LA COERENZA DI DI PIETRO

La cosa più divertente è quando si può sostenere una tesi senza spendere molte parole, indicando soltanto i fatti.
Sul Corriere della Sera di oggi c’è un articolo secondo il quale  “Le Procure di Monza e Terni hanno aperto due inchieste a carico di ignoti sulla vicenda Boffo-Feltri. Le indagini sono state avviate in seguito all’esposto presentato dal leader dell’Idv Antonio Di Pietro. I reati ipotizzati sono accesso abusivo a sistema informatico o falsificazione di atto pubblico”. Il reato sarebbe quello della pubblicazione del certificato del Casellario Giudiziale riguardante Dino Boffo da parte del “Giornale” di Feltri. L’articolo è lungo 184 parole.
Nella stessa pagina c’è un secondo articolo  dal titolo, dal titolo “Tarantini: il premier e quelle 30 ragazze. Diciotto serate e 1000 euro a chi restava. Nei verbali il racconto degli incontri: le retribuivo ma senza dirlo a Berlusconi”. Questo secondo articolo, destinato agli amatori del genere, è sterminato: è lungo ben 1.885 parole. Ci sono dunque molte cose da raccontare, per filo e per segno. E tuttavia non risulta che Antonio Di Pietro abbia presentato nessuna denuncia a nessuna autorità giudiziaria. E non risulta comunque che nessuna procura stia indagando per questa fuga di notizie coperte dal segreto. E questi documenti, si badi, non sono la scarna certificazione di un’antica condanna, ma sono addirittura gli interrogatori di un imputato, e non a procedimento concluso ma in corso di istruttoria.
Per fortuna la denuncia di Di Pietro è “un colpo di spada nell’acqua”. Da un lato la magistratura non ha MAI scoperto l’autore di una fuga di documenti, dall’altro Feltri è comunque protetto dal diritto a non rivelare le sue fonti.
Questa è l’amministrazione della giustizia che ci ritroviamo. Per non parlare di Di Pietro.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
9 settembre 2009

LA COERENZA DI DI PIETROultima modifica: 2009-09-09T17:33:52+02:00da gianni.pardo
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