VOTATE PD, PULCINELLA DEMOCRATICO

La credibilità di un’affermazione non dipende soltanto dalla sua intrinseca validità, ma anche dalla voglia che può avere il destinatario di prenderla sul serio. Nessuna persona sensata potrebbe credere che l’Italia abbia vinto l’ultima guerra contro la Germania, ma da quasi settant’anni l’Italia festeggia questa vittoria mai conseguita. E il peggio è che, da quasi settant’anni, nessuno protesta contro questo oltraggioso falso. Come mai? Semplicemente perché è più facile credere a chi ti dice: “Hai vinto” che a chi ti dice: “Hai perso”.
Ecco perché, quando ho sentito Matteo Richetti, dire e ripetere in televisione che il Pd conta di “ripartire dal 40% ottenuto al referendum”, la mia meraviglia è stata moderata. “C’è una sola spiegazione, mi sono detto. È segno che si rivolge a dei cretini”.
Se una squadra di calcio perde cinque a uno, nessuno può impedire ai cretini di gloriarsi di quel goal e magari – modello “Pierina e la ricottina” – di cominciare a dire: “La prossima volta perderemo quattro a due, poi pareggeremo, e arriverà il giorno in cui saremo noi a batterli cinque a uno”. Infatti, che cosa costa sognare ad occhi aperti? Se si perde rovinosamente una battaglia, da cui praticamente nessuno esce vivo, ma si è portata via la bandiera, si potrà sempre dire: “Ma noi abbiamo tenuto alta la nostra bandiera”. Nel garage in cui è riposta.
Richetti non è un cretino. Se dice quello che dice, è perché lo dice l’altro Matteo, quello ancor più importante. E potrebbe dirlo anche Papa Francesco, volendo. Ma forse quest’ultimo riferimento avrei potuto evitarlo.
Il 40% di “sì” non è un 40% di futuri votanti del Pd. Non soltanto è assurdo sostenerlo, ma fino al giorno prima del referendum Renzi ha cercato di convincere tutti che non si votava pro o contro di lui, ma pro o contro la riforma. E invece ora dice il contrario, chi ha votato “sì” è un suo sostenitore. Quando ha mentito, la settimana scorsa o ieri? Anche se lui è così bravo che forse ha mentito tutte e due le volte.
Conosco persone che hanno votato sì ma non voterebbero mai per il Pd. Molti hanno votato soltanto per la stabilità; per esempio i residenti all’estero, in ambienti in cui tutti si pronunciavano per il sì. Molti per il timore dell’allarme delle Borse. Molti perché il “sì” è stato caldamente consigliato da tante persone importanti, da Obama in giù, e perfino da autorità tecniche, come il nostro capo della Confindustria. Molti infine, astrattamente, perché “se no non si cambia mai niente”. “Meglio un cattivo cambiamento che l’immobilità”. E lui vorrebbe intestarsi il 40% delle intenzioni di voto? Ma con chi crede di parlare? Ah già, l’abbiamo detto prima, con chi.
Questa linea di comunicazione è allarmante non per i cittadini in generale, ma per gli amici del Pd. Significa che a Renzi l’esperienza non ha insegnato niente. Se tanti hanno votato contro di lui è stato perché urtati dal suo disprezzo per la realtà, quando ha costantemente annunciato trionfi mai visti, riprese economiche immaginarie, diminuzioni delle tasse che nessuno ha notato. E invece di capire che dovrebbe recitare tutt’altra parte, sulla scena politica, smettendo di sparare fanfaluche, ecco che ricomincia. È proprio vero, come insegnava il proverbio greco, che Giove rende pazzi coloro che vuol perdere.
Gli avversari del Pd possono fregarsi le mani. Gli amici di Renzi possono benissimo ripartire da quel 40%, dalla vittoria dell’Italia sulla Germania ed anche, volendo, dalla vittoria delle navi italiane su quelle inglesi, a Trafalgar.
Ricordo che mi ero sentito vagamente urtato all’idea che un grandissimo partito italiano fosse guidato da un comico: ma, dopo quest’ultima uscita di Renzi e soci, mi rassegno. Al peggio non c’è fine. Votate Pulcinella.
Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it
6 dicembre 2016

VOTATE PD, PULCINELLA DEMOCRATICOultima modifica: 2016-12-06T17:30:08+01:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo