GianniP

AL PEGGIO NON C’È FINE

Qualunque vecchio di buon senso può descrivere ai giovani che cos’è stata la paura del comunismo. Il liberale è nutrito di laicismo e pessimismo e teme dunque le scelte definitive, le scelte senza marcia indietro. A un governo che forse farà molto bene ma di cui non ci si potrà liberare preferisce un governo certamente mediocre, ma che potrà mandare a casa. Ecco perché teme in primissimo luogo i portatori di verità salvifiche ed incontestabili. Come spiegare ad una teocrazia che sta sbagliando, se è convinta di star seguendo i dettami divini? Provandoci si rischia la condanna a morte per blasfemia. E infatti non è strano che, per l’Islàm, non esista e non debba esistere separazione fra lo Stato e la religione.
Ecco perché si temevano i comunisti. Si dichiaravano atei ma nel frattempo erano così fanaticamente sicuri della giustezza della loro teoria che, dovunque prendevano il potere, lo mantenevano poi con la dittatura e i lager. Per il bene del popolo, naturalmente. Il marxismo-leninismo – che si studiava nelle università sovietiche – era una teoria talmente valida che i risultati concreti non bastavano a scalfirla. I comunisti italiani, pur riconoscendo che, dovunque si era tentato di applicarla, aveva dato risultati disastrosi, rispondevano che con loro sarebbe stato diverso. Fino ad allora il chirurgo aveva ammazzato tutti quelli che aveva operato, il prossimo paziente invece lo avrebbe salvato. Quando si dice la fede.
Ma i tremendi esempi della teocrazia e del comunismo hanno qualcosa in comune: una teoria solida e un comportamento coerente. Una persona avvertita è in grado di dirvi in anticipo che cosa faranno l’integralista islamico e il marxista. Perché hanno un programma e sono programmati per realizzarlo. Invece oggi in Italia è come se fossimo passati da una normale democrazia di tipo occidentale a un tipo di governo che non sappiamo identificare. Forse: “L’improvvisazione al potere”?
Una democrazia occidentale non corrisponde né ad una religione né ad una determinata teoria socio-economica. La sua Stella Polare è un sostanziale pragmatismo. Il governo cerca di realizzare la massima felicità per il massimo numero di persone (sembra stia parlando Jeremy Bentham) e questo scopo implica una notevole competenza in parecchie materie. Naturalmente, i liberali non si fanno illusioni. Sanno che anche i competenti spesso dissentono fra loro, tanto che in fin dei conti la politica diviene: “L’arte delle scelte fra le proposte dei grandi competenti”. E fanno soltanto del loro meglio. Con l’unico, notevole vantaggio, rispetto ai fanatici, che se poi queste scelte si rivelano sbagliate o sgradite, si cambia governo alle elezioni seguenti.
L’attuale governo italiano accetta le libere elezioni e la possibilità di essere mandato a casa. Dunque è democratico. La novità, sua e della maggioranza che lo sostiene, è la rinuncia alla competenza. I giovanotti si reputano liberi di governare come vogliono. In particolare di non tenere conto dei competenti, delle necessità obiettive, delle risorse disponibili e delle conseguenze del loro operato. Non comprendono che quando si lasciano andare a strabilianti “sparate”, magari contando sul fatto di non essere presi sul serio, rimangono allarmanti. L’Italia dipende dagli investitori e se appare inaffidabile si rischia il fuggi fuggi finanziario. Che è già cominciato, per 60-70 miliardi.
La teocrazia impone cose dissennate in coerenza con i suoi principi e promettendo il paradiso. Il socialismo reale ne forniva una versione gemella in chiave laica. Ma in nome di che cosa dobbiamo obbedire all’incompetenza? Abbiamo dei ministri che straparlano come al bar, dopo ampie bevute, e rischiano di agire di conseguenza. Come potremmo stare tranquilli?
Ma mentre molti trepidano, per la loro Patria e per il loro portafogli, gli attuali detentori del potere sorridono e rispondono che i predecessori hanno sbagliato tanto, che è impossibile che essi possano fare di peggio. Illusi. Non sanno che al peggio non c’è fine. E questo non è un proverbio qualunque, è uno dei pochi che vanno presi molto dolorosamente sul serio.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

27 agosto 2018
Invito gli amici ad usare come indirizzo giannipardo1@gmail.com. Grazie.

AL PEGGIO NON C’È FINEultima modifica: 2018-08-28T07:54:16+02:00da
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