SARKOZY E L’IPOCRISIA SUGLI ZINGARI

Troppo spesso la gente è generosa a spese altrui. Riguardo ai “rom” bisogna tenere conto della reazione di chi ha da fare con loro. Per chi vive in un quartiere da ricchi è facile essere tolleranti, generosi e con uno spiccato senso dell’ospitalità: sappiamo benissimo che il cane abbaiando non dà fastidio allo studioso di etologia ma a chi si trova ad avere una di quelle dannate bestie nel giardino del vicino.
Un tempo – quanto meno in parte – i nomadi si sostenevano allestendo piccoli spettacoli, leggendo la mano ed esercitando mestieri artigianali. Oggi questo non possono granché farlo: se si guasta un ombrello se ne compra un altro e la televisione ci inonda quotidianamente di spettacoli. Dunque si può rimanere perplessi riguardo ai loro mezzi di sostentamento. Magari non sarà necessario saltare alle conclusioni e dire, come Umberto Bossi, “vivono di furti”: ma è comprensibile che gli si chieda come se la cavino. La Francia, come qualunque altro Paese civile, chiede allo straniero di dimostrare che dispone di un reddito adeguato. Nessuno può fare a meno del denaro e dunque o si guadagna onestamente oppure, ad andar bene, si vive a scrocco. In quest’ultimo caso è normale essere rimandati a casa.
È vero che nella prima circolare del ministero francese riguardante i campi irregolari da eliminare si specificava maldestramente “soprattutto quelli degli zingari”, ma tolta la gaffe rimane la sostanza: si tratta di ristabilire la legalità. È stupido, come ha fatto la Commissaria europea Viviane Reding, accusare la Francia di deportare i gitani come li deportava Hitler. A parte il fatto che Hitler li voleva uccidere e Sarkozy no, la Francia chiede loro di condurre una vita normale o di tornarsene a casa: non è una richiesta esosa. In passato sono emigrati in Francia, senza nessun problema, decine di migliaia di italiani.
La reazione spropositata della signora lussemburghese nasce dal fatto che mentre l’espulsione del singolo nullafacente non fa notizia, qui si tratterebbe a suo parere di un’intera etnia. Ma se è giusto rimandare al suo Paese un singolo irregolare, perché non sarebbe giusto rimandare al loro Paese cento, mille persone – quale che sia la loro origine – che si trovano nella medesima situazione? Sarebbe una discriminazione NON espellerli.
La reazione spropositata della signora lussemburghese nasce dal fatto che mentre l’espulsione del singolo nullafacente non fa notizia, qui si tratterebbe a suo parere di un’intera etnia. E perché mai sarebbe giusto rimandare al suo Paese un singolo e non sarebbe giusto rimandare al loro Paese cento, mille persone che si trovano nella medesima situazione? L’irregolarità sarebbe annullata dal fatto che quelle mille persone per ipotesi siano tutte cinesi? Sarebbe una discriminazione NON espellerli.
Qualcuno dirà: forse nessuno avrebbe disturbato gli zingari se la parte più volgare della popolazione non li odiasse. Ma anche qui le risposte non mancano. Per non essere odiati in primo luogo è bene non crearsi una fama di ladri: e infatti la protesta virtuosa viene da persone che non hanno da fare con loro. In secondo luogo, se lo Stato non applicasse le leggi, violerebbe la propria stessa legalità. Infine la disapprovazione del modo di vivere dei gitani nasce anche da un motivo umanitario. Se lo Stato insiste (anche penalmente) perché i genitori mandino i figli a scuola è perché il bambino analfabeta, fosse anche un genio, è destinato a rimanere ai margini della società. Un tempo il mondo era ben poco alfabetizzato e il fatto che anche i nomadi fossero ignoranti non faceva notizia: ma oggi è giusto che i loro figli siano spesso avviati alla mendicità, al borseggio, al furto? Coloro che si inteneriscono sulla sorte degli zingari non si preoccupano di quella dei loro bambini?
Sarkozy agisce in linea con le leggi francesi e in linea con i sentimenti del suo popolo. Un popolo che non è composto esclusivamente da intellettuali parigini e al quale sarebbe opportuno manifestare un rispetto maggiore di quello che mostra la Commissione Europea: un organismo insediato in un grattacielo di vetro e cemento in cui non si è mai visto uno zingaro.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
18 settembre 2010

SARKOZY E L’IPOCRISIA SUGLI ZINGARIultima modifica: 2010-09-18T13:05:58+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “SARKOZY E L’IPOCRISIA SUGLI ZINGARI

  1. Ci sono moltissime persone che hanno colleghi di lavoro marocchini, egiziani, cinesi e via dicendo. Operai ma non solo: sempre più spesso gli extracomunitari sono imprenditori. Chissà perché non capita mai di sentire di rom che sono muratori, imbianchini, impiegati o altro. La più banale delle domande – di cosa vive questa gente? – è un tabù. Incredibile

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