GianniP

LA DEA SVENTATA

La Fortuna – che sia bendata o no – non esiste. Esiste soltanto il caso, che può essere tanto favorevole quanto sfavorevole. Del resto in latino fortuna significava anche sfortuna.
Fra l’altro, a rifletterci bene, neanche il caso esiste. La parola caso significa soltanto: “Non so perché”. Ma se non lo so io, il perché di una cosa, non significa che esso non ci sia. Non so se oggi pioverà ma per la natura, se pioverà, non poteva non piovere, e se non pioverà, è sicuro che non poteva piovere.
Dal punto di vista umano esiste comunque l’imprevedibile. Qualcosa che a volte non avevamo nemmeno ipotizzato. E un caso del genere potrebbe riguardare Matteo Salvini. Mentre tutti hanno parlato dell’enorme errore che ha commesso facendo cadere il governo, potrebbe darsi che il caso, per non dire qualcosa di più volgare, gli sia in futuro più favorevole del prevedibile.
All’inizio di agosto, Salvini non parlava ancora di far cadere il governo. Cominciava anzi a parlare di come far fronte alle scadenze di fine anno e, al riguardo, non che essere spaventato all’idea di cercare 23,5 miliardi per non far scattare il rincaro dell’Iva, il leader leghista faceva progetti grandiosi. Non soltanto l’Iva non era un problema, ma l’Italia aveva chiaramente bisogno di una possente iniezione di investimenti pubblici per rilanciare l’economia. E ovviamente, non disponendo di queste somme, l’intenzione del leader leghista – checché ne dicessero le autorità comunitarie – era quella di lanciare una manovra in deficit da cinquanta miliardi di euro. Dicesi cinquanta. Una sparata che solo a sentirla tramortiva.
Si sarebbe detto che Salvini non si rendesse conto di ciò che diceva. Chi l’assicurava che i mercati sarebbero stati disposti a prestare cinquanta miliardi a un Paese come l’Italia che ha un debito pubblico corrispondente al 134% del pil? Come non pensare che, se il collocamento dei titoli per una tale enorme somma non riuscisse e i mercati si allarmassero riguardo alla nostra solvibilità, l’Italia andrebbe in default, e magari farebbe fare un capitombolo all’euro e forse anche all’Unione Europea?
A questo punto ecco le mie ipotesi. Se parla seriamente, mi dicevo, è un incosciente, un pazzo e forse un criminale pericoloso. Se invece – cosa non stupefacente, per un politico – sta soltanto mentendo a tutto spiano (Marco Travaglio lo chiama sempre il “Cazzaro”) l’Italia sarebbe salva. Ma sarebbe salvo lui, nel momento in cui, non realizzando quel fantasmagorico programma, dovrebbe spiegare agli elettori che in Italia, invece di avere una pioggia di cinquanta miliardi, per varare la legge di stabilità ci sarebbe una sottrazione di trenta miliardi, di cui parecchi dalle tasche degli italiani? Perché mai si ficca in una situazione non win-win, ma lose-lose?
Quando poi ha fatto cadere il governo, ho pensato che forse aveva sparato quel cervellotico programma proprio perché contava di non essere al governo in dicembre. Insomma sparava a salve, senza pericolo né per sé né per il Paese. Andando a nuove elezioni subito, avrebbe caricato sul nuovo esecutivo, quand’anche ne avesse fatto parte, la responsabilità di quei provvedimenti, e lui ne sarebbe uscito indenne.
Sottolineo al passaggio che io ho creduto si andasse a nuove elezioni, come l’hanno creduto tutti. Anche se poi, a cose fatte, giornalisti e politici hanno dato ad intendere che loro l’avevano sempre saputo che la legislatura sarebbe continuata. Mentre l’unico scemo che non l’aveva immaginato era Salvini. Sciocchezze. Se Salvini è stato un imbecille, non ha comunque avuto soltanto me, come collega..
Poi è andata come è andata e a poco a poco mi è venuto in mente che forse, se le cose sono andate diversamente dal previsto per Salvini, sono andate diversamente dal previsto anche per tutti gli altri. Infatti la Lega è sfuggita alla tagliola dei cinquanta miliardi e tutta la responsabilità della manovra è ricaduta sui partiti avversari. Partiti che non stanno affatto bene insieme, che hanno subito una straordinaria mazzata in Umbria e che presto potrebbero far cadere il governo. Con le conseguenti elezioni anticipate, stavolta inevitabili.
Se il governo riuscirà a superare il mese di dicembre, e se non molto dopo cadrà, Salvini potrebbe ereditare un Paese che ha comunque superato lo scoglio di fine anno ed è ancora arrabbiato coi dirigenti giallo-rossi. Così lui tornerebbe a Palazzo Chigi avendo ceduto il timone giusto il tempo necessario perché i suoi nemici si scottassero le dita, tirando le castagne dal fuoco. Il Movimento 5 Stelle, addirittura, fino a sparire dagli schermi radar.
Fantapolitica, ovviamente. Ma la Fortuna a volte sembra addirittura burlona, riuscendo a beffare i furbi e i furbissimi.
Ai miei occhi Salvini è una Sfinge inverosimile. Ha tratti tanto caricaturali, quasi da commedia dell’arte, da far pensare che li reciti, per un pubblico di ingenui. Ma è così? È il politico rozzo, superficiale e pericoloso che sembra essere, o è un demagogo artificiale, capace poi, conquistato il potere, di agire come un politico di alto livello, mostrandosi del tutto diverso da com’era apparso prima? È improbabile, lo so. Ma Ottaviano Augusto c’è riuscito.
Gianni Pardo,
giannipardo1@gmail.com

LA DEA SVENTATAultima modifica: 2019-10-29T12:05:36+01:00da
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