ERODE IL CALUNNIATO

ARGHENASSUR
Erode il Grande aveva alla sua corte un uomo straordinario: Arghenassur. Oggi diremmo che costui era un profeta del medio termine. Non avrebbe saputo prevedere la distruzione del Tempio, troppo lontana, ma per quel che riguardava il futuro fino a cinque-sei anni, era proprio difficile che sbagliasse.
Un giorno capì che Erode non sarebbe vissuto a lungo: a quei tempi un uomo di settantasei anni era già un’eccezione e per giunta il re era malato. Tuttavia non poteva rivelargli che l’anno dopo sarebbe morto: quel vecchio aveva un tale carattere che non si sarebbe fatto nessuno scrupolo di aggiungere un cadavere ai molti che aveva già lasciato sulla sua strada. Per questo gli disse prudentemente:
-Maestà, come sa non sono riuscito a vedere per quanto tempo Ella onorerà ancora questo regno della Sua illuminata guida, ma devo avvertirla che i posteri organizzeranno un complotto contro la sua memoria.
-Un complotto contro la mia memoria? Mi vogliono uccidere dopo che sarò morto?
-Maestà, lei sa che cos’è in latino la damnatio memoriae. Le vogliono attribuire un crimine che lei non ha commesso, per farla maledire nei secoli.
Erode emise lampi dagli occhi e Arghenassur cominciò a temere che forse avrebbe fatto meglio a non parlare. La mano destra del vecchio continuava a battere ritmicamente lo scettro nel cavo della mano sinistra, come preparandosi a spaccare qualche cranio.
-Sentiamo questa assurdità, disse seccamente.
Arghenassur gli spiegò che, dopo la sua morte, nel suo Regno sarebbe nato un grande Profeta. Purtroppo i suoi seguaci avrebbero diffuso la leggenda che lui, Erode, pur di non averlo come concorrente, aveva fatto uccidere tutti i bambini di Betlemme sotto i due anni.
-Solo questo?
-Maestà, in futuro la gente si scandalizzerà per un nonnulla. E comunque la fama è irrazionale. Nessuno ricorderà che nel Libro dei giudici (Cap.19) viene giudicata nobile e meritoria l’offerta della propria concubina e soprattutto della propria figlia vergine a degli assassini, ‘perché ne facciano ciò che vogliono’, pur di salvare un ospite. Mentre tutti tratteranno lei da mostro, mi scusi il termine. Bisogna evitarlo.
Erode rimase perplesso. Poi si riscosse:
-Un momento, ma hai detto che la strage mi sarebbe attribuita dopo che sarò morto: e come potrei essere colpevole di qualcosa, essendo già morto? O non ho capito niente?
-Maestà, lei ha capito benissimo. Il fatto è che quelli creeranno la leggenda per cui il bambino sarebbe nato mentre lei era ancora vivo.
-E la gente è capace di bere simili bestialità?
-Su questo non ci sono dubbi. Ed anche bestialità più grandi. Se così non fosse il mondo andrebbe diversamente.
-Metteremo rimedio a tutto questo, disse il re.
Passò qualche minuto nel corso del quale Erode sembrò cercare la posizione assolutamente più comoda per pensare e poi sembrò addormentarsi. Arghenassur già si chiedeva se dovesse andarsene senza far rumore quando Erode riaprì gli occhi:
-Dovrai convocare i migliori storici del regno e incaricarli di stabilire con certezza, per tutti i secoli, la data della mia morte e la data di nascita di questo Profeta. E dimmi se gli sciagurati seguaci di quel tale creeranno altre leggende strane.
-Diranno che quel bambino sarà figlio di una vergine.
-Le vergini non hanno figli. E se li avessero perderebbero la verginità col parto.
-Maestà, lo diranno lo stesso.
-Che imbecilli. E allora ricorda a tutti che anche Sansone (Libro dei Giudici, Cap.13) era figlio di una donna e, credo, dello Spirito Santo. Per le persone religiose non è una cosa speciale.
-Sì, ma aumentando il valore sovrumano del nuovo Profeta renderanno più grave il crimine… che lei non ha commesso. Ecco: per smontare questa leggenda potremmo vedere se questo tipo avrà fratelli e poi ordineremo agli storici di scriverlo nella sua biografia. Vediamo se la madre di quattro o cinque figli può essere vergine.
-Buona idea. Occupati di tutto questo, quando sarò morto. Ti farò un regalo, per ricompensarti.

Erode morì nel 4 a.C. e quattro anni dopo non ci fu nessuna strage degli innocenti. Arghenassur nei decenni seguenti seppe di un predicatore che aveva molto successo e, nel dubbio, incaricò i gendarmi di annotare i nomi di fratelli e sorelle, se li avesse avuti. Ci azzeccò. Risultò che aveva ben quattro fratelli e due sorelle. “La gente chiedeva (Marco, Cap.6, versetti 1-3): -Non è egli il falegname, figlio di Maria, fratello di Giacomo e Giuseppe e di Giuda e di Simone? e non sono qui fra noi le sorelle sue?” Dunque quattro fratelli, Giacomo, Giuseppe, Giuda e Simone, e almeno due sorelle. Gli incaricati del re sorvegliarono si assicurarono che tutti i biografi citassero questo fatto: Gesù non era figlio unico, aveva sei fra fratelli e sorelle,  e sua madre non poteva essere vergine.
Ma Arghenassur, lo stesso, non concluse nulla. La morte di Erode prima della nascita di Gesù fu considerata pacifica dagli storici. Giuseppe Flavio, chiamato anche Giuseppe Ebreo, il massimo storico di quel tempo e di quei posti, non cita mai una strage di bambini. La citazione dei fratelli di Gesù fu mantenuta in tutti e quattro i vangeli canonici, e tuttavia nulla tutto ciò poté contro la leggenda.
La verità è solo un optional, per i credenti. Erode è l’autore della Strage degli Innocenti e Gesù è il figlio unico della Vergine Maria.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
14 febbraio 2011

Per chi fosse interessato a parlare seriamente di uno dei due problemi:

30 Ottobre 1994
GESU’ CRISTO ERA FIGLIO UNICO?
Esiste una patente contraddizione fra dottrina cristiana e vangeli su un problema assolutamente elementare: pur ammettendo che Gesù sia figlio dello Spirito Santo per parte di padre, pur ammettendo che sua madre sia stata fecondata rimanendo vergine, siamo sicuri che ella sia rimasta vergine in altri momenti, non abbia cioè avuto figli prima o dopo di Gesù, e questa volta senza l’intervento dello Spirito Santo? Ovviamente il problema non è serissimo, in sé e per sé. È la Chiesa che lo ha reso serissimo, insistendo sulla verginità di Maria fino a farne un dogma.
Vediamo cosa dicono i vangeli al riguardo. Il cosiddetto evangelista Marco, nel capitolo terzo del suo testo, versetto 31, scrive, parlando di Gesù: “Ora giunsero la madre e i fratelli di lui, i quali, stando di fuori, mandarono a chiamarlo: Molta folla gli era d’attorno, e gli fu riferito: Ecco, tua madre e i tuoi fratelli, di fuori, ti cercano. Ma egli rispose: Chi è mia madre? chi sono i miei fratelli? E rivolto lo sguardo su quelli che, seduti, lo circondavano, esclamò: Ecco mia madre, ecco i miei fratelli. Perché chi fa la volontà di Dio è per me fratello, e sorella, e madre”.
Questo è un passaggio estremamente chiaro e non sono necessa­rie dotte dissertazioni per capire cosa è avvenuto: madre e fratelli di Gesù vanno a cercarlo ed egli non vuole riceverli. Se non si trattasse di Gesù, se non si trattasse di voler fare di Maria una vergine, o almeno la madre di un solo figlio, chi metterebbe in discussione un simile passo?
Inoltre non è inutile notare che Gesù stesso sottolinea come si possono avere fratelli e sorelle di sangue – esattamente quelli che sono andati a cercarlo – e fratelli e sorelle di fede, come quelli che indica intorno a sé.
Né si può sostenere che abbia detto di non avere fratelli: ché, in questo caso, avrebbe anche detto di non avere una madre.
Ma non si tratta dell’unico caso. Nel capitolo sesto, versetti 1-3, si legge: “E quindi allonta­natosi ritornò alla sua patria insieme ai suoi discepoli: E venuto il sabato incominciò a insegnare nella Sinagoga, dove molti udendolo restavano ammirati del suo sapere, e dicevano: Da chi ha imparato costui tante cose? E che sapienza è quella che gli è stata concessa! e quali meraviglie egli opera con le sue mani! Non è egli il falegname, figlio di Maria, fratello di Giacomo e Giuseppe e di Giuda e di Simone? e non sono qui fra noi le sorelle sue? E si scandalizzavano di lui”. Non solo dunque Gesù aveva dei fratelli (e almeno due sorelle) ma l’evangelista ce ne fornisce anche i nomi, detti da coloro che meglio lo conoscevano. Tutto chiarissimo. E invece, l’orrore del sesso della Chiesa primitiva ha condotto a dichiarare Maria vergine perfino mentre partoriva. Ella doveva essere pura – quasi che una donna normale fosse impura – e si è pervicacemente cercato di negare l’evidenza della sua normalità persino contro lo stesso vangelo.
Ma cosa hanno trovato i teologi cattolici per sostenere questa difficile tesi? Sono andati ad ipotizzare che l'”evangelista”, pur scrivendo in greco, pensasse in aramaico e dovesse aver sbagliato: doveva trattarsi di cugini. Questa è una scusa peregrina quant’altre mai. Innanzitutto i pretesi evangelisti erano già analfabeti in aramaico, si pensi dunque se potevano scrivere in greco. Poi i termini che designano la parentela sono chiari ed importanti anche nelle civiltà meno evolute. Nessuno si confonde o si sba­glia, per l’eccellente ragione che la parola “cugino” viene imparata, in genere, prima dei quattro anni di età. In secondo luogo i vangeli sono pieni delle parole fratello e fratelli, anche perché, mancando i cognomi, l’identificazione si ottiene menzionando il collegamento familiare: per questo i compaesani, per essere sicuri dell’identità di Gesù, lo collegano ai fratelli e alla madre. E per questo due apostoli vengono spesso designati come “i due fratelli Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo”. Fra l’altro questo citarli sempre in coppia, fino a chiamarli gli Zebedei, ha fatto sì che la parola “zebedei” in italiano sia passata a significare delle ghiandole virili che, esse pure, vanno in coppia.
Infine nei passaggi del vangelo citati si parla dei fratelli, delle sorelle e della madre di Gesù. Dobbiamo intendere sua zia?
Particolare non privo d’importanza – per sottolineare come in tutte le lingue si distinguano accuratamente i fratelli dai cugini, senza possibilità d’errore – è che non raramente si hanno matrimoni fra cugini, mentre sarebbe oltremodo scandaloso che si sposassero fratelli e sorelle. Come mai dunque l’unica volta in cui l’evangelista si sarebbe sbagliato sarebbe stato nel caso di Gesù? Fra l’altro, scrivendo in una lingua straniera ben si può sbagliare un’espressione difficile o idiomatica o non conoscere un termine poco usato: ma la parola fratello, frater, frère, brother, Bruder, hermano è troppo comune per costituire un problema.
Strano sarebbe poi che, oltre Marco, abbia sbagliato anche Matteo. Questi infatti nel capitolo 12, versetti 46-49, scrive: “E mentre ancora stava parlando alle folle, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori, cercando di parlare con lui. E uno gli disse: Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e ti cercano. Ma egli per tutta risposta disse a colui che gli aveva parla­to: chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli? E stendendo la mano verso i suoi discepoli, esclamò: ecco mia madre e i miei fratelli”. E sbagli anche Luca, capitolo ottavo, 19-21, il quale scrive: “Or andarono da Gesù la madre sua e i fratelli suoi e non poteva­no avvicinarsi a lui per la gran folla. E gli fu riferito: tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e ti vogliono vedere. Ed egli rispose loro: mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. E sbagli anche Giovanni, il quale scrive (2.12) “Dopo ciò scese a Cafarnao con sua madre, i suoi fratelli e i suoi discepo­li, ma vi stettero pochi giorni”. Tutti e quattro gli evangelisti attribuiscono a Gesù, oltre che una madre, dei fratelli. Possibile che essi, che si contrad­dicono in tante cose, si sbaglino proprio quando concordano tutti e quattro, che accennassero solo ai suoi cugini e a sua zia?
Fra l’altro, da uno storico antico apprendiamo che, alla morte di Gesù, la setta da lui fondata fu diretta, nella stessa Gerusalemme, proprio da un fratello di Gesù, Giuseppe. Insomma, la cosa è pacifica. La discussione nasce solo dalla pretesa dei credenti di negare l’evidenza. Non si fosse trattato di Gesù, non si fosse tanto insistito sulla verginità di Maria, non sarebbe mai sorta una discussione. Invece perfino i credenti, per questo assurdo orrore del sesso, si trovano dinanzi al bivio di credere ciò che dice il papa o ciò che è scritto nei vangeli.
Questo genere di argomenti fa comprendere perché alcuni dicano che bisogna evitare di parlare di religione. È inutile mostrare ai credenti l’assurdità di certe credenze religiose, visto che non vogliono avere spirito critico, ed è inutile mostrarle ai miscredenti, visto che non sono interessati.
Giannipardo@libero.it

ERODE IL CALUNNIATOultima modifica: 2011-02-15T10:31:20+01:00da gianni.pardo
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