Una diatriba sul referendum (per chi fosse interessato)

“Il buon senso, ecco chi ha vinto la campagna del referendum.”

Secondo i sondaggisti il SI è risultato maggioritario tra le persone più anziane, dai 53 in su, mentre il NO ha trionfato tra le fascie più giovani, dai 18 ai 35, e ha vinto, ma in misura minore , tra i 35 e i 53 anni. Ne consegue, secondo il giudizio dell’amico Pardo, che il buon senso è inversamente proporzionale all’età e all’esperienza di vita. Ovviamente l’amico Pardo, che è più anzianotto di me ( ottanta ? ), fa eccezione alla regola. Il buonsenso ha perso di misura a Milano, nota città di sfaccendati, con il SI al 51,13%, ma ha stravinto a Palermo col 72,31% . All’estero gli italiani hanno votato in massa, una massa di dissennati, per il SI (64,87%), compreso il sottoscritto, soprattutto per questioni di merito : fine del bicameralismo perfetto e riforma del titolo V. Di come eleggere i nuovi senatori non fregava niente a nessuno.
“ Un buon senso esasperato, divenuto acre e mordace, perché provocato fino all’inverosimile dall’invadenza parolaia, per quanto abile, di un premier in palese adorazione di sé stesso.”
Eccolo : https://www.youtube.com/watch?v=iyouIgFbvJw
“E alla disperata ricerca di adoratori.”
Eccoli : https://www.youtube.com/watch?v=WXf-YbsSh0Y
Buona visione.

Tralascio il sarcasmo e rispondo nella sostanza alle osservazioni dell’amico Carlo Eduardo. Il buon senso è entrato in conflitto con le affermazioni di Renzi sulla magnifica condizione economica dell’Italia, sui miracolosi effetti delle sue riforme, sulla diminuzione della disoccupazione e delle tasse., ecc. E sono convinto che anche le persone anziane hanno visto le stesse cose che ho visto io. Ma le persone anziane – di solito già fornite di un lavoro o di una pensione – hanno perdonato tutto ciò in nome della stabilità (si prospettavano disastri, in caso di vittoria del “no”) e in nome della possibilità che le riforme fossero utili. Invece i giovani, spesso disoccupati (anzi in massa disoccupati, nel Meridione) hanno reagito con rabbia. Loro non avevano molto da perdere, avendo la sensazione di non avere niente. Tanto da avere fatto notevolmente aumentare la partecipazione al voto.
Quanto al sì di Milano corrisponde al fatto che la città è in condizioni economiche migliori delle altre e, avendo più da perdere, è stata più prudente. Mentre in una città del sud come Catania il “no” è arrivato al 75%. E forse non sarebbe stato così oceanico se il Premier non avesse esagerato col suo ottimismo, in palese conflitto con l’evidenza. E il buon senso. Ecco, forse ho spesso chiamato buon senso la percezione della realtà, e questo potrebbe essere stato un errore.
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Nel caso non tenesse alla pubblicazione, ecco comunque la mia risposta.
Tralascio il sarcasmo e rispondo nella sostanza alle osservazioni dell’amico Carlo Eduardo.
Credevo lo apprezzasse perché i suoi articoli su Renzi trasudano sarcasmo. Il buon senso è entrato in conflitto con le affermazioni di Renzi sulla magnifica condizione economica dell’Italia, sui miracolosi effetti delle sue riforme, sulla diminuzione della disoccupazione e delle tasse., ecc. Ci risiamo, quando parla di Renzi non riesce a farne a meno . Ma quale magnifica condizione economica, quali miracolosi effetti delle riforme ? La sfido a citarmi dichiarazioni di Renzi con i termini da Lei usati . Ha sempre detto che siamo passati da un segno meno a un segno più. Si può dire che abbia ecceduto nell’enfatizzare quelle che in fin dei conti erano variazioni modeste, ma non gli si può attribuire, come fa Lei, dichiarazioni che non ha mai fatte. E poi, quanto a vanterie, a me pare che Berlusconi sia irraggiungibile. E’ arrivato a dire di essere stato e di gran lunga, il miglior presidende del Consiglio che l’Italia abbia avuto e che aveva fatto più il suo governo di tutti i governi precedenti messi insieme !? E allora perché questo accanimento, e per molto meno, solo con Renzi ? E sono convinto che anche le persone anziane hanno visto le stesse cose che ho visto io. Ma le persone anziane – di solito già fornite di un lavoro o di una pensione – hanno perdonato tutto ciò in nome della stabilità (si prospettavano disastri, in caso di vittoria del “no”) e in nome della possibilità che le riforme fossero utili. Invece i giovani, spesso disoccupati (anzi in massa disoccupati, nel Meridione) hanno reagito con rabbia. Loro non avevano molto da perdere, avendo la sensazione di non avere niente. Aspettano Grillo e il reddito di cittadinanza. Auguri.
Nel frattempo godiamoci questo ritorno in grande stile alle pratiche della prima repubblica.

Carlo Eduardo.

Una diatriba sul referendum (per chi fosse interessato)ultima modifica: 2016-12-14T08:41:18+01:00da gianni.pardo
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