GianniP

BERSANI LEADER INADEGUATO

C’era una volta un sant’uomo che viveva in una caverna, in perfetta solitudine, pregando e facendo penitenza. Il diavolo avrebbe voluto indurlo a peccare ma non sapeva come fare. Che genere di peccati poteva commettere, quel vecchio? Provò dunque con l’ira. Gli rovesciava il catino con l’acqua, gli faceva trovare il pagliericcio per terra, gli sporcava la Bibbia col fango, ma il vecchio non se la prendeva. “Questo è il diavolo che vuol farmi arrabbiare”, diceva. E andava a riprendere un secchio d’acqua, rimetteva il pagliericcio sul letto, aspettava che la Bibbia si asciugasse.
Un giorno il diavolo ebbe un’idea. Si trasformò in una vecchina e cominciò a cercare di caricarsi sulle spalle una fascina di legna ma la fascina era troppo pesante e allora disfaceva il nodo sulla corda che la teneva insieme, aggiungeva altra legna, riannodava la corda e cercava di caricarsi la fascina sulle spalle. Non ci riusciva, allora disfaceva il nodo…
Il sant’uomo, che aveva visto tutte queste manovre durante la sua passeggiata, non poté trattenersi dal dirle: “Accidenti, benedetta donna, ma non lo capite che dovete togliere legna, non aggiungerne? Siete scema?”
Il diavolo allora riprese il suo aspetto normale e rise. Aveva vinto. Se c’è qualcosa che fa perdere la pazienza anche ai santi, è l’irrazionalità.
Pierluigi Bersani non può essere irrazionale come la vecchietta. Innanzi tutto è laureato in filosofia e Dio sa se in quella materia bisogna essere capaci di ragionare. In secondo luogo, malgrado questa specializzazione, si è fatto apprezzare in materia di economia: tutti ricordano le sue famose “lenzuolate”. Infine, quando vuole, si esprime pacatamente e con una qualche emiliana bonomia. E tuttavia il suo comportamento indigna.
Nei sistemi bipolari o bipartitici, al di fuori delle due grandi formazioni non v’è salvezza. Inoltre, all’interno di esse, ognuno, anche se ideologicamente ai margini, deve conformarsi al parere della maggioranza: il partito tende infatti ad avere il sostegno di metà della popolazione, non di estremisti ed idealisti di vario pelame.
Col proporzionale invece anche il partito che ottiene l’1% ha i suoi deputati e il problema è opposto: il partito dell’1,5% deve sottolineare tutte le differenze possibili col partito del 2% per dire agli elettori: “Votate per noi perché solo noi sosteniamo esattamente, al millimetro, le vostre idee. Cosa che nessun altro fa. Neanche il partito che ci somiglia di più”. Il sistema bipolare tende a nascondere le differenze (salvo quella fra le due grandi formazioni), il sistema proporzionale esalta le differenze anche fra partiti molto vicini ideologicamente.
Il nostro è un sistema bipolare ma non bipartitico perché accanto al Pdl c’è la Lega e accanto al Pd c’è l’Idv. Da questo consegue che, pur convenendo su alcuni punti generali (per la sinistra, l’antiberlusconismo), all’interno di ogni coalizione ogni partito cerchi di fare concorrenza all’alleato. Antonio Di Pietro non spera di rubare elettori a Berlusconi, cerca di rubarli al Pd presentandosi come il più antiberlusconiano, il più intransigente, il più estremista e per così dire “il più comunista”, cercando di recuperare anche gli elettori che furono dei Comunisti Italiani. E infatti dalle ultime elezioni politiche le intenzioni di voto a favore dell’Idv, rispetto al Pd, sono piuttosto aumentate che diminuite.
Se questa è la strategia dell’Idv, è ovvio che la strategia del Pd dovrebbe essere opposta. Non un antiberlusconismo di guerra, ma un semplice dissenso da Berlusconi. Non posizione negativa su tutta la linea, ma posizione critica riguardo ad ogni provvedimento. Invece si direbbe che Bersani sia terrorizzato all’idea di apparire meno intransigente di Di Pietro o di personaggi vagamente folcloristici come Dario Franceschini o Rosy Bindi.  Per questo insegue tutti, a sinistra. Annuncia continuamente l’apocalisse. Corruga la fronte e fa la faccia feroce. È  irragionevole e sconfortante.
Forse Pierluigi Bersani si è interessato più di filosofia che di comunicazione. Anni fa era famoso uno slogan commerciale: “Chi beve birra campa cent’anni” e un pubblicitario all’occasione diceva che la novità, nel suo campo, non era un optional “Perché se dico ‘Chi beve chinotto campa cent’anni’ la gente dirà: ‘Ah sì, chi beve birra campa cent’anni’. E va a comprare una birra”. Nello stesso modo il segretario del Pd dovrebbe capire che, se scimmiotta Di Pietro, tutti preferiranno l’originale all’imitazione.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
17 luglio 2010

BERSANI LEADER INADEGUATOultima modifica: 2010-07-18T11:22:46+02:00da
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