IL BILANCIO DELLO SCONTRO

Cari Amici, ho richiesto la fibra, mi hanno staccato il telefono e a fortiori non ho avuto neanche internet. I fastidi per me (ed anche per loro) sono stati superiori al previsto, ed anche per questo non ho potuto avvertire del balck out. Che ha sorpreso anche me.
Il server Virgilio mi ha avvertito che il “diluvio di commenti fake” non ha riguardato solo me ma TUTTI i blog, ed è stato risolto. Dunque riattivo il mio giannip.myblog.it, fino a nuovo ordine. Può darsi che presto – e definitivamente – passeremo a giannipardo.myblog.it.  L’articolo che segue vi giunge ovviamente in ritardo sui fatti cui si riferisce.
IL BILANCIO DELLO SCONTRO
Tra Israele e Gaza il bilancio dello “scontro” è difficile. Per opposte ma convergenti ragioni né Israele né i capoccia di Gaza ci diranno mai la verità. Israele per non mostrarsi troppo cattiva e Gaza per non mostrarsi troppo punita. Basti dire che oggi parla assurdamente di vittoria. Dunque, in questo bilancio, c’è il rischio di cantonate.
La sproporzione delle forze e della tecnologia tra Israele e la Striscia di Gaza è abissale. Israele ha uno degli eserciti più forti di tutto lo scacchiere, forse il più forte, tanto che l’Iran non osa attaccarla e subisce in silenzio i raid contro le sue basi in Siria. La stessa Turchia, che aspira alla leadership nel mondo sunnita, parla molto e agisce poco.
La Striscia di Gaza invece è piccolissima, poverissima, e debolissima. Con una densità di popolazione spaventosa. Gli stessi missili che spara, sono un regalo dell’Iran che fa la guerriglia per procura. E sono usati con tale perizia che spesso cadono nella stessa Striscia. Dunque, sulla carta, un attacco di Gaza ad Israele è pura follia.
Una vecchia barzelletta racconta di un uomo mingherlino e debole, il quale dava sempre risposte piccate e polemiche, irritando anche le persone più pacifiche. Ma una volta spinse l’audacia a provocare e insultare un uomo grande e grosso il quale lo riempì di botte, fino a lasciarlo svenuto sul selciato. Quando finalmente un amico lo vide rinvenire gli disse: “Poverino, come sei conciato! Veramente te ne ha date tante!” E il ferito, aprendo l’unico occhio non pesto: “Sì, me ne ha date tante. Ma sapessi quante gliene ho dette!”
Nella barzelletta, chi page il conto è lo stesso provocatore incauto; nel Vicino Oriente invece sono i palestinesi. Chi vuole dare fastidio ad Israele è l’Iran, chi gli tiene il sacco è la Jihad Islamica che comanda a Gaza e chi soffre è chi non conta nulla. In Occidente la gente beve la propaganda grossolana di Gaza, piange sui “bambini” morti e se la prende con Israele, senza spendere una parola sul cinismo dei capi che, per motivi di odio politico e di fanatismo, espongono la popolazione all’inevitabile reazione del “nemico”. I nostri intellettuali, come sempre infantili e supponenti, si reputano imparziali e infatti dicono: “Io non ho pregiudizi. Stavolta di che cosa è colpevole Israele?” Dimenticando che, se Israele volesse fare strage dei palestinesi come i palestinesi vorrebbero fare strage degli israeliani, potrebbero ammazzarne mezzo milione senza avere nemmeno un ferito. Basterebbe bombardare a tappeto come hanno fatto gli americani ad Amburgo, ad Hannover e persino in Francia, a Brest e Lorient.
Lasciamo tuttavia i commenti e andiamo alla situazione obiettiva: qual è il bilancio dello scontro?
A causa della strabiliante difesa antiaerea di Israele (Iron Dome), Gaza, pur avendo sparato quattromila razzi di ultima generazione, non ha cavato un ragno dal buco. Ha solo fatto strapazzare le sirene. Viceversa essa stessa ha subito una punizione durissima. E poco importa se il suo interesse propagandistico la spinge a minimizzare i danni. Per undici giorni, con tutte le loro forze, gli israeliani hanno potuto colpire dove e quando hanno voluto. Non è necessario stare a fantasticare sulle conseguenze di una simile “mano libera”. Uccidere la gente no, anche perché è innocente, ma punire l’entità Gaza quello sì: a volontà.
Che senso ha insistere a parlare di bambini (e in questo le televisioni occidentali gli tengono il sacco, come se le cifre fornite fossero oro colato) invece di parlare del reale numero dei morti, come se dagli aeroplani si potesse mirare ai bambini risparmiando gli adulti o mirare agli adulti risparmiando i bambini. In realtà, ci saranno stati dei bambini morti, ma non nella quantità che dicono. Se ci fossero stati, la dirigenza locale sarebbe stata felice di fare funerali collettivi, invitando tutte le televisioni del mondo. E quasi mi chiedo come mai non li abbia fatti lo stesso, con delle bare finte. Secondo la religione islamica, mentire e ingannare è male, ma non se si ingannano degli infedeli. Dunque i palestinesi di Gazasono autorizzati anche da Dio. Senza dire che sono capaci di utilizzare i loro connazionali come scudi umani. Tanto, se muoiono, sono shahid, martiri.
Israele in questa situazione bada al sodo. Innanzi tutto, in tempo di pace fa la lista degli obiettivi da colpire alla prima occasione. Poi, quando è adeguatamente provocata, passa all’esecuzione. Naturalmente soltanto uno sciocco prova chi sta aspettando l’occasione per prendertlo a sberle. Ma gli sciocchi sono nel mondo la confraternita più numerosa.
Per quanto riguarda il resto del mondo, Israele sa di non avere interlocutori onesti. Non lo è nemmeno la pubblica opinione occidentale. Ma nessuno muoverà un dito. Dunque i terzi sono ininfluenti, e l’interlocutore di Israele, se mai ne avesse uno, è Gaza. Sicché non ha interesse a pubblicizzare i risultati dei suoi raid. Chi deve conoscerli, quei risultati, li ha sotto gli occhi, checché dicano i dirigenti terroristi. Con l’evidenza delle macerie. Ed è quello che conta.
Analogamente la verità gli israeliani probabilmente l’apprenderanno non dai giornali, ma dai piloti, dai carristi, da coloro che hanno partecipato alla rappresaglia. Perché tutta la popolazione fa parte dell’esercito. E come volete che reagisca un Paese che vede dei vicini fare sforzi disperati per uccidere cittadini inermi ed innocenti? I palestinesi parlano di 240 morti o poco più; io mi chiedo se si possa bombardare un territorio così piccolo e affollato per undici giorni, facendo così poche vittime.
Dei dolori, delle perdite e dei danni che hanno subito i palestinesi sono responsabili e colpevoli i terroristi che comandano a Gaza.
Gianni Pardo, giannipardo1@myblog.it
21 maggio 2021

IL BILANCIO DELLO SCONTROultima modifica: 2021-05-24T14:39:13+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo