GianniP

PERCHÉ BIN LADEN È STATO UCCISO

Se si chiedesse: “Perché Bin Laden è stato ucciso?” molti risponderebbero con stupore: “Ma perché è uno dei più grandi criminali dell’ultimo decennio!” E la risposta non sarebbe esatta.
Innanzi tutto nei Paesi civili per dichiarare che qualcuno, qualunque cosa abbia fatto, è un criminale, si richiede la sentenza del giudice naturale. In secondo luogo, nulla ci può rendere sicuri, nel caso dei peggiori crimini concepibili, che l’accusato meriti la pena di morte: non solo perché parecchi Paesi (fra cui l’Italia) non la prevedono, ma anche perché una perizia potrebbe, per infermità mentale, escludere parzialmente o interamente la responsabilità.
Se dunque Bin Laden è stato ucciso è per una di queste due ragioni: o perché ha ingaggiato un conflitto a fuoco con i Navy Seals – e in un conflitto a fuoco si può sempre morire – o perché quegli specialisti della marina americana avevano l’ordine di non prenderlo vivo. E questa è la cosa più interessante.
Quando il nemico è, per così dire, una persona per bene, alla fine delle ostilità si tratta con lui. I re di Francia hanno battagliato praticamente con tutti gli Stati europei ma, cessate le ostilità, i rapporti sono stati più o meno quelli di prima. Se Carlo Quinto fa prigioniero Francesco Primo non è che lo uccida o lo maltratti. Lo tratta con tutti i riguardi e, al massimo, ne approfitta per chiedere un consistente riscatto.
Le cose cambiano quando l’avversario da un lato è un delinquente di cui l’intero popolo reclama la punizione esemplare, dall’altro è in possesso di segreti che potrebbero mettere in difficoltà i capi del Paese vincitore. E c’è un altro elemento ancora: per secoli, chi ha prevalso in guerra ha avuto il diritto di passare a fil di spada non solo il capo dei vinti ma i vinti stessi, all’occasione a migliaia. Nei tempi recenti, giustamente, si è reputata questa pratica barbara e “illegale” ma ne è nato un diverso problema, un fenomeno come il “processo di Norimberga”.
Anche se il principio instaurato è stato che non si cerca la vendetta ma la giustizia, mancano in questi casi troppi elementi perché il processo stesso possa essere reputato “legale”. Nel caso di Norimberga, si sono giudicati gli accusati per un reato che non era previsto come tale al momento della commissione: l’avere complottato per scatenare una guerra di aggressione. Dimenticando che l’Unione Sovietica manteneva la propria sovranità sugli Stati baltici in seguito ad un’annessione e dimenticando che mentre la Germania, in seguito al patto Ribbentrop-Molotov, si era appropriata di mezza Polonia (crimine del quale ora rispondevano i suoi capi)  l’U.R.S.S. si era appropriata dell’altra metà e non era accusata.
L’assenza della previsione del fatto come reato è un’insanabile irregolarità. È da secoli (dal Settecento) che il principio per cui nullum crimen, nulla poena sine praevia lege poenali, nessun crimine, nessuna pena senza una precedente legge penale, è un indiscusso dogma giuridico.
Quanto ai crimini contro l’umanità, la Russia di Stalin di colpe simili si era resa e continuava a rendersi colpevole ancora in quegli anni. Ciò nondimeno ebbe persino la sfacciataggine di cercare di incolpare i nazisti del massacro di Katyn, sapendo benissimo che le centinaia di ufficiali polacchi erano stati trucidati dalla polizia segreta sovietica. E si può continuare (http://en.wikipedia.org/wiki/Nuremberg_Trials).
La semplice verità è che la guerra non è un affare legale. Nessuno Stato rinuncerebbe alla vittoria per non commettere un’illegalità. E nessuno Stato, potendo, accorderebbe al vinto una tribuna con la quale mettere in dubbio la “legalità” e la moralità della propria vittoria. Chissà che non sia stata questa la ragione per l’uccisione di Mussolini. Un Duce vivo avrebbe avuto parecchio da ricordare e rinfacciare a molti famosi antifascisti del dopoguerra.
L’ordine sarà dunque stato quello di eliminare Bin Laden. Non che egli potesse avere chissà quali rivelazioni da fare a carico degli americani, in questo caso autentiche vittime delle sue azioni, ma il suo processo sarebbe stato una campagna pubblicitaria di inimmaginabili proporzioni a favore di Al Qaeda (quanto meno nel mondo musulmano) e la sua morte per mano del boia ne avrebbe fatto un martire e un’icona. Meglio mostrarne l’immagine di cadavere umiliato, come nel caso di Che Guevara, e meglio presentare la sua morte come quella di un combattente, come nel caso di Salvador Allende.
La risposta alla domanda: “Perché Bin Laden è stato ucciso?” non è quella che pare più naturale. La risposta più vera è probabilmente: “Per ragion di Stato”. E solo di passaggio perché lo meritava moralmente.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, pardonuovo.myblog.it
2 maggio 2011

PERCHÉ BIN LADEN È STATO UCCISOultima modifica: 2011-05-02T11:52:28+02:00da
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