LA CLASSIFICA DEL LOSE-LOSE

Molti anni fa un mio brillante ex alunno, divenuto ricercatore universitario, ebbe a meno di trent’anni un ictus. Da un momento all’altro fu incosciente e inerte, in un letto come un relitto, tra la vita e la morte. Ce lo comunicò suo cognato, medico, piangendo a dirotto lì, in piedi, in un vialetto dell’ospedale. L’alternativa “tra la vita e la morte” era troppo generosa. In realtà era tra la morte e una vita in cui sarebbe stato paralizzato, cieco, muto e chissà che altro. Che cosa desiderare? E soprattutto, a che scopo strapazzarsi a sapere che cosa desiderare, dal momento che l’esito era totalmente indipendente da noi?
Questa è l’angosciosa situazione che, arieggiando il noto dilemma “win-win”, potremmo definire “lose-lose”. Una situazione come quella dell’Italia attuale.
Abbiamo una crisi ministeriale che, come tutte le crisi, avrà uno sbocco. Ma, come nel caso del piccolo Mario Giuffrida, non sarà in nessun caso uno sbocco felice. Abbiamo accumulato da decenni non so quanti problemi irrisolti ed ora essi si ripresentano tutti insieme. Non soltanto subiamo le difficoltà e i lutti del Covid-19 ma siamo minacciati dall’ingiunzione europea di attuare le riforme fondamentali, sotto pena di non fornirci i prestiti promessi per riprenderci economicamente. E purtroppo noi siamo incapaci di attuarle. L’unica speranza è che l’Europa smetta di chiedercele. È andata sempre così ma stavolta potrebbe anche non andare così. Incrociamo le dita.
Il generale, dinanzi allo spettacolo della disfatta, disse: “Non potrebbe andare peggio di così”. E l’aiutante: “No, potrebbe anche piovere”. È solo pensando che potrebbe anche piovere che è lecito chiedersi che cosa sarebbe “il meno peggio”. E così espongo umilmente ciò che desidero, in modo da precludermi il facile piacere pessimistico di chi dice: “Peggio di così non poteva andare”.
Non essendo di sinistra, avrei l’obbligo di desiderare una vittoria del centrodestra e, per renderla possibile, il ricorso alle urne. Ma – a parte il fatto che le elezioni bloccherebbero l’Italia per qualche mese, in un momento in cui sono urgenti decisioni importanti – ammesso pure che il centrodestra vincesse, avrebbe fatto un affare? Certo, il tonitruante Salvini afferma di essere pronto a governare e a mettere rimedio a tutti i guasti provocati da Giuseppe Conte e dai suoi sostenitori. Ma sono balle. Neanche Ercole sarebbe capace di questa impresa. Semplicemente perché è impossibile.
Un governo di centrodestra diverrebbe responsabile di una situazione tragica che non ha determinato (almeno nei tempi recenti) e di cui tuttavia porterebbe il peso. Dunque sì, le elezioni anticipate ci darebbero il piacere di veder scomparire (sperabilmente nella spazzatura della storia) Giuseppe Conte e i pentastellati, ma vedremmo il centrodestra porre tutte le premesse per una storica squalifica, dalle conseguenze ultradecennali. Dunque siamo condannati a considerare “desiderabile” che al governo rimangano le formazioni attuali: pentastellati e “democratici”. In modo che compiano il miracolo di risolvere i problemi attuali, o portino il peso della loro responsabilità e del loro fallimento.
Se tutto questo è vero, ciò che bisogna desiderare rimane circoscritto a questo interrogativo: è preferibile un “Conte ter” o un governo con un altro Presidente del Consiglio dei Ministri? Io personalmente desidero questa seconda soluzione, solo per irrefrenabile antipatia (e peggio) nei confronti di Conte, ma riconosco che, se avessimo un Conte ter, sarebbe la migliore garanzia di vederlo sparire all’orizzonte alla prima occasione, quando la sua maggioranza tenuta insieme con lo spago si sparpaglierà per terra. Tuttavia si tratta di un interrogativo secondario, dal momento che qualunque governo in cui abbiano un peso preponderante gli Uomini di Stato del M5s non potrà che avere la qualità che già conosciamo.
Una fioca speranza è che, pur di salvare il governo, la maggioranza conceda qualcosa di ciò che Renzi chiede. Forse strumentalmente, certo ragionevolmente. Per esempio l’estromissione dal consorzio umano, pardon, dal governo, di Alfonso Bonafede: la riforma della giustizia e, se fosse fra le possibilità umane, quella della Pubblica Amministrazione. Ma mi sento come uno che spera nel benevolo intervento di San Michele Arcangelo.
E così posso concludere che, ragionevolmente, le cose da desiderare sono, nell’ordine: 1 un governo giallo-rosso con Conte Presidente; 2 un governo giallo-rosso con un politico Presidente; 3 elezioni anticipate in cui vince il Partito Democratico; 4 elezioni anticipate in cui vince il centrodestra; 5 che io muoia prima di assistere allo sfacelo dell’Italia.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
28 gennaio 2021

LA CLASSIFICA DEL LOSE-LOSEultima modifica: 2021-01-28T11:06:32+01:00da gianni.pardo
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