OBAMA AL CAPOLINEA

  Ci sono parole che qualificano una persona. Proprio per questo, quando Barack Obama è comparso sulla scena con un messaggio puramente emotivo e formale, e gridando appassionatamente cose che non significavano nulla, le persone ragionevoli sono state più che allarmate. Quando poi si è scoperto che il suo slogan era “Yes we can”, la squalifica è stata irrimediabile: o … Continua a leggere

OLOGRAMMA DI UN PRESIDENTE

Barack Obama si ricandiderà per il “second term”. Gli osservatori lo considerano un candidato solido perché nei confronti dello sfidante il Presidente in carica lo è sempre. E poi perché ad Obama dovrebbe bastare anche solo una percentuale dell’entusiasmo che suscitò nella campagna precedente. Infine, pur dovendo fare i conti con la delusione provocata dalla mancata realizzazione delle sue eccessive, … Continua a leggere

STATISTI IMPULSIVI

Per una volta mi sia permesso battere la mia propria grancassa. Fino a qualche giorno fa – e per settimane – si è parlato di Gheddafi al passato. Lo si è dato per superato, per vinto, per spacciato, fino a stupirsi, il giorno dopo, che fosse ancora lì. Ora le grandi potenze, le anime belle e soprattutto la sinistra internazionale … Continua a leggere

SCENDERE IN PIAZZA PER I RIBELLI LIBICI

Il bambino esclama “Il re è nudo!” perché non si rende conto dei rischi che corre. Chi invece è adulto, da un lato teme la disapprovazione di tutti, dall’altro è spinto dal buon senso a dubitare di se stesso: “Possibile che tutti si sbaglino ed io solo abbia ragione?” Il problema però ha una soluzione. Invece di affermare una verità … Continua a leggere

LA RIVOLUZIONE IN CASA DEL VICINO

Se si vuol essere condannati da tutti, basta dire male di Garibaldi. O, versione più recente, dire bene di Mussolini. E non parliamo di Hitler. Se uno dice che quel criminale era morigerato nel mangiare e nel bere, e che certo non era un ladro, rischia di passare per nazista. Non bastava e non basta che sia, dopo Stalin, il … Continua a leggere

NON IN DIFESA DI GHEDDAFI, MA

È spregevole attaccare chi è in difficoltà. Anche se avesse vinto la guerra, non avremmo perdonato a Mussolini la dichiarazione di guerra alla Francia nel giugno del 1940. Oggi avviene qualcosa di analogo, a livello planetario. Muammar Gheddafi è un personaggio più o meno orrendo ma non lo è solo da un mese. E allora o lo si tratta come … Continua a leggere

YES WE CAN. FAIL

Ci sono uomini che a causa delle loro idee originali e della loro fama – oppure a causa delle loro fantasie e della loro mancanza di senso critico – sperano di cambiare il mondo. E normalmente vanno a sbattere. Alcuni tuttavia, per gli alti livelli di potere raggiunto, hanno la tentazione di dar corpo alla palingenesi e capita che siano … Continua a leggere

AFGHANISTAN: LA SCONFITTA AMERICANA

Chi parla di sconfitta americana in Afghanistan sbaglia termine. Una sconfitta in tanto è tale, in quanto qualcuno ha perso mentre poteva vincere; se invece non poteva che perdere, non si tratta di sconfitta, si tratta dell’errore di avere accettato quello scontro. Quando nel 1968 l’Unione Sovietica decise di “ristabilire l’ordine” a Praga con i suoi carri armati, molti cechi … Continua a leggere

NUCLEAR SECURITY SUMMIT

Le armi nucleari sono una realtà dal 1945. In quel momento la scelta fu fra uccidere centinaia di migliaia di innocenti con l’atomica oppure farne morire molti di più con la prosecuzione della guerra: a cominciare dai giapponesi, disposti a combattere tutti fino alla morte. La decisione, vista con gli occhi della storia, assume tuttavia un altro significato: l’atomica può … Continua a leggere

LA SPADA DI BRENNO A GERUSALEMME

I Galli avevano ridotto Roma alla fame e si era arrivati ad un negoziato: i barbari avrebbero interrotto l’assedio se adeguatamente compensati in oro. Al momento della pesatura i romani protestarono perché le bilance erano truccate e Brenno, il capo dei Galli, gettò fra i pesi la sua spada gridando: “Vae victis!”, (guai ai vinti!). Intervenne allora Quinto Furio Camillo … Continua a leggere

OBAMA SBATTE CONTRO LA REALTA’

La parabola discendente di Barack Hussein Obama si presta a considerazioni che vanno oltre l’interessato. Tutti gli Stati hanno dei problemi. Alcuni di essi sono immutabili perché dipendono dalla geografia: per esempio l’accesso ai mari caldi per la Russia; altri si possono risolvere ma solo a prezzo di grandi sacrifici: per esempio la rinuncia all’Algérie Française; altri infine sfociano in … Continua a leggere

LA SANITA’ AMERICANA

Il giovane Scott Brown, un repubblicano che proclama alto e forte la sua volontà di lottare contro la riforma sanitaria voluta da Obama, è stato eletto senatore del Massachusetts, da sempre il santuario dei Kennedy, la famiglia reale del Partito Democratico. In quello Stato un politico del suo partito non vinceva da quasi quarant’anni. Inoltre questo 41° senatore fa venir … Continua a leggere

OBAMA UN ANNO DOPO

Il consenso di Barack Hussein Obama diminuisce vistosamente. Molti sono delusi: il suo primo anno di governo non ha corrisposto alle speranze suscitate e soprattutto è stato tutt’altro che una serie di successi. Ma c’è chi non è stato deluso. Durante la campagna elettorale alcuni eravamo terrorizzati da questo giovanotto: che diamine dice? ci chiedevamo. Come osa discutere di problemi … Continua a leggere

KØBENHAVN

Chi non è uno specialista di una data materia, chi non si è molto interessato di un dato argomento, di solito dovrebbe tacere. D’altro canto, ci sono materie in cui la competenza non serve a niente, perché l’errore è alla radice. Se qualcuno ci invitasse a discutere con un astrologo che ha dedicato l’intera vita all’influenza degli astri sui nostri … Continua a leggere

LA PESSIMA IDEA DI CHIUDERE GUANTANAMO

Coloro che leggono correntemente l’inglese, che fossero forniti di un’eccezionale pazienza (l’articolo è ben più che sesquipedale, 2.700 parole, contro le normali 700 di un mio articolo), e che hanno passione per il diritto, potrebbero leggere il testo che segue, del grande George Friedman. Quanto meno per dedurne che l’idea di Obama di chiudere la prigione di Guantánamo è stata … Continua a leggere

OBAMA NON HA DELUSO

Obama, un Messia fallibile”, così s’intitola un editoriale sulla Stampa del 24 novembre 2009[1]. E nell’articolo si va oltre: non “fallibile”, ma “that failed”, che ha fallito. Guido Ceronetti esprime tutta la delusione di chi, prima, aveva sperato fervidamente che Obama fosse eletto e altrettanto fervidamente, poi, che riuscisse veramente a cambiare le cose in meglio. Invece non solo l … Continua a leggere

L’IRAN, OVVERO LA QUADRATURA DEL CERCHIO

L’Iran vuole la bomba atomica, è in grado di fabbricarsela e intende distruggere Israele. Non sorprendentemente, Israele non è d’accordo ed è a sua volta armato di bombe nucleari, più numerose e più progredite di quelle che potrebbe avere l’Iran. Ma mentre l’Iran può distruggere Israele con due o tre bombe, distruggere l’Iran è impossibile, date le sue dimensioni. Tuttavia, … Continua a leggere

MORIRE PER KABUL?

Molte persone si chiedono seriamente se sia il caso di mandare i nostri soldati in Afghanistan ma questa domanda non può avere risposta. Il problema se valga la pena di combattere una guerra si risolve da sé se la Patria è aggredita: in questo caso la scelta dello scontro è stata assunta da un altro Paese. Di solito, se c’è … Continua a leggere

IL GOVERNO CHE SI MERITA

Pierluigi Battista, in un articolo grondante indignazione , parla dei crimini contro gli oppositori, e anche contro l’umanità, perpetrati da dittature che dimostrano di non avere nulla da temere dalla comunità internazionale. Battista è uno dei giornalisti più equilibrati che l’Italia possegga ma in questo caso si avrebbe voglia di rispondergli con una sola parola inglese: “Nonsense”.  Un modo esotico … Continua a leggere

VINCE AHMADINEJAD

VINCE AHMADINEJAD: LE CONSEGUENZE La vittoria di Ahmadinejad a Tehran può essere discussa, e lo è in primo luogo da coloro che, in Iran, hanno votato per il suo concorrente; tuttavia il dubbio sulla correttezza della tornata elettorale, considerando la situazione dall’Occidente, non ha nessuna importanza. O veramente Ahmadinejad ha avuto oltre il sessanta per cento dei voti, e dunque … Continua a leggere