GianniP

BREXIT, UN ACCORDO MISTERIOSO

Quando vedo qualcuno che azzarda precise previsioni sul futuro mi viene da sorridere. Non soltanto perché il futuro è inconoscibile, ma perché in larga misura è inconoscibile anche il presente. E ne abbiamo un buon esempio sotto gli occhi.
Leggo sull’Ansa che è stato finalmente raggiunto l’accordo tra Unione Europea e Regno Unito sulle condizioni della Brexit. È stato scongiurato il “no deal” (nessun accordo) e le dichiarazioni, sia “europee” sia “inglesi”, sono trionfalistiche: ma al di là della retorica, non dicono niente.
Quando si dice che la Gran Bretagna rimane un partner, che partecipa ad una zona di libero scambio, ma non sappiamo a quali condizioni; che è stato raggiunto un accordo anche per quanto riguarda la pesca, ma non sappiamo quale; quando non ci si dice niente di preciso riguardo alla frontiera tra Ulster e Irlanda, è segno che non sappiamo dove si situa la linea di accordo. Potrebbe trattarsi di una totale calata di brache dell’Europa come potrebbe trattarsi di una finta Brexit. E poi qualcuno cerca di indovinare il futuro.
La storia di questi quattro anni di trattative ha proprio questo senso: che la separazione rischiava di danneggiare molto seriamente una delle due parti. O peggio (“no deal”) tutte e due. E la grande, grandissima difficoltà sarà stata proprio quella di individuare un punto di compromesso.
La lunghezza delle trattative una cosa dimostra chiaramente: che ambedue le parti si sono trovate dinanzi alla richiesta di cedere su un punto non negoziabile, su un interesse o un principio irrinunciabile. Possiamo esserne sicuri perché l’Unione Europea, che non è “un cuor di leone”, è notoriamente incline al compromesso. Dunque, se ha resistito per quattro anni, ha avuto le sue buone ragioni. Nello stesso modo di tutto si può accusare il Regno Unito, ma non di mancare di spirito pragmatico. E allora come mai, fino ad ora, non ha accettato il compromesso?
Il compromesso non è accettabile quando qualcuno è irragionevole, esoso e chiede la resa senza condizioni della controparte. Posso fornire un facile esempio. Gli israeliani vorrebbero soltanto che i palestinesi non li aggrediscano e non permettano ad altri eserciti di passare sul loro territorio per aggredire Israele. In altri termini, Israele vuole soltanto la pace. E che cosa vogliono i palestinesi? Che gli israeliani abbandonino la Palestina, all’occasione anche chiusi in casse da morto, e i palestinesi dispongano di tutto il territorio ad ovest del Giordano. Dimenticando che da un lato gli israeliani non hanno dove andare, dall’altro che non sono disposti a farsi ammazzare e scomparire soltanto per far piacere ai palestinesi. In conclusione, gli israeliani potrebbero aderire alla “proposta” palestinese se vinti in guerra e posti dinanzi all’alternativa tra la morte e l’esilio, e un’alternativa simile può imporla soltanto una (feroce) potenza militare vincitrice. Cosa che i palestinesi non sono. Forse sono feroci, ma non sono vincitori. Dunque ogni discorso sulla Palestina è inutile. Se ne riparlerà quando i palestinesi si renderanno conto che la loro proposta è irricevibile e che insistere su di essa produrrà danni soltanto a loro, non certo ad Israele.
Tornando alla Brexit, se per quattro anni le due parti non sono riuscite a mettersi d’accordo, è stato probabilmente perché, agli occhi di ambedue, c’era una o più condizioni su cui la controparte insisteva e su cui non era in nessun caso disposta a cedere. Ma qual era questa condizione? E se essa non ammetteva un compromesso (come non l’ammette, per gli israeliani, l’alternativa tra vivere o morire) come mai ora vi si è giunti? Quale delle due parti ha perso il negoziato, quale ha rinunciato all’interesse irrinunciabile? È per caso questa la ragione per la quale gli annunci sono trionfalistici ma nello stesso tempo vaghi riguardo ai contenuti?
Dicono che l’accordo sia scritto in duemila pagine. Duemila pagine che non leggerei, nemmeno a pagamento. Mi basterebbe che mi si dicesse, in un paio di righe, la soluzione che è stata data ai punti irrinunciabili. Allora saprei chi ha vinto e chi ha perso. I negoziatori attualmente non ce l’hanno detto, ma nascondere queste cose è come nascondere il cielo col crivello: di quanto è avvenuto in questo dicembre 2020 la storia ci dirà tutto.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
25/12/2020

BREXIT, UN ACCORDO MISTERIOSOultima modifica: 2020-12-25T17:09:54+01:00da
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