GianniP

LA SANITA’ AMERICANA

Il giovane Scott Brown, un repubblicano che proclama alto e forte la sua volontà di lottare contro la riforma sanitaria voluta da Obama, è stato eletto senatore del Massachusetts, da sempre il santuario dei Kennedy, la famiglia reale del Partito Democratico. In quello Stato un politico del suo partito non vinceva da quasi quarant’anni. Inoltre questo 41° senatore fa venir meno quella maggioranza di 60 a 40 che permetteva ai democratici di varare senza troppi ostacoli quella riforma. Ora tutto è in salita. A parte i problemi tecnici di un eventuale ostruzionismo, il Presidente dovrà tenere conto dello stato d’animo dell’Unione. Se anche elettori di provata fede democratica votano per un repubblicano non è un infortunio, è un sintomo.
Naturalmente, ci si può chiedere come mai un popolo civile possa opporsi alla proposta di rendere le cure mediche uguali per tutti e al massimo livello. È forse umano sentirsi dire, in ospedale, che se si è ben assicurati si può avere un certo genere di cura e se non si è assicurati no? Infatti non è vero che negli Stati Uniti se non si è assicurati non si è curati: la differenza è nelle eventuali terapie che sono dispensate. Questo fa inorridire le persone sensibili. In effetti è come se si dicesse che in certi casi si salvano i ricchi mentre i poveri possono pure morire. O, almeno, continuare a soffrire.
I buoni sentimenti però non ci dispensano dal dovere di ragionare. Le cure mediche sono come ogni altro bene o servizio che si ottiene a pagamento. Si può contrarre un’assicurazione per la responsabilità civile automobilistica col minimo di legge ma poi, se si provoca un danno che lo supera, si è costretti a mettere la mano nella propria tasca, mentre non è lo stesso se si contrae un’assicurazione per cifre più alte.
Per quanto riguarda le cure mediche, negli Stati Uniti vale il concetto che ognuno ha il dovere di occuparsene con una buona assicurazione. Poi si è liberi di non contrarla, ma a proprio rischio e pericolo: anche in questo caso si sarà curati (medic aid) per l’essenziale, ma non certo come il cliente che ha pagato.
Questo corrisponde alla mentalità statunitense, che privilegia la responsabilità e la libertà: perfino la libertà di essere imprevidenti. Invece in Italia non solo non si è liberi di essere imprevidenti, ma non si è nemmeno liberi di assicurarsi privatamente, sottraendosi al dovere di pagare per il Servizio Sanitario Nazionale.
Negli Stati Uniti medic aid non fornisce certo le stesse terapie della Clinica Mayo, ma coloro che hanno un’assicurazione costosa non accetterebbero facilmente di pagare parecchio di più per assicurare le stesse cure a quelli che hanno pagato poco o nulla. Magari perché hanno preferito spendere diversamente il loro denaro. L’unico sistema sarebbe quello di rendere pubblica la sanità, come da noi, aumentando l’imposizione fiscale: ma è proprio quello che temono gli americani. Essi odiano lo statalismo e odiano le tasse, diversamente non avrebbero fatto la rivoluzione del 1776.
Comunque non è detto che noi possiamo dare lezioni. Da un lato siamo obbligati a pagare (caro) il Servizio Sanitario Nazionale, dall’altro esso ci tratta tutti più o meno come sono trattati i non assicurati statunitensi. Una prova: una mia cara amica fruisce di una pensione statale di 845 € al mese e almeno una volta l’anno paga 120 € per una mammografia e 90 € per un “campo visivo”. Privatamente. Come mai, le piace arricchire i professionisti privati? La realtà è che le strutture pubbliche – salva la personale cortesia dei medici – trattano il paziente come un seccatore, costano molto in termini di “ticket” (e bisogna fare lunghe file per pagarlo!), fanno mille difficoltà e spesso hanno tempi tanto lunghi che alla fine, soprattutto al Sud, si è costretti a pagare di tasca propria la sanità privata.
I sognatori vorrebbero “il meglio” gratuito per tutti, nella realtà la sanità pubblica è costosa (in termini di imposte) e fornisce a tutti il “mediocre” quando non il “peggio”. E non c’è nemmeno la libertà di assicurarsi privatamente.
La materia è complessa e la realtà si allontana spesso dagli schemi teorici previsti. Meglio sospendere il giudizio.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
21 gennaio 2010

LA SANITA’ AMERICANAultima modifica: 2010-01-21T16:51:08+01:00da
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