GianniP

IL VANILOQUIO

Questi giorni dovrebbero essere drammatici e gravidi di conseguenze per il nostro Paese e tuttavia il tedio che ispira la stampa è incredibilmente grande. Il fenomeno ha una spiegazione: tutti parlano continuamente al futuro e il futuro è un mistero impenetrabile; tutti parlano continuamente per linee generali e si sa che il diavolo si nasconde nei particolari. Si possono dunque ascoltare decine di interviste, leggere miriadi di articoli e alla fine sentire che tutto ciò che è stato detto potrebbe non avere alcun rapporto con la realtà. Non si crede più a nulla.
Sono tutti bugiardi?
No, non sono bugiardi: da un lato non hanno niente da dire, dall’altro tirano ad indovinare. Chi potrebbe dire qualcosa di veramente importante è Silvio Berlusconi e questi, sempre che gli riesca di attuarle, ha interesse a preparare le sue mosse nel massimo segreto.
Si dice che il Cavaliere voglia prendere quattro punti del programma del Pdl e proporli ai finiani: “O ci sostenete su di essi come ve li stiamo presentando, o si va a votare”. Dalla parte opposta si risponde: “E che problemi ci sono? Noi siamo stati votati dagli elettori del Pdl su questo programma. Non solo siamo disposti, addirittura teniamo a realizzarlo”. Perfetto, no? Tanto perfetto, che uno si chiede perché mai si litighi, allora.
In realtà il progetto mostra la corda non appena lo si guarda un po’ più da vicino. “Come ve li stiamo presentando” implica che a Giancarlo Fini e ai suoi amici si proponga una legge, magari di centinaia di pagine, da accettare integralmente, virgole comprese. La discussione in Parlamento – perfino su argomenti scottanti come la riforma della giustizia – sarebbe soltanto formale: si lascerebbe parlare l’opposizione, senza interloquire, per poi passare al voto di fiducia sul testo precostituito. La procedura sarebbe irregolare, dal punto di vista democratico, e poco comunque verosimile. Non si può onestamente pretendere questo, da un gruppo parlamentare.
E allora si fa un’altra ipotesi. Ai finiani si presenta un piano dalle linee generali, plausibile anche se vago: ma Berlusconi sarebbe tanto ingenuo da accettare l’adesione ad un testo la cui interpretazione, sin dal primo giorno, lascerebbe largo adito a diversità di opinioni e di voto? L’attuale disponibilità dei finiani ad accettare la proposta potrebbe avere questo senso: “Noi diciamo di sì ed evitiamo elezioni anticipate – che in questo momento sarebbero sfavorevoli non solo a noi ma anche al Pd – e poi, una volta che si comincia a discutere in Parlamento, la tiriamo in lungo, guadagniamo tempo e se proprio bisogna tornare alle urne, ci torneremo quando conviene a noi, non al Cavaliere”.
Tutto questo considerato, a Berlusconi e ai suoi amici potrebbe convenire proporre formalmente i quattro famosi punti ma mettere intanto subito in votazione alcune leggine indigeribili per i finiani, in modo da attenderli al varco: il processo breve, i limiti alle intercettazioni, il lodo Alfano costituzionale, una legge sugli immigrati. Qualcosa su cui i finiani si sono già chiaramente pronunciati e che li obblighi a mettersi di traverso. Il gioco a questo punto diverrebbe facile: il governo cade, rifiuta ogni altro governo anche se caldeggiato da Napolitano, e va in tempi brevi a nuove elezioni.
Perché ascoltare le rassegne stampa di RaiTre o dei radicali o leggere quella della Camera dei Deputati? Perché leggere tanti articoli e tante interviste se le arrière-pensées (“i retropensieri”) sono molto più numerose dei pensieri espressi?
Per giunta non ne sapremmo molto di più neanche se, per pura ipotesi, invece di giocare a carte coperte, tutti dicessero l’assoluta verità. In concreto tutto dipenderà da quali leggi saranno proposte al Parlamento, da quanta paura i parlamentari avranno delle elezioni, da quanto tengono a maturare la pensione da parlamentari, da qualche avvenimento che potrebbe sconvolgere i dati di partenza. Per dirne una, l’indagine della Procura di Roma potrebbe coinvolgere seriamente Fini e lo scenario cambierebbe radicalmente.
Forse la situazione migliore la vivono quelli che sono andati al mare e non comprano giornali. Non perdono niente.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
7 agosto 2010

IL VANILOQUIOultima modifica: 2010-08-11T09:32:29+02:00da
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