INTELLIGENZA E AUTOSTIMA

L’intelligenza non è un dato astratto e non dipende esclusivamente dalla fisiologia.  Non è che si nasca stupidi o intelligenti e tali si rimanga, senza variazioni: un’intelligenza che non viene coltivata appassisce mentre un’intelligenza che profitta di buone occasioni di apprendimento e di educazione sarà infine di qualità superiore. Tutto questo è ovvio e perfino banale. Ma c’è un’ulteriore nota possibile: il rapporto con la stima di sé.
Se un individuo ama presentarsi come buono, nobile, generoso, idealista, rischierà di deviare verso la stupidità. Infatti la realtà è raramente buona, nobile, generosa, idealista. Se invece è soprattutto contento di sé quando è convinto di dire la verità, per quanto scomoda, aumenterà il proprio livello di intelligenza. Ecco un esempio: il problema dei bambini affamati nel mondo. Chi vuole sentirsi nobile e generoso si dichiarerà immediatamente indignato per questa tragedia e proclamerà che bisognerebbe fare qualcosa per porle fine. Con questo potrà ammirare se stesso ma avrà deviato irrimediabilmente verso la stupidità: infatti “fare qualcosa” non significa niente. Ed è sicuro che si possa fare? E salvati gli attuali bambini affamati, diciamo cento milioni, non è che per caso questi metteranno al mondo altri bambini, stavolta trecento milioni, che non sapremmo come nutrire?
Le cose vanno diversamente per chi tiene alla verità più che alla bella figura. Costui dirà che l’unica soluzione è non metterli al mondo, i bambini; oppure metterli al mondo quando si è ragionevolmente sicuri di poterli nutrire.
Se si vuole proseguire l’esempio, qui si potrebbe immaginare l’idealista che obietta: “Ma si può frustrare il legittimo desiderio, il legittimo bisogno, addirittura l’istinto materno di una donna solo perché è povera?” Bella frase. Cui l’aspirante intelligente può rispondere asciutto: “E allora che abbia il bambino. Ma non si lamenti se poi muore di fame, fa parte del progetto”.
Ecco il punto. Se due persone hanno la stessa intelligenza ma la prima nutre la propria self-esteem (auto-stima) con atteggiamenti idealistici e infondati, si rende più sciocca di quanto potrebbe essere con un atteggiamento più critico. E in questi casi viene in mente il nome della giornalista Barbara Spinelli. Mentre se la propria self-esteem nasce dall’aver capito il problema e dall’avere il coraggio di dire la verità si fa deviare la propria mente verso l’intelligenza.
Questo potrebbe dar conto della marea di stupidità dalla quale ci si sente quotidianamente aggrediti. Stupidità che si nota soprattutto riguardo a ciò che è teorico. Tutti sono perfettamente ragionevoli, in materia di economia, se il problema li riguarda personalmente: in questi casi il dare e l’avere li capiscono perfettamente. Se invece si parla di politica economica o di spesa sociale, tutti sono pronti a sparare assurdità, a considerare l’Erario un pozzo di San Patrizio, a formulare proposte mirabolanti e assurde. L’ideale, tanto per intendersi, sarebbe dare un salario dignitoso a tutti senza che nessuno sia obbligato a lavorare (“reddito di cittadinanza”).
Magari questo è estremistico: ma tutti sarebbero pronti a “battersi” (verbalmente) per un “salario dignitoso”. Se però uno gli chiedesse: “Perché non raddoppi la paga alla tua donna di servizio, in modo che il suo salario sia dignitoso? Lo sai che ha difficoltà a nutrire i suoi figli?” vi guarderebbero sbalorditi. “La colf? Darle di più? E perché? Io le pago il giusto, la tariffa normale. Le ho perfino pagato le ferie, che vuole di più?”
Gli esempi sono inutili. Chi vuole credere a questa teoria lo farà facilmente e chi non vuole non ci crederà neanche dopo cento esempi. La domanda è: di che cosa si è fieri? Se si è fieri di riconoscere la verità, questo fa aumentare il livello quotidiano di intelligenza; se invece si è fieri di essere nobili si imbocca  la via che conduce alla retorica, alla mentalità di sinistra e, come detto, alla stupidità.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
27 agosto 2009

INTELLIGENZA E AUTOSTIMAultima modifica: 2009-09-16T08:20:52+02:00da gianni.pardo
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