DIO NON SEGUE LA MODA

Non si può desiderare d’avere la fama di Bastiàn Contrario. Chi dà sempre ragione alla maggioranza è un conformista ma chi, troppo spesso, non è d’accordo, potrebbe avere ragione soltanto se la maggioranza fosse composta da imbecilli. E questo è improbabile.
Non lo si dice per mostrarsi moderati, è matematico: la maggioranza è essa stessa il metro dell’intelligenza umana media. Chi dicesse che quel livello è basso starebbe soltanto mettendo sé stesso al di sopra dell’umanità. E ciò potrebbe non piacere agli dei.
Il nostro Bastiàn Contrario corre dei rischi e può soltanto giustificarsi dicendo che è “Contrario” ma non pretende di avere ragione, ed è disposto ad accogliere le contestazioni con serenità ed animo sgombro. La discussione a volte ci arricchisce ed è comunque sempre un modo per passare il tempo con gli amici.
Confortato da queste considerazioni, ecco la notizia, come la riporta il Corriere della Sera(1).
“Il Vaticano condanna le affermazioni andate in onda su Radio Maria riguardo al terremoto come «castigo divino» dopo le unioni civili. «Sono affermazioni offensive per i credenti e scandalose per chi non crede», deplora mons. Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di Stato, interpellato dall’Ansa. Becciu ha spiegato che si tratta di affermazioni «datate al periodo precristiano e non rispondono alla teologia della Chiesa perché contrarie alla visione di Dio offertaci da Cristo». «I terremotati ci perdonino, a loro solidarietà del Papa»”.
La prima cosa da dire è che la questione è più seria di quanto non sembri. La Dottrina non insegna che le catastrofi siano sempre mandate da Dio, ma neppure che esse non lo siano mai. Quest’ultima affermazione del resto sarebbe contraddetta dalle dieci piaghe d’Egitto che certo non furono un evento naturale. Dunque, perché scandalizzarsi? Forse, in quest’epoca buonista, non sarà politically correct parlare di un Dio in collera che fa morire migliaia di persone, indiscriminatamente: ma l’inopportunità non riguarda la teologia. È soltanto un dato politico. E certo nessun credente oserà mettere in dubbio la Bibbia.
Sia detto al passaggio, l’ipotesi del terremoto come punizione divina è stata lungamente e ironicamente discussa da Voltaire nel “Poème sur le désastre de Lisbonne”. Ricordiamo che nel 1756, per quel sisma, in quella sola città si ebbero fra le 60 e le 90.000 vittime.
Nella teologia la possibilità di un “castigo divino” è tutt’altro che esclusa. Il concetto di “collera divina” si incontra lungo tutto l’Antico Testamento. È vero che oggi non si ama parlarne, perché certe cose sono “contrarie alla visione di Dio offertaci da Cristo”, come dice Mons.Becciu: ma l’alternativa sarebbe rinnegare la Bibbia come parte della Rivelazione. E così ci si metterebbe perfino contro Cristo il quale – sarebbe inutile ricordarlo al Monsignore – ha ripetutamente dichiarato di essere venuto non per negare la legge mosaica, ma per confermarla. La “collera divina” contrasta forse con le idee di Mons.Becciu, non con quelle di Gesù.
La parola “Antico Testamento” significa “Patto fra Dio e gli uomini”. E questo patto fu rinnovato da Cristo – ecco perché si parla di “Nuovo Testamento” – senza rinnegare l’“Antico”. E come qualunque patto include diritti, obblighi e sanzioni.
Tutta la religione ha come condizione essenziale questo rapporto. Se Dio non si interessasse degli uomini, se non influisse sulla loro esistenza (ecco che cosa significa il dogma della Divina Provvidenza) la preghiera non avrebbe senso. A che scopo parlare a qualcuno per il quale è come se noi non esistessimo? A che scopo invitarlo a mutare i suoi propositi in nostro favore (“dacci oggi il nostro pane quotidiano”) se Egli non influisse in nessun caso sulle nostre vite? A che scopo invitarlo a perdonarci i nostri peccati (“rimetti a noi i nostri debiti”) se non dovessimo temere la Sua punizione? I testi sacri rigurgitano di “miserere”, di “mea culpa”, di richieste di clemenza. Anche per evitare l’inferno, la cui esistenza è un dogma. L’inferno rappresenta la massima ed eterna manifestazione della collera divina.
Qualcuno dirà che, eventualmente, la punizione divina potrà aversi nel Purgatorio. E sia. Ma ciò non esclude che possa aversi in questa vita. Quando Dio fece richiudere il Mar Rosso sugli inseguitori egiziani degli ebrei, fece morire migliaia di soldati incolpevoli, che erano ben vivi. Soltanto perché Dio era intenzionato a punire subito gli egiziani e il loro Faraone.
Padre Giovanni Cavalcoli si sarà espresso con parole e concetti fuori moda, ma non è un eretico. Dal punto di vista teologico ha perfettamente ragione. Non si può chiedere a Dio di seguire la moda della political correctness.
Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

(1)http://www.corriere.it/cronache/16_novembre_04/vaticano-deplora-radio-maria-offensiva-scandalosa-mons-becciu-774259f8-a2b4-11e6-9bbc-76e0a0d7325e.shtml

DIO NON SEGUE LA MODAultima modifica: 2016-11-07T08:22:26+01:00da gianni.pardo
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