LA POSSIBILE SECESSIONE DELLA SCOZIA

Premetto che Lucio Caracciolo è una persona seria, per la quale ho molto rispetto. Quando lui scrive di geopolitica, sto attento e pronto ad apprendere come quando leggevo gli articoli di George Friedman, che quella disciplina l’ha quasi inventata.
Ciò non vuol dire che si debba, necessariamente e sempre, essere d’accordo con lui. Oggi scrive (1) sulla “Stampa” un articolo – “La scommessa degli scozzesi” – in cui sostiene che il movimento indipendentista di quella regione è talmente progredito che, in futuro, sarà molto difficile per Londra impedire un nuovo referendum. Questo dovrebbe – prevedibilmente – riportare la Scozia alla sua indipendenza, dopo due secoli di unione con l’Inghilterra (se non ricordo male la data).
I fatti riferiti sono incontestabili. È sulle conseguenze, che si può dissentire. Caracciolo infatti sostiene che l’Inghilterra perderebbe molto del suo potere, infatti – arriva a scrivere – “il rango dell’Inghilterra si ridurrebbe a esigua cornice di Londra. Singapore sul Tamigi”. E via di questo passo. Tanto che Londra potrebbe fare di tutto, e a momenti ricorrere alla violenza, per scongiurare questo fatale evento. E qui arriva il vantaggio della geopolitica, cioè qualche conoscenza della geografia di un Paese.
La Scozia ha grandi tradizioni. Ha perfino avuto grandi scrittori (se tale è Walter Scott, cosa di cui io personalmente dubito) e immensi economisti (cosa di cui nessuno dubita) ma percorrendola in automobile uno si dice: “La Scozia? Tutto qui?” Edimburgo è bella, ma questo non fa un grande Paese. E se Glasgow fu molto importante, economicamente, non lo è più attualmente. Il Paese è veramente povero, dal punto di vista agricolo, perché il clima non gli è affatto favorevole. Avere molta pioggia è un vantaggio se poi si ha anche molto sole. Ma la Scozia il sole lo vede raramente. Insomma, la Scozia non è un Paese fortunato. Perfino la leggenda dell’avarizia degli scozzesi nacque quando, venuti a Londa, i politici scozzesi spendevano poco e con attenzione. Ma non erano tirchi, erano poveri.
Tutto ciò posto, mentre mi preoccuperei per la Scozia, senza grandi risorse e priva di potere contrattuale, da sola, mi preoccuperei molto di meno per l’Inghilterra. Basta fare un ragionamento partendo dall’Italia.
Immaginiamo una secessione italiana, e mettiamo da una parte Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, e dall’altro il resto d’Italia. Economicamente, demograficamente, politicamente, quanto peserebbe l’una parte, e quanto peserebbe l’altra? Veramente questa Italia si ridurrebbe a un Belgio qualunque?
Io sono assolutamente contro la secessione scozzese per il motivo opposto a quello di Caracciolo: perché essa non conviene alla Scozia. Il suo principale motivo per “andarsene” mi chiedo se non sia l’esasperazione per il fatto di sentirsi chiamare “inglesi”, nel resto del mondo.
La gente dimentica che, se in Inghilterra si mangia male, tanto che la semplice espressione “gastronomia inglese” farebbe ridere, è perché l’isola è poco adatta all’agricoltura, soprattutto ad un’agricoltura dai prodotti variati. Figurarsi dunque la Scozia che, dal punto di vista inglese, somiglia alla Basilicata per l’Italia. In Italia, chissà perché, il nome “Scozia” ha echi romantici, la realtà è molto più ingrata.
E perché la Francia ha forse la prima gastronomia d’Europa? Semplicemente per motivi geografici. Perché il suo territorio è fresco e umido da un parte, caldo e assolato dall’altra, ha un’estensione che è il doppio di quella britannica, ed è in ogni modo favorito dalla natura, dalle colture mediterranee a quelle continentali, da quelle meridionali a quelle settentrionali, dal vino alle patate. Se la Francia non è il primo Paese d’Europa, e con margine, è colpa dei francesi, non dell’avarizia del territorio.
A mio parere, dunque, la Scozia farebbe bene a tenersi l’Union Jack, una bandiera complicatissima proprio perché doveva risolvere un insolito rebus e non toccare la suscettibilità di nessuno. Ma in realtà la croce bianca su fondo rosso dell’Inghilterra può fare da sola, la croce di S.Andrea della Scozia, su fondo blu, sarà elegante, ma è quella di un Paese privo d’importanza.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
(1)http://cercanotizie3.mimesi.com/Cercanotizie3/intranetarticle?art=542443773_20210510_14004&section=view&idIntranet=212

LA POSSIBILE SECESSIONE DELLA SCOZIAultima modifica: 2021-05-11T09:44:47+02:00da gianni.pardo
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