SUPERLATIVI

La gente ama i superlativi assoluti. Chi è l’uomo più veloce sulla Terra? E spunta il nome del primatista assoluto dei cento metri. E il secondo? Il secondo non conta. È molto veloce, ma non è il più veloce, e non ha importanza. Non conta neppure il fatto che la distanza dei cento metri non sia la più utile: che cosa cambia, se si arriva un secondo prima o un secondo dopo? Invece potrebbe essere utile la velocità sui millecinquecento metri. Se si ha un appuntamento importante, in città, e non si trova un tassì, sarebbe una qualità benedetta. Ma i ragionamenti non servono. Alla gente importano i cento metri, e basta.
Un altro eccellente esempio di superlativo assoluto – il quale oltre tutto conferisce un’immediata patente d’imbecille – è cominciare una deprecazione con le parole: “In nessun Paese del mondo…” Immediatamente vien voglia di chiedere: “Quanti ne hai esaminati? Lo sai che sono circa centoottanta? E da che cosa sono ricavati i dati di cui ti fai forte?” Sarebbero domande giustificate. Tuttavia esse provocherebbero soltanto lo smarrimento dell’interlocutore: “Ma che mi stai chiedendo?” Già: parlava tanto per parlare.
In materia di balordaggini ce n’è un’altra che è riuscita a far sorridere persino un Paese non particolarmente versato nell’umorismo come l’Italia. Molti hanno spesso e ripetutamente definito la nostra Costituzione “la più bella del mondo”. Non un’accettabile, una buona o perfino un’eccellente Costituzione: direttamente la più bella del mondo. Col solito corollario di perplessità. “Le hai esaminate tutte? In che lingua erano scritte la tailandese, la birmana, la vietnamita? E come vanno il tuo tailandese, il tuo birmano, il tuo vietnamita, per il caso che mi servisse una traduzione?
Ma ci sono anche contestazioni astrattamente e perentoriamente logiche. Se la nostra Costituzione era perfetta nel 1948, come mai l’abbiamo modificata tante volte? Senza contare provvedimenti minori (che farebbero salire il conto a oltre cento) i principali emendamenti sono tredici(1). E questo è un guaio. Perché ciò che ha raggiunto la perfezione non può essere cambiato che in peggio.
È un’evidenza che va tuttavia esplicitata. Facciamo che la Costituzione, alla sua nascita, non fosse perfetta, e lo sia divenuta con i primi sei emendamenti. Da quel momento è stata “la più bella del mondo”. Ma ciò significa che fino ad allora non lo era stata, se è vero che sono stati necessari ben sei emendamenti per eliminare i difetti. Ora però è la più bella del mondo.
Se la storia finisse qui, non sorgerebbero problemi. E invece noi, stupidamente, abbiamo votato un settimo emendamento. E questo ha rimesso in moto i dilemmi. O la Costituzione non era perfetta, e allora abbiamo sbagliato a definirla la più bella del mondo, oppure con il settimo emendamento non possiamo che averla peggiorata. Non dobbiamo essere molto bravi, con gli emendamenti, soprattutto pensando che dopo ci sono stati l’ottavo, il nono, il decimo, fino al tredicesimo. Questa faccenda della perfezione dev’essere complicata, se c’è riuscito soltanto Dio.
Ma facciamo l’ipotesi inversa. Facciamo che la Costituzione sia nata male ma poi il nostro Parlamento, rimettendoci le mani tredici volte, il 18 novembre del 2001, con la revisione del “Titolo V: Ripartizione delle competenze Stato-Regioni – l. cost. 18/10/01, n.3”, votata a colpi di maggioranza dalla sinistra, l’ha resa perfetta. Da allora tutti i Roberto Benigni d’Italia sono stati autorizzati a proclamare che la nostra era la Costituzione più bella del mondo. Come mai, allora, di questa stessa ultima revisione oggi dice peste e corna la riforma Boschi-Renzi che ora bisognerebbe confermare col referendum? Chi ha ingannato quell’onest’uomo di Benigni, che a sua volta ha ingannato tutti noi che l’ascoltavamo a bocca aperta? Qualcuno dovrebbe vergognarsi.
La speranza è che la Costituzione possa divenire perfetta col prossimo referendum, ma è lecito dubitarne, dopo tante modifiche. Sempre che Benigni e i suoi colleghi laudatori non si offendano.
Quanto sarebbe meglio non dire sciocchezze. Ma non mancano altri esempi di balordaggine pubblica, anche di stringente attualità. Per esempio Matteo Renzi che proclama: ricostruiremo tutto, edifici pubblici e privati, tutto. I terremoti non possono nulla, contro un simile uomo. Il quale peraltro è talmente ricco che questi miracoli li farà pagandoli di tasca sua.
A volte si ha la sensazione che sia fin troppo difficile vivere in un Paese in cui si è aggrediti così spesso dalla stupidità del prossimo.
Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it
3 novembre 2016

A parte quelle di minore importanza, le più rilevanti modifiche della Costituzione sono tredici.
Dal 1948, in ordine di numero e non di data, sono stati modificati i seguenti articoli: 
– Art. 27 Cost.: Abolizione totale della pena di morte – l. cost. 2/10/07, n.1; 
– Art. 48 Cost.: Voto degli italiani all’estero – l. cost. 17/1/00, n.1; 
– Artt. 56-57-60 Cost.: Composizione delle Camere e durata della legislatura- l. cost. 9/2/63, n.2 e quindi l. cost. 23/1/01, n.1; 
– Art. 68 Cost.: Autorizzazione a procedere in materia penale – l. cost. 29/10/93, n. 3; 
– Art. 79 Cost.: Amnistia e indulto – l. cost. 6/3/92, n.1; 
– Art. 88 Cost.: Potere del Presidente della Repubblica di sciogliere le Camere – l. cost. 4/11/91, n.1; 
– Art. 96-134-135 Cost.: Responsabilità penale del Pres. del Consiglio e dei ministri – l. cost. 16/1/89, n. 1; 
– Art. 111 Cost.: Giusto processo – l. cost. 23/11/99, n. 2; 
– Titolo V: Ripartizione delle competenze Stato-Regioni – l. cost. 18/10/01, n.3; 
– Artt. 121-122-123-126-132: Disciplina delle Regioni – l. cost. 22/11/99, n. 1; 
– Art. 131 Istituzione delle regioni – l. cost. 27/11/1963, n. 3. 
– Art. 135 Corte costituzionale – l. cost. 22/11/1967, n. 2. 
Le leggi di revisione costituzionale sono quindi 13.

SUPERLATIVIultima modifica: 2016-11-03T10:38:45+01:00da gianni.pardo
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