IN DEMOCRAZIA LA SINISTRA È ETERNA

Chi ha un forte senso della realtà, chi è capace di accettare le lezioni dell’esperienza, chi per giunta si interessa di storia, non può prendere sul serio i grandi ideali. Potrà amare le favole di Charles Perrault e dei fratelli Grimm, potrà amare film fantastici come “La grande illusione”, di Jean Renoir, o “La vita è meravigliosa”, di Frank Capra, ma terrà tutte queste cose assolutamente lontane dalla vita concreta. Perché in essa non hanno cittadinanza. Chi invece – come Karl Marx – penserà di cambiare l’umanità fino a portarla ad un tale stadio di perfezione da toccare la fine della storia, non potrà che essere un profeta, e comunque un personaggio molto nocivo. Infatti Marx non è il solo, in questo campo.
Ma la maggior parte delle persone non ha un forte senso della realtà, ed ha un orecchio sensibile a ciò che dicono i profeti. Dunque non si può prendere sul serio la tesi, che tanti sostengono col tono blasé di chi la sa lunga, secondo la quale la distinzione fra destra e sinistra è superata. L’uomo normale è afflitto da problemi economici, malattie, ansie, lutti, e sa anche di dover morire. Ovviamente insoddisfatto, cerca disperatamente un rimedio al proprio disagio esistenziale e questo rimedio può trovarlo soltanto in due direzioni: nella religione e nella politica di sinistra.
La religione gli fornisce la soluzione totale. Per le ingiustizie, per le malattie, e perfino per la morte, ma tutto dopo che si è passati “a miglior vita”. La religione può consolare gli infelici, ma può fare ben poco per impedire che i mali concreti continuino a farli soffrire. Anzi arriva a dire che dovrebbero accoglierli col sorriso, perché sono il prezzo da pagare per l’eterna felicità.
E così, finché il potere è stato assoluto, l’umanità si è rassegnata alla sua vita, considerandola immodificabile. È la ragione per la quale, fino a tempi molto recenti, la politica è come se non fosse esistita. È stato soltanto con la democrazia che il potere “è passato al popolo”, e così non soltanto i cittadini hanno avuto il diritto di decidere il loro futuro, ma si sono sentiti promettere – da coloro che chiedevano il loro voto – ogni sorta di bonanza. Il contadino del Medio Evo pensava che Dio aveva voluto che il feudatario fosse ricco e potente, mentre lui era soltanto un povero peccatore; nella democrazia moderna, invece, il povero pensa che i ricchi sono tali perché lo hanno derubato, ed è tempo di andare a riprendere il maltolto. Prima si è stati rassegnati, poi arrabbiati e speranzosi. Ma più spesso arrabbiati, viste le delusioni.
Tutto ciò non è però riuscito ad uccidere l’ideale della giustizia sociale, della prosperità universale, della fratellanza fra gli uomini. Soprattutto di uno Stato che, essendo al nostro servizio, ci assista dalla culla alla tomba come una madre amorevole. E tanto più ci amerà, quanto più saremo deboli e bisognosi di aiuto. Questa aspirazione non è stata e non è soltanto il sogno della sinistra, è anche il suo programma. Quello che propongono i suoi esponenti.
Se tutto ciò è vero, questo atteggiamento verrà meno soltanto quando l’uomo finirà di essere soggetto alla fame, alle malefatte del prossimo e infine alla morte. Orizzonte improbabile.
E tuttavia, col tempo, l’esperienza ha insegnato qualcosa. La sinistra dura e pura – quella che rappresenta i cittadini che sperano in un miglioramento inverosimile o addirittura impossibile – ha provocato tali disastri da perdere slancio e credibilità. E infine l’implosione dell’Unione Sovietica le ha assestato un colpo mortale.
La sinistra moderata ha raccolto l’eredità del comunismo, ma l’ha sufficientemente annacquata, fino a tenere conto, almeno in parte, dei dati reali. Ciò le ha permesso di sopravvivere dovunque, anche se forse il suo residuo collettivismo è all’origine dell’attuale, interminabile crisi.
Sull’opposto versante, la destra estrema, sempre con le idee confuse, somiglia alla sinistra estrema. Non per caso il fascismo era figlio del socialismo, e “nazista” significa nazional-socialista. E se quegli estremismi hanno prodotto meno disastri, economicamente, è stato perché, per fortuna, non avevano una teoria economica.
La destra moderata, oggi forse prevalente, non è portatrice di un’ideologia ed è sostenuta soprattutto da coloro che si fanno meno illusioni. Quelli che dallo Stato non sperano di ottenere “tutto”, ma almeno “qualcosa”, e sempre compatibilmente con i dati oggettivi e la loro libertà.
Come aspirazione umana, la sinistra prevedibilmente non morirà mai: perché nasce dall’insoddisfazione esistenziale dell’uomo. A questa insoddisfazione la religione risponde da sempre con compensazioni ultraterrene, la democrazia invece, da qualche secolo, offre la speranza di rimedi concreti. Una speranza eccessiva che – in buona o in malafede – i politici alimentano perché procura loro i voti necessari per ottenere il potere.
Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it
18 novembre 2016

IN DEMOCRAZIA LA SINISTRA È ETERNAultima modifica: 2016-11-19T09:33:12+01:00da gianni.pardo
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