GianniP

VIVA L’ITALIA!

C’è una crudele verità che riguarda i mariti sfortunati. Ciò che c’è di veramente doloroso nella loro situazione non è tanto il fatto che la moglie vada a letto con un uomo che non è suo marito. Infatti la cosa non può essere eccezionale, dal momento che tanti mariti vanno a letto con donne che non sono le loro mogli e non è probabile che tutte loro siano zitelle o vedove. Quello che rende veramente triste la sorte dei mariti traditi è il fatto di non saperlo. E ciò mentre tutti ne parlano, sottovoce, e ne ridono, mentre il pover’uomo continua magari a colmare di gentilezze la fedifraga.
Considerando che l’infortunio potrebbe capitare a tutti, sarebbe bello se tutti ci astenessimo da questa forma di perfido divertimento. Ma sarà più facile perdonarci se la vittima ci mette del suo, per rendersi ridicolo. Se, per esempio, malgrado fatti evidenti e persino franche rivelazioni, si ostina a negare l’infortunio. È l‘argomento di una famosa commedia di Fernand Crommelynck, “Le cocu magnifique”, il magnifico cornuto.
Il “cocu” è un’esagerazione scenica ma è vero che un po’ tutti, finché possono, cercano di non vedere ciò che non gli piace. È umano. Una donna obesa si definisce “robusta” e, se proprio non ne può fare a meno, “sovrappeso”. “Io obesa? Mica peso duecento chili!” Ma del resto, siamo sinceri, se l’umanità fosse afflitta da una vera chiarezza di visione, riguardo a sé stessa, ne soffrirebbe la sopravvivenza della specie.
Tutto ciò vale per popoli interi e in particolare per noi italiani. Noi viviamo in vaso chiuso. Il Paese ha confini poco permeabili e la maggior parte del territorio è circondata dal mare. Dunque abbiamo pochi contatti con i vicini di casa. Inoltre non parliamo nessuna lingua straniera, non leggiamo testi che non siano in italiano e spesso, andando all’estero, andiamo in gruppo con la guida, perché da soli non sapremmo come fare. Ciò fa sì che la nostra idea dell’Italia, e soprattutto l’idea dell’idea che gli altri si fanno dell’Italia, sia del tutto falsata.
Per fortuna. Come i mariti traditi, ci è utile non sapere come stiano le cose. Fra l’altro, essendo personalmente simpatici, tutti ci sorridono. Così pensiamo di essere stimati più o meno quanto gli altri, anzi èiù di tanti altri. E invece. Invece il livello di disprezzo di cui è fatto oggetto il nostro Paese è tale da indurre perfino me a protestare. Non in nome dell’Italia, in nome della verità.
Vedere considerare una nazione come la nostra, che tanto ha dato al mondo, soltanto come un Paese di voltagabbana, di pulcinella, di traditori, di piccoli imbroglioni, di vigliacchi, mi ha fatto veramente male. In Francia, volendo dire che Mitterand era falso come un biglietto da due dollari, si limitavano a chiamarlo “il fiorentino”. Quando ho fatto notare ad una signora inglese – che era molto severa con i tedeschi – che durante la guerra anche noi italiani avevamo avuto le nostre responsabilità, mi rispose sorridendo: “Gli italiani? Ma gli italiani sono un popolo d’artisti. Lo sapevamo che non erano fatti per la guerra. Nessuno ce l’ha con gli italiani”. Come se in guerra fossimo andati con le pistole ad acqua. In Francia ho visto gente che, soltanto perché ero in grado di capire le minime sfumature di ciò che dicevano, stava attenta a come parlava, ma era evidente che nessuno aveva dimenticato niente, a partire dalla dichiarazione di guerra del 1940. Se qualche espressione di simpatia ho colto, è stato per il modo come abbiamo amministrato la piccola parte di Francia invasa dagli italiani. Rispetto a quella invasa dai tedeschi, era un’oasi di libertà. Si sa, noi italiani non facciamo niente secondo il regolamento.
L’Italia è un Paese che nessuno prende sul serio, al punto che ne beneficiamo in termini di benevolenza. Ci si perdonano cose che non si perdonano ad altri, come a dei ragazzi che l’età rende naturalmente irresponsabili. E quando penso a tutto questo, ho la sensazione di sprofondare senza appigli, come Alice nel pozzo di Wonderland.
L’Italia merita di essere considerata peggio di come pensano gli italiani ma gli stranieri esagerano nella direzione opposta. Tanto che, all’estero, ho la tentazione di difenderla. Poi lo scoraggiamento mi vince. Se c’è una battaglia persa in partenza è quella contro il pregiudizio. Del resto, anche coloro che hanno una grande stima dell’Italia – per la sua importanza nell’arte, nella musica, nella letteratura e perfino nella scienza (basti dire che ne siamo praticamente gli inventori) – pongono sempre una cesura nettissima fra il nostro passato e il nostro presente. L’Italia? È un Paese bellissimo, da ammirare e poi andar via. È il Paese delle vacanze.
E dire che forse siamo i veri vincitori della Seconda Guerra Mondiale. Se non avessimo costretto Hitler a ritardare la campagna di Russia per venirci a salvare dalla sconfitta contro la Grecia, chissà che quel criminale non avrebbe vinto la guerra.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

VIVA L’ITALIA!ultima modifica: 2019-03-05T07:48:32+01:00da
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