LA LICENZA D’UCCIDERE

 

La licenza d’uccidere sembra un concetto romanzesco, e infatti tutti pensiamo a James Bond. Invece è qualcosa di molto serio. Uccidere è vietato ai privati ma, se chi decide di farlo è lo Stato, non soltanto può ordinarlo ad un singolo (il boia) ma può ordinarlo a centinaia di migliaia, anzi milioni di pacifici cittadini, come è avvenuto nelle due grandi Guerre Mondiali. I soldati non hanno soltanto la licenza di uccidere, hanno il dovere di farlo. Diversamente, sono passibili di Corte Marziale.

Il secondo concetto da tenere presente è che necessitas legem non habet: il singolo può legittimamente uccidere un innocente, se questo serve a salvargli la vita. E se questo vale nel diritto penale, figurarsi se non vale per gli Stati. Fra loro al di sopra di tutto e sempre comanda la nuda forza, attuale o minacciata. E non importa che questa forza stia dal lato della ragione o del torto.

Un articolo di giornale(1), con l’aria di rivelare qualcosa di vergognoso, parla di una unità militare degli Stati Uniti incaricata di guidare gli “omicidi mirati”, quando non è possibile la cattura dei colpevoli. Lo scandalo può far sorridere.  Non soltanto gli Stati non si  fanno nessuno scrupolo quando ne va della loro sicurezza (necessitas legem non habet, anche se al popolo che non sa il latino bisogna nasconderlo) ma nel caso dei terroristi la pratica degli “omicidi mirati” è perfettamente razionale e legittima.

Il terrorista non è un combattente come lo concepisce l’Occidente civile. Le Convenzioni di Ginevra hanno fatto il possibile per rendere meno barbara la guerra, ma hanno sempre preteso che i combattenti siano in divisa (per evitare che si uccidano involontariamente dei civili), che non nascondano le loro armi e insomma che combattano lealmente. Infatti, chi durante un conflitto attacca in borghese delle forze armate, può essere ucciso (anche dopo la cattura) senza alcun processo e senza alcuno scrupolo. Il terrorista che colpisce a tradimento non è un combattente: è un delinquente comune della peggiore specie. Anche se dopo la cattura si dichiarasse lui stesso un combattente, ciò non gli eviterebbe di essere abbattuto sul posto immediatamente. La Convenzione di Ginevra non lo reputa degno di protezione.

In tempo di pace e fra nazioni civili, queste norme non hanno occasione di essere applicate. Se un terrorista francese fugge in Inghilterra, l’Inghilterra lo riconsegna alla Francia. Ma purtroppo esistono Stati che i terroristi li accolgono e li onorano, come avviene a Gaza: e allora alla nazione attaccata non rimane che farsi giustizia da sé. Ed ecco l’ “omicidio mirato”. Una violazione della sovranità di cui ha diritto di lamentarsi soltanto un Paese che i delinquenti li punisce. Perché chi li protegge ne è complice. E infatti è nato il concetto di “rogue states”, Stati canaglia.

Dunque non soltanto non ci si deve scandalizzare per l’esistenza di un corpo deputato a proteggere gli Stati Uniti all’estero, o a vendicarli, ogni volta che si abbia da fare con Stati canaglia o incapaci di reprimere il terrorismo. Al contrario, bisogna essere grati a questi militari per la loro attività di protezione e di repressione. Diversamente, la vigliaccheria di chi colpisce a tradimento diverrebbe un’attività sicura e priva di rischi, più di quanto non sia combattere a viso aperto, in guerra. Si comprende dunque perché Golda Meir ordinò di rintracciare nel mondo intero, mettendoci tutto il tempo che sarebbe stato necessario, i terroristi che avevano ucciso gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco, per compiere una vendetta implacabile. Pagare con la vita per crimini del genere è meno di quanto i colpevoli abbiano meritato. E infatti in questi casi, in passato, la morte non sempre era indolore.

La sintesi è semplice. Il terrorismo vuol essere una forma di guerra, ma dal momento che della guerra non osserva le regole, deve aspettarsi che neanche la controparte le osservi, dopo che è stata attaccata. È, fra l’altro, ciò che ha condotto agli orrori della prigione di Guantánamo.

La pretesa di comportarsi da barbari contro gli Stati Uniti, contro Israele, contro l’Europa, mentre poi gli Stati occidentali dovrebbero rimanere legalisti e pieni di scrupoli, è da stupidi. O piuttosto da ipocriti che giocano a fare gli stupidi.

Gianni Pardo, pardonuovo@myblog.it

30 dicembre 2014

http://www.corriere.it/esteri/14_dicembre_29/usa-unita-segreta-antiterrorismo-licenza-uccidere-616c9e12-8f70-11e4-b2e8-757fd60bcfb4.shtml

 

LA LICENZA D’UCCIDEREultima modifica: 2014-12-30T10:39:53+01:00da gianni.pardo
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