LE MACERIE

Il panorama dell’Italia, dopo la sconfitta di Matteo Renzi, è desolante. Non che ci si aspettassero mirabilia, dal suo governo, ma mentre ha fatto poco, in positivo, ha fatto parecchio in negativo. Probabilmente senza nessuna colpa in ambedue i casi.
In positivo ha potuto fare poco perché il Paese è bloccato dall’interno e dall’esterno. Il nostro modello socio-economico non ha alternativa. Tende ad un esiziale statalismo (e sotterraneo collettivismo) che ammorba la nazione e tuttavia non può essere modificato, perché piace ancora agli italiani. E nello stesso tempo la sua libertà di movimento è resa pressoché nulla dagli impegni europei.
All’effetto negativo ha contribuito lo stesso Renzi perché, sia pure in buona fede, ha devastato le istituzioni. Probabilmente pensava che l’immobilismo fosse la causa dei nostri guai e che la risposta fosse una personalità forte. Uno che, anche a calci, sapesse rimettere in moto il Paese. Naturalmente combinando questo programma con un’ambizione divorante che metteva lui stesso al centro del progetto. Ma tutto ciò non va giudicato severamente. Le grandi imprese sono spesso l’opera di personalità eccezionali, spinte dalla vanità personale, e tuttavia capaci, per raggiungere la loro gloria, di darla anche alla loro Patria. Napoleone agiva per sé, ma anche per la Francia.
Renzi ha lasciato tante macerie perché è stato maldestro. Nessun timido sarà mai un grande seduttore, ma non è che il modello di riferimento sia lo stupratore. Con le donne bisogna saperci fare. Soltanto ad una prostituta si può dire che l’unica ragione per la quale ci si accosta a lei è il sesso. Nello stesso modo, in campo politico l’ambizione sfrenata, la sete di comando incontrastato e la voglia di accentrare tutte le leve di comando nelle proprie mani, sono cose che vanno perseguite e conquistate a poco a poco, ma mai allarmando la nazione. Cesare non era meno ambizioso di Renzi, e tuttavia aveva l’aria di rifiutare i complimenti e gli onori. Naturalmente soltanto l’aria. Infatti Bruto e Cassio non ne furono affatto convinti. Ma la leggenda ci ha fatto stimare Cesare come un grande e condannare Bruto e Cassio come i modelli dei traditori.
Renzi ha creduto che l’estrema personalizzazione del potere, e l’ostentato disprezzo per gli inferiori, fossero il marchio dell’uomo superiore. Proprio non ha letto Machiavelli, quando insegna a far mostra di virtù e moderazione. Persino De Gaulle che – con più ragione di Renzi – considerava i suoi avversari politici poco più che cimici, non arrivò mai a dire: “Fassina chi?”. E mai avrebbe detto pubblicamente: “Stai sereno” a qualcuno cui contava di togliere la sedia da sotto il sedere. In politica certe cose si fanno, ma non si dicono. La gente certe parole le ricorda.
Non si vuole infliggere a Renzi un giudizio morale, ma piuttosto una bocciatura in tecnica di conquista del potere. E questa bocciatura che prima gli hanno affibbiato i prossimi e i competenti, poi gliel’hanno appioppata milioni e milioni di italiani. Con un entusiasmo da Terrore giacobino. In certe città si è arrivati al 75% di “no”.
Molti sono stati spinti a questa reazione di rigetto dai magri risultati conseguiti dal governo in materia d’economia. È vero che il governo non avrebbe potuto fare molto di più, ma perché irritare il prossimo con proclami di vittorie mai conseguite, di riprese economiche mai viste, di età dell’oro che nulla annunciava? Vulgus vult decipi, ergo decipiatur, diceva quel cardinale: il volgo vuol essere ingannato, e dunque che sia ingannato. Ma bisogna saperlo fare. Se è infelice non bisogna dirgli che è felice, perché non lo si inganna, lo si manda in bestia.
Oggi l’unico partito forte nel numero e nella coesione è il Movimento 5 Stelle. Purtroppo è debole intellettualmente. È un’armata Brancaleone dalle idee vaghe o mitologiche, privo di un capo credibile, con un programma socio-economico che avrebbe potuto scrivergli Bob Dylan. Il Pd a sua volta è disorientato, spaccato, e in perdita di credibilità. Il centro-destra è ancor più diviso del Pd, e sembra non sapere dove andare. Né sono credibili personaggi come Matteo Salvini o Giorgia Meloni. Ecco perché quello che si vede sembra un panorama di macerie.
Come mettere insieme un nuovo governo, anche se si andasse ad elezioni anticipate? Con quali progetti, con quali soluzioni? Il M5S eventualmente governerebbe l’Italia come sta governando Roma?
Per tutti i parlamentari, l’unica bussola sembra essere l’interesse, in particolare quello di non abbandonare la poltrona. Ma se non si ha un’idea di come perseguirlo, se non si è capaci di mettere insieme un governo che regga accettabilmente il Paese, il rischio è che si facciano male loro, e facciano male al Paese.
Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it
6 dicembre 2016

LE MACERIEultima modifica: 2016-12-06T08:53:08+01:00da gianni.pardo
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