una vocazione così inconcussa che, rispetto alla sua, un tappo di sughero è come piombo.
Poi cita Aldo Moro per dire che non riesce “a far suo” il principio degli ultimatum. E con ciò dimostra che non soltanto lui è capace di dire scemenze, ma ne era capace anche Moro. Per quanto riguarda gli ultimatum, bisogna distinguere chi li impone e chi li subisce. Se qualcuno, potendo imporre un ultimatum, non l’impone, lo applaudiremo. E gli concederemo anche il diritto di non “far suo” quello strumento. Se invece prendiamo in considerazione chi gli ultimatum li subisce, la sua opinione al riguardo non vale un fico secco. Per lui la questione è un’altra: se può ignorare l’ultimatum, che lo faccia. Se non può ignorarlo, che ceda. Dire “a questo gioco io non gioco” è come se, fermato di notte in una strada solitaria da tre energumeni armati che mi chiedono il portafogli, gli rispondessi: “Eh no, a questo gioco non ci sto. Sono contro le estorsioni”.
Ulteriore bugia monumentale: “Sono qui per programmare il futuro”, quando l’immobilismo di questo governo, e la sua mancanza di prospettive, sono evidenti lippis et tonsoribus. Lui programma il futuro? Lui che non osa spingere i propri piani oltre il mese?
Poi Conte ipotizza nuove elezioni dicendo che le esclude, perché “Non potrei distogliermi da questi impegni per impegnarmi in una campagna elettorale”. Dimentica che di quegli impegni (cui egli fino ad ora non ha risposto) potrebbe benissimo occuparsi qualcun altro? O si crede a tal punto il miglior fico del bigoncio da essere assolutamente insostituibile, più di quanto siano stati Giulio Cesare, Churchill e De Gaulle, che addirittura si dimise volontariamente?
Ma Conte è soprattutto impagabile nel presentare come trionfi anche le ritirate. Infatti dice: “Se verrà meno la fiducia di un partito andrò in Parlamento”. Come se fosse una sua gentile concessione. E poi: se verrà posto il problema del rimpasto “lo affronteremo”. Un atto di coraggio, veramente. Se mi rompo una gamba, me la farò ingessare. Sono o non sono un eroe, più o meno come Enrico Toti, a proposito di gambe?
Infine la sua mancanza di realismo trionfa perfino in materia sanitaria. Infatti invita a vaccinarsi dicendo: “Compiamo un atto di solidarietà verso tutta la comunità nazionale, sottoponiamoci al vaccino”. Non capisce che chi è anti-vax in buona fede se ne astiene per proteggersi, e questo è il suo primo interesse. Che sia sbagliato qui non importa. Un Presidente del Consiglio avrebbe dovuto dire: “Chi vuole ammalarsi di Covid-19 è libero di farlo, ma puniremo, o escluderemo dal lavoro, chiunque, non vaccinandosi, rischia di contagiare il prossimo”. Ma già, questo non sarebbe stato galleggiare. E quando uno è un supertappo di sughero, non può farci niente. È la sua natura. Come disse lo scorpione.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
30/12/2020

LE PAROLE D’ORO DI CONTEultima modifica: 2020-12-30T17:26:16+01:00da gianni.pardo
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5 pensieri su “LE PAROLE D’ORO DI CONTE

  1. Perché il popolo vuole questo.
    Lui vola altro nei gradimenti a suon di fantasiosi bonus, mentre persone serie e competenti come Monti e la Fornero (ancorché magari non condivisibili nelle misure adottate) rimangono maledetti a distanza di quasi dieci anni.
    Gli italiani non si meritano di meglio

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