GianniP

RENZI L’INGUARIBILE

Era previsto che martedì prossimo Matteo Renzi e Matteo Salvini sarebbero stati insieme da Bruno Vespa, per un confronto. La notizia è ora che Salvini non ci sarà.
I motivi addotti sono tre. Salvini afferma di avere in passato più volte richiesto a Renzi un confronto che questi avrebbe “sdegnosamente rifiutato”. In secondo luogo, per essere presente a quell’incontro, Salvini dovrebbe modificare il suo tour e deludere gli elettori che l’aspettano. Infine lui guarda al futuro e non intende parlare con qualcuno che “in passato, di tempo ne ha avuto fin troppo”. Bla bla. L’essenziale è che rifiuta il confronto. Tanto che Renzi, ricordando con l’occasione l’analogo rifiuto di Di Maio, ha affermato con molto humour che tutti gli negano un incontro eppure lui “non puzza”.
Renzi ha ragione, non puzza, e quella di Salvini potrebbe anche essere una scortesia. Ma siamo in politica. Non soltanto la cortesia non fa parte del sistema, ma qui le parole sono un conto e la sostanza è un altro conto. Il rifiuto di Di Maio potrebbe avere avuto, come spiegazione, la paura di fare cattiva figura: Renzi è un campione della chiarezza, della dialettica ed anche dell’irrisione. Ma la stessa motivazione non è ipotizzabile per Salvini perché è assolutamente improbabile che quell’uomo possa avere paura di qualcuno. C’è in lui la ferina e brutale aggressività dello squalo. Se ha rifiutato il dibattito è probabilmente per altri motivi.
Non è verosimile che l’abbia fatto per restituire a Renzi la pariglia del rifiuto. Per quanto questo desiderio possa essere comprensibile, per un vero politico l’interesse passa prima dei sentimenti. E questo interesse potrebbe essere la convinzione che, dalla visibilità che potrebbe derivare dal dialogo in televisione, ha più bisogno Renzi che lui stesso. Il meccanismo è ben noto. Quando in politica due personaggi sono in gara, e uno di loro reputa di avere un consistente vantaggio, nega all’altro il confronto per non fargli pubblicità.
In linea di principio, questa ragione nel nostro caso dovrebbe essere assurda. Le previsioni di voto del Partito Democratico sono largamente superiori a quelle della Lega e dunque dovrebbe essere Renzi, quello che offre visibilità a Salvini. Il fatto che invece sia quest’ultimo a sottrarsi, la dice lunga sulla perdita di velocità del personaggio Renzi. È chiaro che, per il leader della Lega, tutto dipende dalla sensazione di essere lui stesso in ascesa e il Segretario del Pd in discesa. E tanto basta.
Rimane il dubbio che stia esagerando e bisogna certo fare tanto di cappello al coraggio e al humour di Renzi, quando afferma di non puzzare: ma rimane vero che lui stesso ha fatto questa ipotesi.
Indubbiamente quest’uomo oggi deve lottare per sopravvivere politicamente. Se alle elezioni il risultato del Pd dovesse essere nettamente inferiore a quello ottenuto da Bersani nel 2013, è probabile che nel suo partito la fronda potrebbe trasformarsi in sommossa e defenestrazione. Né basterebbe far notare che, sommando il risultato del Pd con quello di Liberi e Uguali, si giunge ad un’apprezzabile percentuale: non si possono addizionare al Pd i voti di un partitino nato per fargli la guerra, in odio allo stesso Renzi. Al contrario, qualcuno potrebbe sottolineare che quella scissione si è avuta per colpa sua e di nessun altro.
Fra l’altro, i suoi comportamenti recenti non potrebbero certo aiutarlo. Nella compilazione delle liste elettorali, Renzi ha incluso soltanto i fedelissimi, lasciando al fresco quelli che forse in Parlamento non l’avrebbero sostenuto entusiasticamente. E quale sarebbe stata la sorte degli attuali fuorusciti, se fossero rimasti nel partito? Sarebbero stati messi da parte, ed anche troppo tardi per avere il tempo di fondare un nuovo partito e sperare di sopravvivere politicamente.
Anche a non amare Matteo Renzi, anche a non dimenticare i suoi infiniti errori e i suoi atteggiamenti provocatori, si è tentati di “rosicare”, come direbbe lui, vedendo quanti treni ha perduto. Dopo il 4 dicembre doveva farsi da parte, come aveva promesso, e poi risalire la china dal basso, con un diverso atteggiamento. Invece ha proseguito come se nulla fosse avvenuto, ammettendo come unica modificazione il cambio di residenza, da Palazzo Chigi al Nazareno. Seguendo i sondaggi, si direbbe che neanche l’elettorato gliel’ha perdonato.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
17 febbraio 2018

(1)http://www.corriere.it/elezioni-2018/notizie/anche-salvini-rinuncia-confronto-tv-contro-renzi-elezioni-2018-ca27abe8-1331-11e8-bbf7-75f50a916419.shtml

RENZI L’INGUARIBILEultima modifica: 2018-02-17T11:36:21+01:00da
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